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<Cos'altro c'è da sapere?>
Chiedo, spezzando l'angoscioso silenzio e ostentando una sicurezza che in realtà non possiedo.
<I cacciatori, nel corso dei secoli, sono diventati sempre più abili nel attaccare e uccidere le razze del mondo invisibile. Addirittura, con qualche arcano stratagemma, sono riusciti ad eliminare voi Driadi.
Tuttavia, Madre Natura non è riuscita a rimanere passiva verso tale oltraggio e, per la prima volta da quando questo mondo esiste, è intervenuta in affari terrestri. Scelse di salvare qualcuno e credimi, avrebbe potuto scegliere chiunque, ma scelse te. Il motivo? Sicuramente a causa della purezza del tuo cuore come abbiamo già detto ieri, ma c'è di più. Nascesti prematura, in pieno Inverno piuttosto che in Primavera. Una stagione insolita per le Driadi perché in una stagione in cui tutto muore tu invece, quasi a beffarti della Natura stessa, sei nata. C'era qualcosa di particolare in te e tutti lo avevano percepito sin dal principio. Lo si percepisce ancora oggi mia piccola Hania.>
Tremante, mi schiarisco la voce.
<Di cosa si tratta? E come sapete tutte queste cose di me?>
Mi sorridono.
<La verità si svela solo a chi è pronto ad ascoltarla.>
Il mio pugno, in un impeto di rabbia, intercetta il muro.
<Siate più chiare!>
Urlo, cercando comunque di mantenere un certo contegno.
<Noi streghe abbiamo i nostri contatti, siamo ormai parte attiva delle comunità del mondo invisibile ed è normale che siamo informati di ciò che accade, sopratutto se di questa portata. In ogni caso non è questo il punto. Il punto è che sei stata scelta perché sei diversa. Sei un'eccezione della Natura. In che misura però, non lo sappiamo.>
Sbuffo, mentre mi massaggio distrattamente la mano dolorante.
<Quindi cosa dovrei fare ora che la guerra è ancora più vicina di quanto non lo fosse già?>
Chiedo rassegnata, fino a questo momento non mi hanno chiarito in nessun modo le idee.
<Cosa fare e come farlo, non spetta a noi saperlo. La nostra missione era quella di avvertirti. Sei più di una semplice Driade, sei la nostra possibilità di salvezza. Tocca a te scegliere la prossima mossa.>
Scioccata e arrabbiata decido di rispondere con il silenzio.
Mi avevano fatto credere di saperne di più, di essere un aiuto prezioso per me e la mia missione, ma vogliono semplicemente che io le credi proprio come ho fatto con mia nonna: senza fare domande e senza obbiettare.
Decido di riflettere subito sul dafarsi perché non posso aspettare ancora.
Percepisco però qualcuno arrivare ma l'odore e il passo sono ovattati a causa della magia delle Streghe.
Le guardo e loro, prese alla sprovvista, decidono di sparire dalla stanza.
<Devo ancora parlare con voi, non andate via.>
Dico usando un tono di voce normale, so che è impossibile che gli altri capiscano ciò che sta avvenendo qui dentro.
<Saremo qui dopo che Axel avrà lasciato la stanza, non preoccuparti.>
Sentendo il nome di Axel e immediatamente dopo anche il suo profumo, mi precipito trepidante verso di lui, aspettando che bussi.
Una volta aperta la porta, mi ritrovo l'Alpha con la mano ancora a mezz'aria, pronta per bussare ancora, ed un espressione stanca e scossa sul viso, dovuta con ogni probabilità a ciò che è accaduto poco fa con il cacciatore.
<Cosa diamine hai fatto alla mano?>
Imbarazzata per come è iniziata questa conversazione, guardo nella stessa direzione in cui si posano i suoi occhi e mi rendo conto di star sanguinano dalle nocche.
Ho sferrato un bel colpo prima.
<Niente, ero frustrata e ho dato un pugno nel muro.>
Rispondo con la tattica della mezza verità.
Axel mi fissa incredulo ma, prima che possa chiedermi altro, decido di continuare.
<Tutti urlavano che i cacciatori erano qui ed io mi sono chiusa in camera per vedere poi dalla finestra che parlavi con uno di loro. È stato->
Non concludo il mio discorso perché Axel, inaspettamente, mi abbraccia.
È un abbraccio caloroso, forte, uno di quelli intensi, che non dimentichi facilmente.
Io ricambio anche se lo stupore è forte e ancora non riesco a realizzare a pieno il suo gesto.
Non vorrei interrompere il momento, ma voglio davvero sapere come si sente.
<Cosa è successo allora? Tu come stai?>
Chiedo sinceramente affranta da tutta questa situazione.
<Volevano che consegnassi loro 20 mannare sotto i 30 anni. Io mi sono rifiutato ovviamente, ma ora siamo in guerra.>
Mi risponde, ancora tra le mie braccia.
Il cuore corre veloce e spero davvero che non lo percepisca perché sarebbe imbarazzante.
<Non possiamo scappare?>
Lui scuote la testa posizionata nell'incavo del mio collo ed ispira, quasi a voler imprimere il mio profumo nella sua memoria sensoriale, per poi far finire definitivamente l'abbraccio.
<Non possiamo, è troppo rischioso. Non posso neppure lasciare andare voi, se te lo stai chiedendo. Ci manca solo un ricatto o un'altra tortura.>
Distoglie lo sguardo e lo fissa su qualcosa alle mie spalle io, d'altro canto, decido di guardare ancora lui.
È in questo momento che riesco a comprendere a pieno le parole di Chris.
"Axel è il miglior Alpha in circolazione."
Non stento a crederci.
Nonostante la paura per ciò che può accadere, percepisco il suo coraggio e la volontà di proteggere la sua gente ad ogni costo.
<In realtà, non mi era proprio passato per la testa di andar via.>
Dico, rispondendo a ciò che ha detto poco prima.
Lui mi guarda attonito ma poi mi sorride sincero.
Lo fisso, senza imbarazzo, mentre inizio a pensare che è arrivato il mio momento per entrare in gioco.
Magari la forza di Axel influenza anche me.
<Devo andare, ma tornerò più tardi. Okay?>
Annuisco e cerco di mascherare l'entusiasmo che mi ha provocato quella sorta di promessa.
Lui lascia la stanza chiudendo la porta dietro di sé ed io immediatamente percepisco la presenza delle streghe alle mie spalle.
<Siete sempre state qui?>
Chiedo leggermemte infastidita dalla loro presenza in un momento per me intimo.
Loro annuiscono.
<È facile per noi nasconderci dai mannari.>
Non dicono nulla su quanto hanno visto ed io gliene sono grata.
Forse infondo, sono io che do troppo peso alla questione.
<Sto riflettendo su una cosa.>
Esclamo, rendendole partecipe dei miei pensieri non più rivolti all'Alpha.
Mi sono sempre chiesta cosa si provasse a sentirsi parte di qualcosa. È difficile per me immaginarlo, dato il modo in cui sono cresciuta, eppure, paradossalmente, tocca proprio a me ora aiutare gli altri.
<Un luogo... Mi serve un luogo in cui poter intervenire nello scontro senza che nessuno possa percepirmi. Credo sia, per ora, la scelta migliore.
Svelare ad Axel e al suo branco la mia identità è troppo rischioso, sia per me che per loro.>
Loro annuiscono.
<Sì, è giusto il tuo ragionamento. Per quanto riguarda il posto, possiamo adattare questa camera.>
<Perfetto, affaccia sul giardino quindi ho la possibilità di entrare in contatto diretto con la Natura.>
Dico seria.
Devo cercare di conciliare ciò che mi stanno dicendo le streghe, cioè che è necessario il mio intervento in questa guerra, con quello che mi ha sempre detto mia nonna, ovvero prendermi cura di me stessa perché è importante che io viva in quanto ultima protettrice dell'equilibrio naturale.
Per quanto io riponga fiducia completa in Axel cosa succederebbe se gli dicessi chi sono veramente?
In più, ho paura di ciò che potrebbe pensare, paura di come potrebbe cercare di utilizzare i miei poteri.
Potrei mettere ancora più a rischio la sua gente e per questo motivo potrebbe decidere di cacciarmi o peggio...
Scuoto la testa convulsamente sotto lo sguardo impassibile delle streghe.
No, non voglio pensarci.
<Sappiamo che in questo momento ti è difficile prendere una decisione. I dubbi sono normali Hania, è nella natura di tutti.>
Sospiro.
<Lo so ma ora più di prima, non posso permettermi errori. Mi avete detto che sono stata scelta da Madre Natura per aiutare questa gente a sopravvivere ed io voglio farlo, lo giuro solo che... >
Non trovo le parole adatte per continuare ma non c'è ne bisogno, perché Anita continua per me.
<Solo che hai paura di essere scoperta e creare problemi non solo alla tua persona ma anche a chi stai giurando di proteggere.>
<Esatto. Io devo sia sopravvivere, in un mondo in cui molti bramano il mio potere, sia aiutare chi ne fa parte. È al limite del paradosso questa situazione.>
<Comprendiamo le tue perplessità e ci dispiace non poterti aiutare di più. Domani, la tua stanza sarà un covo sicuro e provvederemo anche a dare l'illusione ai mannari che tutto sia normale. Per il resto, purtroppo, non possiamo fare molto.>
Mi risponde Kaya poco prima di sparire, insieme alle altre.
Perché mia nonna non mi ha preparato a tutto questo?
Confusa e con il morale a terra, lascio la stanza e mi avvio verso il giardino centrale.
Sorrido a chi mi passa accanto e decido di sedermi su una panchina ad ammirare la vegetazione che ho di fronte.
Ho percepito chiaramente, fin da quando sono entrata nel giardino, la presenza di Axel.
Sarebbe stupido non ammetterlo, sopratutto a me stessa: provo strane sensazioni accanto a lui.
Prima ne avevo paura, poi ho iniziato a rispettarlo e agognare la sua vicinanza.
Magari per studiarlo, perché rappresenta tutto ciò che vorrei essere io o magari perché è la prima persona con cui mi sento, stranamente, un po' più me stessa.
È sciocco pensare queste cose solo dopo poche e brevi conversazioni, ma è così ed ora non riesco a smettere di pensarci, nonostante la terribile situazione in cui siamo tutti.
<Ti piace proprio questo posto eh?>
Dice proprio il soggetto dei miei pensieri ed io annuisco.
<Ovunque si respiri aria pura è per me un luogo bellissimo.>
Axel è d'accordo poi, dopo un momento in cui entrambi contempliamo la Natura, si siede accanto a me e decide di parlare.
<Raccontami un po' di te.>
Forse però,era meglio se non l'avesse fatto.

L'ultima Driade.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora