32. Io con te starò bene

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Jamie

Gli studenti della Red Hills sembravano più assonnati del solito, quella mattina. Mi era sembrato di vedere addirittura Brett, un ragazzo della squadra di nuoto, che si era addormentato in piedi appoggiato alla parete esterna della scuola. Mi guardavo intorno con aria accigliata, mentre Jason parlava in modo fitto con Alex di argomenti di cui a me fregava relativamente poco.

Avevo freddo, e sonno.

Volevo tornare a casa e andare a dormire, ma mia madre alla mia richiesta di rimanere a letto aveva cominciato ad urlare in spagnolo. Certe volte non la sopportavo proprio, davvero. Ma evitavo comunque di lamentarmi in presenza di Alex, sapevo quanto gli costasse l'assenza della madre.

Sospirai e accesi una sigaretta, guardando davanti a me. Alla vista di Caroline che passeggiava con aria fiera a fianco di Madeline, feci una smorfia decisamente contrariata. Dopo la mega litigata del giorno prima, temevo sempre di più per Maya.

«Buongiorno.» si avvicinarono a noi per salutare e la cosa mi fece ridere. Trovavo assurdo che lei avesse il coraggio di rivolgermi anche solo la parola, dopo lo schifo che aveva fatto.

La guardai negli occhi e distolsi lo sguardo, facendole capire che non doveva assolutamente parlare con me. A quanto pare, non solo io la pensavo così, perché Alex le rivolse un'occhiata per niente contenta. L'unico ad essere perplesso – naturalmente – era Jason, ancora all'oscuro di tutto.

«Buongiorno a te, Caroline.» gli rispose il mio amico, guardandoci stranito.

Risi sarcastico quando notai Kevin avanzare con fatica verso di noi. Era ridotto parecchio male, in viso. Non mi ero neanche reso conto di quanti colpi gli avessi dato. Sì, perché non era finita lì, quella sera. Dopo aver parlato con Caroline, lasciai Maya a casa e andai da lui per dargli il resto. Non poteva mica scamparsela in quel modo, il figlio di puttana.

Fece un cenno del capo verso Jason e tossì, appoggiandosi alla ringhiera delle scale. Il mio amico spalancò gli occhi, deglutendo aspramente alla vista di Kevin leggermente conciato male. «Amico, ma che ti è successo?»

«Aveva bisogno di una sistemata.» risposi io, guardando male verso Caroline, «ti levi dal cazzo che non ti sopporto?» le ringhiai contro, fumando nervosamente.

Alex sbuffò, guardando prima la bionda, poi Kevin. «Aspetta, ehi. Noi ieri sera non abbiamo toccato il suo viso.» sussurrò.

Annuii, tirando una boccata di fumo. «Hai detto bene, noi. Sono andato a fargli una visitina, vero Kev?» dissi ironico.

Il ragazzo mi rivolse un sorriso sarcastico, prima di salire lentamente le scale. «Sei un bastardo.»

«Ma almeno non sono un fottuto traditore.» risposi io di rimando.

Jason si grattò il capo, schiarendosi la voce. «Qualcuno mi spiega, per favore?»

Mi misi le mani in tasca, guardando rabbioso verso quei due. «Dopo. Io mi allontano da questo posto, visto che non sono loro a farlo.» dissi serio, andando via.

Jason mi seguì a ruota, confuso. «Beh, ma che ti prende? Sei pazzo?» strillò, agitando le braccia.

Anche Alex ci aveva raggiunti, con il fiatone. «Ma quanto cazzo correte?» si lamentò, reggendosi i fianchi, «Comunque, ti spiego tutto.» disse, guardando Jason. E così gli fece un breve riassunto del casino che era successo il giorno prima. Durante il racconto, Jason teneva i pugni serrati e lo sguardo duro, come se volesse spaccare qualcosa da un momento all'altro.

«Jamie, perché non ci hai detto nulla?» disse, dopo che il mio amico aveva finito il suo resoconto pressoché dettagliato.

Sospirai stanco, passandomi una mano sul viso. «Perché in mezzo c'era lei, Jason. La mia Maya.» dissi a bassa voce.

To DrownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora