Realizzazione

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Sta per avvicinarsi, ma la campanella di fine intervallo ci blocca entrambi dall'avanzare l'uno verso l'altro. "Ne riparliamo dopo, nerd." Lo osservo in silenzio, guardandolo tornare in classe dopo avermi dato una spallata, è rimasto lo stesso stronzo di sempre, ma quello ad essere cambiato sono io, ho smesso di fargli da cagnolino.

Mi costringo a tornare in classe pochi secondi dopo di lui, notandolo già seduto nel posto accanto al mio, mentre fissa lo sguardo verso un punto indefinito fuori dalla finestra. Lo raggiungo controvoglia e mi siedo con un forte sospiro, iniziando a scrivere qualche appunto prima dell'arrivo del prossimo professore per cercare di ignorarlo e concentrarmi sulla lezione imminente.

Il tempo, fortunatamente, scorre abbastanza veloce, e nel momento in cui l'ultima campanella della giornata suona una scarica di sollievo mi attraversa, non vedo l'ora di poter tornare ai dormitori e buttarmi sul letto per rilassarmi. La Yuei è una delle scuole migliori in città, tra le più prestigiose, per farmi ammettere ci ho messo tutto l'impegno possibile ed essere qui già da tre anni sembra quasi un miraggio, stento ancora a crederci.

La mia testa è talmente immersa nei pensieri che non mi accorgo nemmeno di essere arrivato di fronte alla mia stanza, non finché non noto con la coda dell'occhio alcune valige davanti alla porta della camera adiacente. Qualcuno mi dica che è uno scherzo, che non è come penso. Eppure vengo costretto ad accettare che le mie paranoie sono fondate quando in lontananza vedo il responsabile dei dormitori assieme a Kacchan. Fantastico cazzo, baciato dalla fortuna come al solito.

"Ecco questa è la tua stanza, oh, ciao Midoriya, non ti avevo visto." "Buongiorno." Saluto a mia volta con il sorriso più forzato che abbia mai rivolto a qualcuno, guardando di sottecchi Kacchan che sogghigna divertito. "Come ti stavo dicendo, questa è la tua stanza, abbiamo lasciato lì le valige, buona giornata ragazzi." Buona giornata un cazzo. "Anche a te." Gli concedo un rapido cenno con la testa, osservandolo con un'espressione tirata mentre si allontana, lasciandoci soli. Spero che questo giorno finisca al più presto, sta andando solamente peggio ogni minuto che passa.

"La fortuna ti ha voltato le spalle, eh Deku?" Puoi dirlo forte, dannazione. "Riprendiamo il discorso, che ne dici?" "Non abbiamo niente da dirci, o sbaglio?" "Sbagli." "No, invece." Tiro rapidamente fuori dalla tasca la chiave di camera mia, inserendola nella serratura e aprendo la porta, sperando di poter chiudere il discorso quanto prima, ma senza che possa mettere anche un solo piede all'interno della stanza, Kacchan mi ci spinge dentro, sbattendo la porta dietro di sé.

"Cazzo ma perché non puoi lasciarmi in pace?" Recupero l'equilibrio e lo raggiungo in un secondo, fermandomi di fronte a lui con un'espressione frustrata e le nocche serrate lungo i fianchi. "Perché dovrei?" Un sorriso crudele si fa strada sul suo viso, è un ghigno che conosco fin troppo perfettamente, e non posso fare a meno di sentire il sangue ribollire alla vista dei suoi lineamenti che si increspano in un'espressione derisoria.

"Che cosa vuoi da me?" Lascio uscire un sospiro rassegnato, mantenendo ancora i pugni chiusi. "Mi piace vederti soffrire." La realizzazione che mi colpisce a quelle parole fa sì che il mio corpo si paralizzi, e rimango fermo immobile con il respiro bloccato in gola. Sul serio? Solo questo? Mi ha perseguitato per anni solo per questo?

Un milione di pensieri mi attraversano in meno di un secondo, dandomi quasi la sensazione di essere stordito, finché uno di loro non si sovrappone agli altri. "O semplicemente non ti piace vedermi felice?" Alla mia domanda un'impercettibile confusione lo attraversa per un attimo, ma recupera velocemente la compostezza, assottigliando gli occhi per fissarmi con disprezzo.

"Ti rode che io sia andato avanti? Che mi sia rifatto una vita?" Non dice niente, se ne sta lì in silenzio, con i muscoli tesi e le sopracciglia aggrottate. "Ti dà così fastidio che io sia gay? Che le persone mi accettino? Sei sempre stato prepotente, ma prima che facessi coming out non mi avevi mai picchiato. E' la mia vita, chi mi piace non ha nulla a che fare con te." Sputo fuori tutto d'un fiato, amaramente, ho intenzione di dirgli tutto quello che penso, quello che ho sempre pensato.

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