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Mike

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Mike

Cammino svelto verso casa di Undici, la mia fidanzata da ormai un anno. Siamp tanto uniti, nessuno può rovinare il nostro rapporto.

«Amore!» urla la mia ragazza saltandomi in braccio. Noto dietro di lei, Will Byers. Il mio migliore amico fin dall'asilo.

Quest'ultimo si limita a fare un cenno con il capo che ricambio un po' confuso.

«Oggi ti devo far vedere una cosa» sorride impaziente Undi, tendendo la mano verso la sua finestra.

«Vai» esclamo posizionandomi bene sul suo letto. Assume un espressione arrabbiata e fa tremare la mano verso la finestra.

Codesta si spacca in un minimo secondo. Ma appena chiudo gli occhi e gli riapro è di nuovo come prima.

«Wow» sussurro sorpreso mentre la ragazza batte le mani entusiasta.

Undici fa scorrere lo sguardo sulla finestra e la sua espressione cambia in un secondo. «C'è Hopper» deglutisce e io inizio a tremare.

Se mi avesse trovato qui?
Sarei morto.

Sentiamo la porta di casa sbattere e poi pesanti passi sulle scale. Mi nascondo sotto il letto trattenendo il respiro.

Sento metà della conversazione di Undici e Hopper ma si zittiscono quando per sbaglio sospiro.

Spalanco gli occhi «Michael Wheleer esci dal tuo nascondiglio!» urla Hopper e io esco da sotto il letto.

«Quante volte vi ho detto che vi potete vedere solo nel weekend?» strilla furioso il padre mettendosi le mani nei capelli, frustato.

«Non volevo papi» sussurra Undici con voce stridula.
Inutile dire che un secondo dopo sono stato cacciato di casa.

Sbuffo e afferro dallo zaino il walkie-talkie. «Lucas, ci sei?» chiedo camminando verso le strade di Hawkins.

Un rumore assordante mi fa ricordare che il mio aggeggio è scarico.

Sbuffo e corro verso casa, suonando più di una volta il campanello.

Non c'è nessuno.
«Mamma! Apri la porta!» urlo e dalla casa accanto alla mia esce mia mamma confusa.

«Ehii vieni qui!» urla e io la raggiungo sorridente. «Che ci fai qui?» chiedo entrando in quella casa molto carina.
Cioè in teoria è uguale alla nostra quindi bho.

«Sono venuta a salutare i nuovi vicini» risponde.
I miei occhi si spalancano all'istante. Maxine.

È più bella di sei anni fa.
È più solare e raggiante.
Il suo sorriso e i suoi occhi sono spenti. Mi guarda anche lei ed è come quella volta
allo skatepark.

Ha una cicatrice sulla fronte.
Glielo causata io. Penso ridacchiando internamente.
Perché all'esterno sono come paralizzato. Non me la ricordavo così.

Faccio girare il mio sguardo sul pavimento cercando di trovare il suo skate ma non ne vedo uno.

«Max» sussurro «Mike» mormora venendo verso di me e abbracciandomi.
Ricambio stringendola a me.

«Grazie per questa» si stacca e indica la cicatrice. Ridacchio «Andiamo a fare un giro con lo skateboard?» chiedo emtustiasta ma lei scuote la testa.

«Andiamo in camera e ti spiego!» esclama lanciando un occhiataccia ai suoi genitori, credo.

Mi conduce verso camera sua che scopro essere la più piccola di tutte. La cosa mi mette tristezza ma la lascio subito passare.

Ci sediamo sul letto. «Allora» inizia prendendo qualcosa dall'armadio. Tira fuori uno skate a metà. Spalanco gli occhi. «Chi ha fatto questo?»

«Mio semi fratello» abbassa lo sguardo. «Vuoi fare un giro su quello di mia sorella Nancy?» chiedo.

Spalanca gli occhi sorpresa e annuisce freneticamente.
«Andiamo» dico prendendola per mano ma la lascio subito imbarazzato. Lei si limita a seguirmi come un cagnolino.

«Mamma! Noi andiamo a fare un giro con gli skate!» esclamo dandole un bacio sulla guancia. Lei annuisce e ritorna a chiacchierare con i genitori di Maxine.

«Sono così emozionata!» batte le mani. «Da quanto non sali sullo skateboard?» chiedo confuso non capendo la sua reazione.

«Il diciotto settembre millenovecentottanta» sorride a malapena. «Me lo ricordo quel giorno» accenno un sorriso guardandola.

Ha i capelli più lunghi. Ora le arrivano ai fianchi mentre quel giorno erano sopra le spalle. Possibile che in sei anni le siano cresciuti così poco? Penso entrando nel garage.

Prendo velocemente lo skate di mia sorella e le lo porgo. Lei lo afferra sorridendo. Si vede che ci tiene tanto.

«Andiamo!» urlo eccitato e lei scuote la testa divertita. «Quando hai imparato ad usarlo?» chiede Max posandolo a terra. Ci salta sopra, gesto che faccio anch'io.

«Da quel giorno» arrossisco e lei sghignazza. Esegue un acrobazia che mi fa spalancare gli occhi. «Wow» sussurro e lei ridacchia.

«Non la sai fare?»
«No»
«Wow Mike è semplicissima» esclama prendendomi una mano. Un brivido mi percorre la spina dorsale.
E lei sembra accorgersene.

Mi spiega come fare quell'acrobazia e la eseguo in men che non si dica. «Visto? È semplice» sorride la rossa facendo sorridere anche me.

Appena arrivati allo skatepark, io mi siedo sull'asfalto gelido mentre osservo la ragazza a poche miglia da me.

Sono come incantato dalla sua bellezza immensa. Ma come fa ad essere così?
Penso guardandola.

Ma tutto questa allegria scompare in bell poco.
Quando vedo due chiome castane passarmi davanti.
Una che a me pare molto conosciuta. Undici.

SPAZIO AUTRICE!

Dal prossimo capitolo ci sarà un botto di trash quindi preparatevi 💘💝💖💗💓💕

𝗵𝗲𝗮𝗿𝘁 ; 𝗺𝗮𝗱𝘄𝗵𝗲𝗹𝗲𝗲𝗿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora