38. Niente più bugie

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Jamie

Non avevo mai percepito lo stress dell'ultimo anno, prima dell'arrivo di maggio. Con il diploma che piano piano si avvicinava furtivo alle nostre vite, era quasi impossibile non dedicare tutta la giornata allo studio. L'anno prima, guardavo gli studenti senior che erano un fascio di nervi e non capivo cosa li rendesse così esausti e stressati. In quel momento, invece, li capivo eccome e mi scusavo mentalmente con loro per averli giudicati.

Nella classe di anatomia regnava un silenzio cosmico. Anche Alex – che solitamente era sempre addormentato su qualche banco – era teso e scattante. Jason, al suo fianco, muoveva la gamba nervosamente e osservava il foglio davanti a sé, storcendo il labbro. Gli unici che scrivevano a raffica su quel test erano Maya, Hailey e Archie.

Nonostante la ragazza di Jason avesse il suo pancione a cui pensare – che detto tra noi stava veramente scoppiando – sembrava aver spostato tutta la sua attenzione in quella verifica. La mia ragazza, nonostante i farmaci, la terapia e le tante altre cose che faceva durante il giorno, sembrava più attiva delle altre volte e faceva scorrere quella penna sul foglio in modo veloce e deciso.

Io, invece, avevo le mosche che mi ronzavano in testa. Avevo studiato duramente, la notte prima, ma in quel momento era come se non avessi aperto alcun libro. Notai – comunque – di non essere l'unico, perché Alex e Jason cercavano di sbirciare dai banchi vicini per avere un'illuminazione divina.

Mi passai una mano sul capo e sospirai, osservando il professore che stava comodamente seduto sulla cattedra. Se non fosse che quelli erano gli ultimi test dell'anno, probabilmente avrei bruciato il foglio in un momento di puro nervosismo. Ma non potevo permettermelo.

Guardai un po' in giro, in cerca di un miracolo, quando notai Caroline bisbigliare a bassa voce con Kevin. Feci una smorfia alla vista di quel duo da manicomio, per poi riconcentrarmi sul foglio. No, era inutile. L'unica cosa che avevo scritto era il mio nome e cognome, la cosa era abbastanza critica.

«Non ci ho mai capito un tubo di corpo umano...» Alex parlò tra sé e sé, sbuffando leggermente. La cosa era assai preoccupante, considerando che si stesse riferendo proprio al suo corpo. Picchiettò le dita sul banco e poi alzò le spalle, sconfitto. «Boh, vado a caso.»

Ottima idea, se non fosse per il fatto che sicuramente un F non ce l'avrebbe tolta nessuno. Però, d'altro canto, era sempre meglio che portalo completamente vuoto.

Lessi di nuovo le domande e cercai di scavare nella mia testa vuota. Cominciai a segnare le risposte che ricordavo, per poi mettere segni in totale di casualità in quelle a cui avevo il vuoto assoluto.

Che Dio me la mandi buona.

Quando la campana segnò la fine dell'ora, fu come vedere il paradiso. Raccolsi le mie cose e lasciai il test sulla cattedra, per poi attendere il resto del gruppo. Mi venne leggermente da ridere quando osservai Hailey camminare a fatica per via della pancia. Jason – scherzosamente – le diceva spesso che era diventata una balena. Lei in tutta risposta pestava i piedi del mio amico e lo guardava con aria contrariata. Che coppia fantastica, quei due!

«Come è andato il test?» Maya mi circondò la pancia con le braccia, lasciandomi un tenero bacio sulla schiena, unico posto in cui arrivava facilmente.

Alzai le spalle e mi voltai nella sua direzione, dandole un leggero bacio. «Diciamo che è andato, sì.» risposi, prendendola per mano e avviandomi verso la mensa. Notai di come fosse abbastanza silenziosa, così mi accigliai. Solitamente, quando le dicevo di non aver dato il massimo, mi rimproverava ribattendo che lo studio era fondamentale. Ma quella volta sembrava farsi andare bene la situazione, il che non era normale. «Tutto bene, amore?» le chiesi, fermando il passo.

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