Il cielo non è poi così lontano

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Summer,

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Summer,

You're on your own

Lover, you're all alone

But I saw

That your love

Can build me up

Higher

***

Il messaggio della buonanotte? Un'assoluta incognita per chi lo scrive e per chi lo riceve.

Ogni notte migliaia e migliaia di coppie bisticciano a distanza, e in casi estremi, rischiano la rottura per un "ti amo" non detto o per avarizia di "x" (le quali rappresentano i baci nel linguaggio degli sms).

Tra amici non va di lusso: sei felice di poter riposare dopo un'estenuante giornata, mandi un saluto alla tua cara amica e lei decide di spiattellarti la dichiarazione d'amore del secolo in meno di 160 caratteri. Temevo potesse succedermi con Max e onestamente non avrei saputo come comportami. Non avevamo stabilito paletti al nostro rapporto, però in cuor mio ero cosciente che non sarei stato io quello a rischio "cotta".

Tuttavia, era piacevole frequentare di nuovo una ragazza: è la rivoluzione copernicana che sconvolge gli schemi ordinari; si piazza al centro dell'universo e tutto ruota intorno a lei.

Sabato io e Max dovevamo incontrare Jane e Lucas a Battery Park; ci eravamo messaggiati spesso io e Lucas nella settimana in cui non c'eravamo potuti vedere; avevo provato anche a contattare Jane ma non mi aveva risposto.

«Mike, dov'è Max?»

«Dovresti dare un'occhiata al telefonino ogni tanto sai» l'ammonii senza un briciolo di serietà.

Max mi aveva avvertito che doveva trattenersi al lavoro, quando ormai ero già uscito di casa, perciò aspettai che Jane finisse il turno alla Starbucks.

«Accidenti, il messaggio di Max mi è sfuggito. Anche Lucas è impegnato» sbuffò, controllando il cellulare.

Qualcosa non quadrava. Avevo l'impressione che non volesse spiegarmi il motivo per cui Lucas non poteva venire. Nell'ultima conversazione telefonica con il ragazzo, egli mi aveva confidato che c'era un principio di maretta tra lui e Jane.

«Ti va di fare due passi?»

Jane corrugò le ciglia e rimase pensierosa per alcuni istanti; stava sicuramente contemplando un modo indolore per declinare la mia offerta. Tieni botta Mike, tieni botta.

Dieci minuti più tardi eravamo in metropolitana, in piedi l'uno accanto all'altra e mi sentivo le gambe molli come budini. Jane fissava in silenzio il finestrino della carrozza, con il volto di chi nell'animo governava la pace zen.

Do I dare disturb the universe?

Colpito dal medesimo isterismo del signor Prufrock, torturavo la mia povera psiche con miriadi di congetture al punto che immaginavo di udire gli altri passeggeri che commentavano la mia inadeguatezza.

L'ultimo treno | MilevenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora