Capitolo 1- Emily (POV. Emily)

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Mi svegliai sul mio solito lettino bianco, quasi stretto ormai per me, nella mia solita cameretta. Come al solito mi lavai la faccia e come al solito decisi di scendere per fare colazione. Ciò che non era "come al solito" era la cucina. In tutte le foto di famiglia appese al muro mamma era censurata. La sua figura era coperta da nastro adesivo nero, a volte invece era scarabocchiata con un pennello nero o graffiata via dalla foto.

Effettivamente era un po' che non la vedevo in giro, ed era da un po' che non sentivo parlarne. Mentre pensavo, un forte scricchiolio pervase la cucina, rimbombando per tutta la casa. La porta si aprì e sentii una voce gridare:<<Sono tornato tesoro.>> Era la voce di papà. Almeno lui era qui, come tutte le mattine, a farmi la colazione. Papà sembrava essere normale: Aveva i suoi soliti capelli corti, neri come la pece, i suoi soliti occhi blu, anche questi scuri, ed il suo classico, vecchio, sorriso. Un sorriso che non si toglieva mai dalla bocca. É sempre stato un uomo solare e gioioso, e quel giorno non lo dava a meno. Appoggiò la busta della spesa sul tavolo. Questa era piena di carne, verdura e altre cose da mangiare per colazione. Una volta finito di mangiare decisi di "provare" a tornare in camera, ma la casa é davvero enorme, ancora mi ci perdo dentro. La casa é davvero vecchia, apparteneva alla nonna. É piena di tappeti, mobili in legno come grandi armadi o immensi tavoli, quadri vari e scale cigolanti, che scricchiolano come un biscotto croccante mentre lo mordi. Era davvero pieno di camere tra bagni, stanze da letto, studi, salotti e tante altre sale inutili. I lampadari facevano una luce fioca. Mio padre si é sempre giustificato con la scusa "eh sì, ma la luce soffusa é per dare un' atmosfera migliore ahah", ma sappiamo entrambi che é solo svogliato. Passavo le giornate chiusa in casa a disegnare, mio padre non mi permetteva di uscire per nessuna ragione al mondo. Disegnavo tutto ciò che riuscivo a vedere dalle finestre un po' rovinate della casa. Alle 23:45 scesi in salotto per guardare la TV, ma appena mio padre mi sentì scendere le scale si alzò di scatto e disse (con la sua solita voce calma e tranquilla):<<Emily, cosa fai ancora sveglia a quest'ora? Dai, andiamo a dormire...>> Mi accompagnò in camera, mi stese sul letto, mi raccontò una favoletta e mi rimboccò le coperte. Si chinò per darmi un bacio sulla fronte e con tono freddo mi sussurrò nelle orecchie:<<Buonanotte>>. Quando si alzò lo potei vedere in faccia. L'uomo che mi aveva appena rimboccato le coperte non era il mio solito padre! Da quel giorno in casa ci fu un nuovo ospite. Lo chiamai "Dread".

&quot;casa&quot; é dove c'é la morte.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora