Aspetti di aprire il portone e salire le scale. Aspetti di arrivare nel tuo appartamento e di lasciarti cadere sul divano. Aspetti tutto questo prima di sospirare.
Ogni fibra del tuo corpo urla e implora riposo, le ossa sembrano non essersi accorte della posizione rilassata che hai imposto alla tua schiena, posando la testa su un cuscino. Se potessi, ti addormenteresti lì.Ma è più forte il bisogno di lavare via dai tuoi capelli il fumo della città, di ripulire il tuo corpo annerito di smog e opinioni, di parole che hai sentito e che avresti preferito non ascoltare. Fai così fatica ad ascoltare, in questi giorni.
È tempo di riposare la gola e gli occhi; la familiare vista della tua casa non è uno sforzo in confronto alla città, che è sempre la stessa, ma sembra cambiare ogni giorno. O meglio, sembra sbucare fuori un particolare in più, andando avanti.Ti alzi ancora una volta, questa è la più difficile di tutte, e ti avvii verso il bagno, lentamente. Ad ogni passo che fai ti senti sempre più pesante; sei satura. Satura di persone, di parole, di emozioni.
Lasci la porta semiaperta e ti appoggi al lavandino, senza guardarti mai allo specchio. Cosa importa?
A stento senti il cigolio della porta che si apre di più.Un ciuffo di capelli scuri emerge dalla semicirconferenza descritta dalla porta, spezzando quell'arco.
Sospiri sorridendo, quando lo vedi.
Cesare ti viene incontro e sembra voglia chiederti com'è andata la giornata. Ma non lo fa; quando ti è vicino, posa le sue mani sui tuoi fianchi e tu sui suoi. Appoggi la testa al suo petto e guardi a terra. Sei ancora completamente vestita, hai anche le scarpe, che levi sempre appena entri in casa. Lui è in tuta, è stato a casa tutto il giorno. È scalzo, forse per questo non lo hai sentito arrivare.Ti lasci andare completamente, lasci che la tua pesantezza si dimezzi e che siate in due a portarla.
Dopo un paio di minuti, Cesare si allontana, solo per aprire l'acqua della doccia. Mentre aspetta che si scaldi, ti aiuta a togliere la giacca, poi la sciarpa.
Lentamente, ti prende le mani, che sono fredde; senti un certo sollievo nel suo tocco caldo. Ti porta le braccia in alto, poi ti sfila il maglione. In reggiseno, tu levi la sua felpa.Quando entrambi siete svestiti e nudi ai vostri occhi, Cesare ti prende la mano ed insieme entrate nella doccia.
L'acqua calda inizialmente fa quasi male al contatto con la tua pelle, che si porta dentro il freddo della giornata e lo tiene stretto. Ci vuole un po' prima che si rassegni e lo lasci andare, adattandosi alla temperatura dell'acqua. Quando lo fa, rilassi il corpo, finalmente, e guardi Cesare.
I suoi occhi, fissi nei tuoi, esprimono una tenerezza ed una comprensione che vorresti tanto avere delle energie per esserne felice.
La verità è che non riesci a non essere felice, quando c'è Cesare. È solo che stasera sei particolarmente stanca, non ce la fai proprio a provare altro.
E per questo ti dispiace; lui non ti ha visto per tutto il giorno, probabilmente gli sei mancata. E tu non hai molto da offrirgli, solo una parvenza di trucco, ormai ridotto ad un'ombra sui tuoi occhi, un corpo stremato e pochi pensieri, che scivolano via insieme all'acqua sui tuoi capelli.Così, appoggi la testa sul petto di Cesare e respiri profondamente una volta, mentre lui prende il bagno schiuma e fa passare una mano sulla tua schiena. Non c'è malizia nei suoi gesti, solo molta dolcezza e pazienza: si sta prendendo cura di te, perché ne hai bisogno.
Con le mani ti strofina i capelli con lo shampoo, poi ti bacia la testa. Sorridi appena, lasciandola ricadere all'indietro e abbandonandoti ai vapori dell'acqua calda. Quando uscirete, gli specchi saranno appannati.Le sue mani ti accarezzano l'addome, poi i fianchi.
Apre il box della doccia, esce fuori e va a prendere un asciugamano. Lo tiene aperto per la lunghezza delle sue braccia e quando tu ti ci tuffi, le chiude, avvolgendoti con la stoffa.
Vorresti scomparire fra le sue braccia, andare lontano, ma rimanergli sempre accanto.Le mani di Cesare sono soffici, attente. Sanno come ti senti, cosa provi; lo sanno sempre. Lo senti respirare piano e cerchi di sincronizzare i vostri sospiri; ma i tuoi sono troppo veloci, il vapore dell'acqua calda ti ha stancato ancora di più, hai bisogno di aria.
Sei nella tua bolla e non senti più nulla.Piano piano vi rivestite entrambi; per dormire indossi una sua felpa, che ovviamente ti è grande. Per questo è piacevole, ti ci perdi dentro ed è come se facessi parte di Cesare, fossi dentro di lui. Non vi siete ancora detti una parola.
Dopo averti aiutato ad asciugare i capelli, andate in camera, dove la lampada sul comodino illumina il letto che condividete e che vi unisce.
Tu vai sotto le coperte, lui rimane sopra: deve spegnere le luci in cucina.E rimanete lì, a guardarvi. Per istanti interminabili, uno davanti all'altro.
Con due dita, ti porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sorride.
"Sei così bella quando sei stanca."Sorridi appena anche tu e chiudi gli occhi.
scusate la prolungata assenza;
spero che non l'abbiate trovato banale ;)
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Space Valley || immagina & preferenze
Fanficsi, ho messo la copertina al contrario perché altrimenti non si vedeva :/ ¡#1 in Space Valley! (a una certa)