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Scappo, neppure so da cosa.
Forse da lui, forse da questa assurda verità conosciuta tramite un misero dettaglio o forse dalla consapevolezza che in cuor mio, sapevo già la risposta anche se il mio corpo non me lo ha mostrata subito.
Perché non me l'ha detto? Perché ha ritenuto corretto non solo nascondermelo, ma anche trattarmi cosa se non significassi niente?
Io ho sbagliato e l'ho ammesso, eppure Axel mi ha fatto stare male quando in realtà anche lui mi stava mentendo.
Ma nonostante questo io proprio non riesco ad odiarlo!
Le lacrime, ora di frustrazione, continuano a bagnarmi il volto.
<Hania ti prego aspetta.>
Me lo ritrovo qualche passo dietro di me, per niente affaticato dalla corsa.
<Ah ora che il segreto è stato svelato mi rincorri mentre prima dovevo solo ricevere i tuoi insulti? Va a farti fottere Axel.>
Dico cercando di usare un tono di voce per nulla turbato.
Arrivo nella mia camera con l'Alpha ancora alle calcagne, indeciso sul da farsi.
Entro e mi giro per chiudergli la porta in faccia ma non solo lui è più veloce, ci sono anche quattro paia di occhi che ci osservano esterrefatti: le streghe.
Axel entra recuperando la sua maschera fatta di strafottenza e perfezione mentre io sono un disastro: i capelli arruffati e gli occhi rossi, stanchi di piangere.
<Cosa è successo?>
Chiede coraggiosamente Anita.
<Beh suppongo che abbiamo scoperto cosa mi tiene legata al branco visto che sono la sua compagna.>
Dico quasi disgustata anche se la sensazione di dire queste parole per la prima volta mi fa tutt'altro effetto.
Le streghe sembrano agitate ma non così tanto sconvolte.
<Lo avevate immaginato?>
Chiede Axel, probabilmente anche lui ha notato la loro reazione.
<C'era qualcosa di strano in tutta questa storia e abbiamo buttato giù delle ipotesi. Avevamo pensato anche a questo, anche se mai in questi termini.>
Risponde Kaya indicandoci.
"Beh neanche io mi aspettavo facesse così tanto lo stronzo." vorrei dire, ma mi trattengo.
<È possibile sia questo il motivo per cui Madre Natura mi ha tenuto in vita?>
Schematica e reticente, pongo la domande sperando di trovare almeno una dannata risposta.
<Sì, nessuna Driade ha mai avuto un compagno di un'altra specie...se non ti rende questo speciale, allora niente altro può farlo.>
Fantastico, assolutamente fantastico!
<Beh, allora credo sia necessario combattere e morire sul campo di battaglia visto che lui, avendolo scoperto prima, non voleva dirmi nulla.>
Dico cattiva.
Mi sto comportando come una bambina, ne sono consapevole, tuttavia non riesco a resistere all'impulso di fargli capire, usando la stessa moneta, quanto io ci stia male.
Non mi giro verso di lui, non cerco i suoi occhi anche se vorrei farlo.
<Hania trasformati.>
Solo due semplici parole, dette pacatamente, escono dalla sua bocca.
<Perché dovrei?>
Chiedo restia iniziando a toccarmi i capelli per tenere occupate le mani che nel frattempo hanno preso a tremare.
Okay forse è anche meglio sedersi.
<Visto che l'unica arma che abbiamo per evitare una strage è il nostro legame, cerchiamo di fartelo provare.>
<Così poi sento il tuo rifiuto? No grazie.>
Prima mi tiene all'oscuro di tutto e poi fa così? Ma scherziamo?
Le streghe si dileguano ed io inizio ad odiare questa loro tipica uscita di scena.
Axel sospira rumorosamente.
<Hania smettiamola di farci la guerra.>
Lui sembra arrendevole, io invece ho appena iniziato a combattere.
<Perché lo dici a me? Io non ho fatto niente! L'unico mio sbaglio è stato quello di non dirti la verità fin da subito ma ti ho spiegato già il motivo del mio gesto. Tu però non solo mi hai riservato il peggiore dei trattamenti, hai anche sminuito tutto quello che poteva legarci e mi hai mentito a tua volta sul fatto che avevi una compagnia! Dimmi come faccio a fidarmi, a non credere alle cose che ho appena detto alle streghe.>
Siamo punto e a capo. Continuiamo a discutere da giorni ormai e non troviamo un punto di incontro. Non so più cosa fare.
Anche Axel appare turbato.
<Ho avuto paura anch'io Hania e mi sono comportato come il più stupido degli uomini. Non riuscivo ad accettare che tu non sentissi il nostro legame allora ho tentato di nasconderlo anche io.>
Abbassa lo sguardo, colpevole.
Per la prima volta da quando sono qui, non lo vedo trattenuto, so per certo quindi che finalmente mi sta dicendo la verità.
<Avevo l'impressione di essere ancora quel bambino che correva dalla sua famiglia per dire loro di aver sognato una ragazza bellissima in un'immensa foresta.>
Immobile, scioccata da quella rivelazione, aspetto che continui.
<Mi sentivo anzi mi sento ancora così dannazione, perché io so quello che mi lega a te ma nessun altro, nemmeno tu, lo riesci a comprendere.>
Il cuore si scoglie alla vista di un Axel in preda al panico che mi dà le spalle sedendosi sconsolato sul mio letto.
Il poco risentimento che covavo per lui scompare e mi limito a fissargli la schiena.
Non dico niente nonostante so che dovrei insistere e capirne di più.
Decido però di avvicinarmi al letto, sull'estermo opposto e ci salgo con le ginocchia, per poi percorrere quel brevissimo tratto che mi separa da lui e abbracciarlo da dietro, facendo sparire la mia testa nell'incavo del suo collo.
Ispiro il suo profumo mentre sento Axel irrigidirsi a quel contatto.
<Solo perché non ho avvertito chiaramente il legame, non significa che io non abbia sentimenti.>
Il suono della mia voce risulta leggermente ovattato a causa dalla mia posizione, ma credo che il messaggio gli si arrivato forte e chiaro perché inizia finalmente a rilassarsi.
Restiamo in quella posizione per un tempo indefinito, conosci del fatto che c'è ancora tanto di cui parlare, ma privi della forza necessaria per continuare a discutere e farci del male.
<Sai cosa significa il tuo nome Hania?>
Mi chiede d'improvviso, afferrando le mie mani per aiutarsi a cambiare posizione sul letto e trovarsi così di fronte a me.
Gli accarezzo il viso; questo ragazzo mi sta facendo impazzire.
<Le streghe mi dissero spirito guerriero o qualcosa del genere.>
Lui sorride, appoggiando a pieno la sua guancia sul mio palmo.
<Sì, ma secondo la cultura ebraica significa anche un posto per riposare, per essere felice, e vorrei tanto tu fossi il mio luogo felice Hania.>
Dice, per poi congiungere le sue labbra alle mie.
Il bacio è urgente, voluto troppo sia da me che da lui e quando afferra la mia testa quasi avesse paura di vedermi sparire, capisco l'intensità di questo legame.
Mi spingo più avanti, sedendomi su di lui e gli afferro i capelli in un impeto di passione.
Sento il cuore battere velocemente, forse troppo velocemente e mi rendo conto che il mio corpo sta iniziando a mutare forma, lasciando posto alla Driade che è in me.
I capelli lunghi e bianchi cominciano a brillare, avvolgendo me e l'Alpha in una sorta di bolla, isolata da tutti i problemi che ci aspettano più tardi.
Axel non se ne è ancora reso conto, i suoi occhi sono chiusi e il suo viso è rilassato mentre mi bacia con trasporto.
Io quasi rido sulle sue labbra quando noto la mia pelle viola in contrasto con la sua dorata.
Ogni volta che mi trasformo, assumo solitamente dimentisioni sovrannaturali invece ora sono come prima.
Mi sto probabilmente adattando a lui.
Mi stacco dolcemente.
<Axel.>
Lo chiamo mentre lui lascia piccoli baci su tutto il mio viso.
<Axel, guardami.>
Tento di nuovo, lui quasi si lamenta ma poi decide di aprire gli occhi e accontentarmi.
Data la vicinanza, riesco a specchiarmi nel suo sguardo sorpreso e, vedendomi attraverso i suoi occhi, sorrido.
Gli accarezzo di nuovo il viso spostando poi l'attenzione su quelle labbra così piene e rosse a causa dei miei baci.
<Sei la cosa più bella su cui i miei occhi abbiano mai posato lo sguardo.>
Arrossisco leggermente al suo complimento e appoggio la mia fronte sulla sua.
<Ora puoi smetterla di sentirti quel bambino a cui nessuno credeva Axel, non ti ha scelto solo il mio corpo ma anche il mio spirito... Come puoi notare.>
Dico ridacchiando.
Le sue iridi iniziano a brillare, diventando quasi oro fuso mentre comprende a pieno le mie parole.
<Quindi lo senti?>
Mi chiede con timore.
<Sentivo già da tempo di appartenete a te Axel, te l'ho detto.>
Siamo ancora a pochi centimetri l'uno dall'altro e vorrei baciarlo per fargli smettere di avere inutili dubbi ma un leggero bruciore alla spalla mi blocca.
Guardo Axel impanicata e lui muta espressione.
<Hania, cosa c'è?>
Chiede ed io alzo le spalle perché non so cosa rispondergli.
Mi allontano da lui, separo i nostri corpi e i miei capelli smettono per tanto di fluttuarci attorno.
Una volta aver ristabilito una piccola distanza tra noi, mi alzo la maglia.
Lui mi fissa ma non dice niente.
Provo a guardare nel punto esatto in cui ho sentito dolore e per poco non mi viene un colpo.
Mi giro leggermente per far vedere all'Alpha il disegno che occupa la mia spalla, parte del braccio e del collo e aspetto una sua reazione.
<Ora è sufficiente?>
Gli chiedo retorica e lui all'inizio non pare capire, poi guarda meglio la mia pelle e sussulta.
Mette la sua mano sulla mia schiena scoperta ed è così piacevole essere toccata da lui.
Mi studia, mi fissa da ogni angolazione ma continua a non dire nulla, tuttavia io sono pronta ad aspettare i suoi tempi.
<Ti rendi conto che hai me trasformato in giaguaro sul tuo cazzo di braccio?>
Non aspettandomi una domanda del genere inizio a ridere, incredula che tra tutte le cose che poteva dire ha scelto di porre proprio questa domanda.
Mi tira da un braccio ed io la smetto, trovandomelo di nuovo ad un palmo di distanza.
<Ora posso tornare a baciare la mia compagnia?>
Chiede ed io, in preda ai sentimenti più puri che un essere umano possa provare, annuisco.

L'ultima Driade.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora