Capitolo 4/5- Continuo (POV. Emily)

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Rividi mio padre, lì per terra. Dove fino a 2 secondi prima c'era quel mostro, ora giace Fred. Iniziò a muovere un po' la mano destra, riuscì a fare forza con le braccia ed a mettersi in piedi. Indietreggiai spaventata, ma notai che tutto era tornato normale. Solita pancetta, solito sorriso, soliti capelli. Tirai un sospiro di sollievo. Papà si sfregò la mano sulla testa e sorridendo disse:"Uh... Come ci sono finito a terra? Sono svenuto?" Sembrava che non ricordasse niente. Alzò le spalle ed andò al contatore, così da far tornare la luce. Appena la luce torno vidi tutto bianco, come se qualcuno mi stesse puntando una torcia in faccia. Appena abituatami alla luminosità vidi che la scritta "Barbara" era scomparsa dalla finestra. Tutto questo doveva per forza avere un senso logico. Dread ogni tanto sostituisce mio padre e, quando questo accade, ogni sua azione passata viene come "cancellata" appena se ne và. Presi una pagina bianca dal libro delle favole dove appuntavo le informazioni sulla bestia ed iniziai a scarabocchiarla come una matta. Inizia ipotizzando cose assurde, come universi paralleli in cui esiste Dread, che riesco ad attraversare o cose simili, ma niente di plausibile. Niente aveva senso. Come faceva ad entrare ed uscire?! Mi serviva un indagine. "La notte porta consiglio"... Lo diceva sempre mamma... Meglio andare a dormire. Gli incubi che feci quella notte non lo dimenticherò mai. Ero in un labirinto, a scacchi bianchi e neri. Continuavo a toccare i muri, quando da un angolo spunto fuori Dread, con la bocca sporca di sangue, un sorrisetto da maniaco e la sua solita mannaia. Una cosa della sua arma però non era "solita". Il sangue su di questa era fresco, tanto che ancora sgocciolava. Dalla sua direzione si sentì un grido femminile, e dalla tasca estrasse una mano con una fede nuziale. Su questa c'era scritto "Barbara Morgan". Era il nome di mia madre. Decisi così di scappare. Il labirinto era infinito, ed ad ogni angolo vedevo sempre la stessa scena. Ogni volta che provavo a girare un angolo usciva Dread, con la mano, la mannaia e si sentivano quelle dannare urla. Urla di disperazione, come se stesse guardando in faccia il killer mentre la uccide, pezzo per pezzo. Urla di chi sta venendo torturato che non dimenticherò mai. Mi svegliai di sobbalzo, con le lacrime agli occhi ed il cuscino bagnato. Era un po' che non piangevo...

"casa" é dove c'é la morte.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora