Tutti giù per terra - Parte II

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Le pupille di Max balzavano veloci da una parte all'altra, quasi stessero assistendo a una combattuta partita di tennis da tavolo. C'era sempre qualcosa di sinistro negli estemporanei silenzi di Max, simile al presagio di imminenti catastrofi.

Ritornando al tema delle partite, noi stavamo giocando quella più importante, senza arbitri, senza sostituzioni e senza tempi supplementari, nella quale anche la battagliera capitana Mayfield, sentitasi tradita dai suoi stessi compagni di squadra, iniziava ad arrancare.

Guardai Jane e la sua bocca schiudersi per emettere suoni, presunsi, invece soffiò inaudibili rantoli d'agonia, stringendo forte i pugni fino a farne scolorire le nocche. Mi interrogai se finalmente si preparava ad usare i suoi poteri, ma quando i suoi occhi incontrarono i miei, capii che in realtà noi due eravamo pronti a scavarci la fossa: l'atto fedifrago non sarebbe passato in cavalleria, e tutta la polvere fuoriuscita da sotto al tappeto non sarebbe stata spazzata via da una folata di vento.

Boom!

Il ladro tatuato scoppiò deliberatamente un sacchetto e cominciò a sgranocchiare le patatine con un ghigno derisorio stampato sul grugno. Se non fosse stato per i polsi legati dietro la schiena, giuro che gli avrei tirato una bella pigna.

«Tu hai baciato Jane.» Non ci fu punto di domanda al termine della frase di Max, ma un gigantesco e scomodo punto fermo.

«È tutta colpa mia, Jane non centra.» risposi fissandola nelle pupille blu, ora immobili come biglie di vetro.

«Max, è capitato solo una volta. Non c'è nulla fra noi. Sono certa che-», Jane fu interrotta dall'amica: «Quando è successo?» e Max intercettò lo sguardo di lei, rivolto nella mia direzione.

«Ieri.» replicò in tono secco Jane, al quale fece seguito il riso sardonico della rossa.

«Perfetto. Nel frattempo, ieri litigavo col mio capo per avermi costretta a fare di nuovo gli straordinari di sabato pomeriggio, voi ve la stavate allegramente spassando all'insaputa di me, e Lucas suppongo.»

«Max ho sbagliato credimi, mi dispiace anche per la litigata col tuo capo, non abbiamo assolutamente ordito alle vostre spalle! Quando tu e Lucas ci avete avvisati che non sareste venuti, io e Jane eravamo in strada nella stessa zona, e visto che entrambi non avevamo impegni, fare una passeggiata sembrava un'ottima idea. Poi non so che mi è preso...»

«No, ho sbagliato io Mike. Vi inquadro bene tutti, cari maschi, già la prima volta che vi vedo, e le mie impressioni si rivelano sempre azzeccate. Chiedi pure a Jane.

Purtroppo, con te Riccio, il campanello d'allarme non è mai suonato.»

Le parole stentoree di Max, oltre che aver toccato picchi altissimi della scala decibel, avevano stordito i miei sensi.

"...Perché ti conosco come le mie tasche, e so quanto tieni ad essere leale con le persone, non vuoi ferirle, a costo di sacrificare i tuoi interessi", mi aveva detto Will quel giorno alla caffetteria, in una delle sue massime espressioni di fulgida ragionevolezza. 

Oh Will, mi conoscevi davvero?

«Bellezza non ti abbattere, morto un papa se ne fa un altro, giusto? Io sono disponibile!», senza esser chiamato in causa, il manigoldo tatuato s'introdusse nella discussione, e Max lo incenerì sul posto: «Preferisco l'eterno riposo allora!»

«Rawr! Adoro le donne selvatiche! Scommetto che il secco moscio qui non riesce neanche a domarti a letto!» schernì il furfante, mimando un gesto volgare che non voglio trascrivere.

Mi sollevai di scatto e gli urlai: «Fottiti!»

«Ooh, al secco moscio d'improvviso sta crescendo la spina dorsale!» ribatté a brutto muso dinnanzi a me, con la pistola ad un palmo dal mio mento.

«Okay, piantatela. Ne ho abbastanza della vostra stupida telenovela. Carl, con questi ci copriamo a malapena le spese della benzina!» sbuffò il ladro spilungone, e mentre chiudeva la zip dello zaino contenente il misero bottino, uno dei telefonini confiscati trillò d'improvviso sopra il bancone.

«Toh, il famoso Lucas! Richiamerà più tardi.» esclamò Carl leggendo lo schermo dell'IPhone di Jane, e lo spense.

Ding-a-ling.

La porta d'ingresso s'aprì e Carl abbrancò Max per il collo, con la canna della pistola premuta contro la sua tempia. «Ah-ah, non ti muovere amico o questa roscietta ci lascia le penne!», e Lucas perplesso, s'arrestò sulla soglia, alzando le mani in segno di resa.

«Secco, sequestragli il cellulare e non fare il furbo. Ci tieni alla tua fidanzatina anche se le hai messo le corna, vero?» comandò il burbero tatuato, senza mollare la presa su Max.

«E come faccio se ho le mani legate?»

«Cammina all'indietro come un cavalluccio marino!»

Fantastico, questo tipo era sadico e meschino fino al midollo, e Lucas, da persona intelligente qual'era, l'aveva intuito in un battibaleno. Paradossalmente, ero grato di non doverlo fronteggiare, perché mi sentivo un verme strisciante e speravo che non avesse dato peso all'ultima parte di ciò che Carl aveva blaterato.

«State bene? Di che roba parla quel tizio?» bisbigliò Lucas, consegnandomi il telefono; scossi solo la testa per rassicurarlo e completai il mio incarico.

«Carl, ce ne andiamo? Faccio uno squillo a JJ.» Lo spilungone indossò lo zaino e con la sua arma attaccata alla collottola del cassiere, lo scortò lentamente verso la porta d'uscita.

«Signori, è stato un piacere. Come vedete è andato tutto alla grande! Bellezza, possiamo scambiarci il bacio d'addio.»

Carl infilò la semi-automatica nei suoi jeans e con le labbra protese, strinse il viso di Max tra le mani. Sentii le budella contorcersi all'istante e lo stimolo di rigettare a proiettile.

Udii lo scatto del cane della pistola, e la lagna del povero cassiere attanagliato dalla paura, la cui testa sembrava più reclinata di prima; Jane serrò gli occhi per non guardare un altro oltraggio che la sua migliore amica doveva subire, e Lucas...Cristo, a Lucas schizzarono i suoi fuori dalle orbite:

«Non ti azzardare, bastardo!» 


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Salve lettrici/lettori,

Rieccomi con un nuovo capitolo! 

Possiamo dire di esser sopravvissuti all'inferno, ma ancora non siamo completamente salvi. Spero che come me, durante questo periodo abbiate riscoperto il valore dei legami sociali e delle piccole cose che abbiamo forse sempre dato per scontato; e che abbiate trovato nuove passioni o rispolverato quelle vecchie.

Vi auguro dunque buona lettura e mi raccomando mantenete alta la guardia! Commenti e stelline super apprezzate! 

Un abbraccio,

Minerva


L'ultimo treno | MilevenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora