7. Un meraviglioso imprevisto

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Maya

«Devi venire qui, ho fatto un casino.»

Così mi aveva svegliata la mia migliore amica, quella lontana domenica di settembre. Avrei potuto dormire di più, considerando la mia notte in bianco. Ma Hailey aveva bisogno di me, per cui non potevo sottrarmi a quella richiesta. Per ciò, armata di forza di volontà, mi alzai dal letto e misi i piedi nudi sul pavimento gelato. La prima cosa che dovevo fare - per permettere alla mia mente di rimanere lucida - era la colazione. Mi diressi in cucina, con solo la felpa di mio fratello Jace adagiata sul corpo, presi la mia tazza targata Hogwarts e la riempì con del caffè bollente. Lo bevvi con fretta - non tralasciando le probabili scottature - e mi diressi di sopra. Sobbalzai quando notai Amy sulla soglia delle scale, che mi fissava con un sopracciglio alzato.

«Sei di fretta. Dove vai? A riscuotere un premio in denaro?» mi chiese curiosa, portando la sua chioma castana di lato.

Ridacchiai, baciandole la guancia candida e scuotendo la testa. «Ma magari, cara sorella! Devo andare da Hailey, ha un problema. Avvisi tu mamma e papà?» domandai, salendo di fretta le scale.

Aggrottò la fronte, alzando le spalle e sbuffando leggermente. «Ultimamente la parola problema non è più una novità.» sussurrò, andando in cucina.

Mi vestii di tutta fretta, infilai le mie pillole in tasca e corsi ad aiutare la mia migliore amica. Avrei voluto tanto sapere quale dolce novità mi aveva svegliato in quella tranquilla mattinata.

Quando arrivai a destinazione, mi accolse con un volto preoccupato e decisamente diafano. Quel pallore, nella sua pelle color cioccolato, non stava per niente bene. Presi posto nel letto di camera sua, in evidente disagio, mentre rimanevo ad osservare la sua tesa camminata per tutto il perimetro della stanza.

«Okay, sono qui da cinque minuti e tu non mi stai dicendo ancora nulla. Vuoi parlare?» chiesi, alzando un sopracciglio.

Annuì, piegando le ginocchia e mettendosi alla mia altezza, per poi mordicchiare il labbro con nervosismo. «Dimmi che sono stupida.» disse, con voce tremante.

Alzai un sopracciglio, confusa. «Oh, okay. Sei stupida.» borbottai. «Cazzo, lo sono anche io! Ho dimenticato la mia dose mattutina di pillole!» esclamai, battendomi una mano in faccia.

Hailey mi passò una bottiglia d'acqua, sospirando. «Tieni.» sussurrò.

La portai alla bocca, per poi ingoiarla con una smorfia schifata. Aveva un retrogusto che sapeva di piscio. «Ecco, sì. Mi vuoi dire perché ti dai della stupida?» chiesi.

Hailey si alzò di nuovo, continuando a camminare. «Quando sei finita in coma, c'è stato un momento di debolezza tra me e Jason. Ecco, beh...»

«Avete fatto sesso.» conclusi io per lei. «quindi?» aggiunsi confusa.

Si passò una mano sul viso, incerta. «Quindi ho una settimana di ritardo.» ammise, sganciando così la bomba mattutina.

Spalancai la bocca, rimanendo in silenzio per un po'. Scossi la testa come per risvegliarmi e mi alzai, schiarendomi la voce. «Bene. Non andare in panico inutilmente, hai preso il test?» domandai seria. Cristo, in panico ci stavo andando io. Cosa diceva il medico per la terza pillolina? Solo in caso di emergenza, sì. Potevo farcela, non era mica così grave. O lo era? Beh, sicuro che lo era. Ma non era ancora confermato.

Hailey annuì, passandosi la lingua tra le labbra. «Sì, eccolo.» disse passandomi una scatolina e muovendo la gamba freneticamente.

«Okay, adesso andiamo in bagno e lo fai. Andrà tutto bene, sicuramente è negativo. Perché tu vuoi che sia così, giusto?» chiesi incerta.

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