Capitolo 1

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1.


«Non è giusto! Punto! E' inutile che cerchi di dirci che 'l'hai fatto per il nostro bene'. Li hai portati qui, quando mamma e papà avevano detto di non volerli rivedere!» sbottò Summer, levandosi in piedi per poi sbracciarsi con veemenza e scaraventare a terra una lampada... con una fiamma scaturita dalla sua mano.

Brigidh sospirò, si passò una mano tra gli scuri capelli e replicò stancamente: «Ti guardi mentre parli, Summ? Solo la settimana scorsa, hai quasi dato fuoco alla tua stanza, e solo perché hai avuto un incubo. Non puoi controllare i tuoi poteri, esattamente come non sono in grado di farlo i tuoi fratelli.»

«Imparerò da sola, oppure cercherò tra le cose di mamma se esistono gli appunti su cui intendevano farci studiare» sbuffò la ragazza, testarda come un mulo.

Spring guardò la sorella desiderando avere la sua stessa forza, il suo stesso coraggio, ma stava davvero troppo male per mettere a parole il suo disprezzo nei confronti della decisione presa dalla zia.

Il risveglio dei poteri era avvenuto abbastanza tardi, per Spring, intorno ai tredici anni. I dolori veri, però, quelli che la tenevano sveglia la notte e le mostravano cose orribili di giorno, erano sopraggiunti solo l'anno addietro, al compimento dei suoi quindici anni.

Da quel momento, le Elementali si erano scatenate attorno e dentro di lei, portandola a crollare svenuta diverse volte, nel corso dei mesi, e alcune volte anche a scuola.

Era stato solo un caso che, in quei momenti, la sua mente priva di controllo non avesse scatenato disastri biblici.

La situazione già difficile, stava però peggiorando, e molto e, senza l'aiuto dei Guardiani Anziani, loro non avrebbero avuto scampo alcuno. Senza la guida di mamma e papà, loro erano persi, perciò l'intervento di nonna Shaina e degli altri era vitale, per loro e per il mondo intero, a ben vedere.

Diversamente, sarebbero divenuti delle bombe a orologeria pronte a esplodere e, presto o tardi, avrebbero perso il controllo, distruggendo ogni cosa.

Le condizioni poste dagli Anziani, però, erano talmente ingiuste e terribili da renderle più che facile comprendere i motivi della rabbia di Summer nei confronti di zia Brigidh.

Se solo fosse stata più forte, si sarebbe battuta a sua volta per Winter, che non meritava di certo quella pena e quel peso da portare per tutti loro.

Lappandosi le labbra nervosamente, si scusò con la zia e, lasciando che Summer e Autumn conducessero quella battaglia per il fratello, lei uscì di casa per raggiungere Winter.

Lo trovò come al solito all'ombra del ciliegio che avevano piantato nel microscopico giardino dietro la loro nuova casa, seduto con la schiena contro il suo magro tronco e gli occhi chiusi sul viso pensoso.

Non appena mise piede all'esterno, le piante e l'erba espressero subito la loro gioia nel vederla, ma quell'immensa bordata di energia la portò a crollare carponi, il corpo squassato dai brividi.

Winter, allora, aprì subito gli occhi e, nel vederla terrea in viso e tremante, accorse subito in suo aiuto e la fece stendere delicatamente sul prato.

Ciò fatto, le ordinò di chiudere gli occhi e respirare con calma, dopodiché le massaggiò le tempie e il centro della fronte, mormorando: «Va un po' meglio?»

«Sì. Come sempre, se ci sei tu» gracchiò Spring, cercando a tentoni il corpo del fratello.

Winter le strinse la mano protesa e, sorridendole, replicò: «Lo yoga aiuta, a volte.»

Flower of Beltane -  Volume 2 "The Power of the Four"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora