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<Prendetela e portatela nella sua stanza. Fate in modo che sia ben legata.>
Le parole di Axel mi feriscono, superando di gran lunga il dolore fisico del momento.
Non mi permetto di guardarlo negli occhi, riesco a percepire il suo sguardo deluso e arrabbiato e solo quest'immagine proiettata nella mia mente mi basta.
Sto soffrendo già abbastanza.
Vengo sollevata di peso e chiudo gli occhi per cercare di riposare almeno per qualche minuto.
Non posso crederci. L'ho fatto davvero.
Mi sono trasformata ed ora tutti sanno chi sono, ora lui sa chi sono. Credevo di non esserne capace, credevo di non aver in me tale forza.
In malo modo vengo gettata sul letto della mia camera ed io, sbuffando, apro gli occhi, provando poi a sistemarmi i capelli per avere una buona visuale sulla porta; tuttavia non ne ho il tempo: i miei polsi vengono strattonati e legati ai due lati del letto.
Bene, ora sarei io il pericolo da tenere sotto controllo.
I due Omega guardano il loro lavoro e lasciano la stanza.
Neanche una lacrima scende dal mio viso, nonostante io provi un senso di colpa schiacciante.
Mia nonna mi aveva avvertito, mi aveva detto che alimentare il mio lato oscuro portava a questo, portava a perdere a poco a poco la mia purezza.
Vorrei liberarmi, ma sono troppo debole per farlo ed inoltre, credo che ad Axel non farebbe
piacere vedermi libera.
Appena la mia mente torna a lui, la porta si apre di scatto, mostrando in tutto il suo splendore il soggetto dei miei pensieri.
È ancora più bello con quella furia cieca che gli riempie il volto.
I senso si acutiscono e sono sicura che i miei occhi stiano brillando: dopo la trasformazione, qualcosa è cambiato. Lo percepisco.
Lui mi fissa quasi disgustato ed io reprimo le mie sensazioni.
<Ora è arrivato il momento di raccontarmi tutta la verità, Driade.>
Sussulto sentendo la sua voce così inasprita dalla rabbia; anche la mia natura pronunciata da lui in quel modo, sembra qualcosa di sporco.
<Slegami.>
Dico di rimando, meravigliandomi della prontezza della mia risposta.
<No. Parla. Raccontami come sei riuscita ad ingannarmi e a dirmi tutte quelle stronzate.>
Sospiro chiudendo gli occhi per qualche secondo.
<Non ti ho mai mentito, so bene che riuscite a percepire chi vi nasconde la verità. Ho solo omesso qualche dettaglio.>
Sentendo un tonfo, riapro gli occhi.
Axel ha appena dato un calcio al piccolo divano accanto alla mia finestra.
<Qualche dettaglio Hania? Ti rendi conto di quello che stai dicendo?>
<Axel, se vuoi ascoltarmi devi calmarti.>
Rispondo pacata.
Non ha senso arrabbiarsi ora, ci sono tante cose di cui discutere.
Senza aspettare una sua risposta probabilmente cattiva, inizio a raccontare.
<Sono cresciuta insieme a mia nonna nella foresta gigante della Sierra Nevada. Lei è stata davvero l'unica famiglia che abbia mai avuto. Il giorno della strage Madre Natura intervenne, proteggendomi da morte certa e scegliendo mia nonna come mia guida fino ai 18 anni. Tutti gli altri furono uccisi.>
Prendo fiato guardando oltre la finestra per non incontrare il suo sguardo.
<E tu hai pensato che tenermi nascosta una cosa del genere fosse una scelta saggia.. Forse madre natura doveva scegliere qualcun altro! >
Tuona Axel e tutto il dolore che fino a qualche istante fa sembrava essere diminuito, torna prepotentemente.
<Forse hai ragione. Forse doveva farlo, purtroppo per te però, io sono qui. Sono cresciuta sola, senza nessuno con cui parlare se non mia nonna, che nel frattempo mi insegnava a proteggermi dal pericolo evitandolo. A quasi 19 anni i cacciatori mi hanno trovato e sono arrivata qui, cercando di non dare nell'occhio e stando lontana da tutti. Credi sia vita questa?>
Tossisco mentre la testa inizia a girare.
Non cederò.
<Il vostro compito è sempre stato quello di proteggere la Natura, tu invece hai lasciato che quegli stronzi ci decimassero. Io credo che->
<Ma cosa ne sai tu? Cosa diavolo puoi sapere? È facile parlare, quando sei un Alpha il cui compito è cristallino fin dal principio. Non c'è mica un libretto delle istruzioni per me! Guardami Axel, guardami! >
Urlo d'improvviso, mentre sento gli occhi andare a fuoco.
<Le Driadi non intervenivano né uccidevano. La loro esistenza era sufficiente affinché il ciclo della vita continuasse. Se mai avessero solo osato cambiare le cose, bramare qualcosa che non gli apparteneva, il loro lato oscuro avrebbe preso il sopravvento. Guarda il mio viso Axel, credi che io stia bene? >
Sputo l'atroce verità in faccia all'Alpha mentre lacrime che pensavo terminate, ricominciano ad appannarmi la vista.
<Te ne do atto. Ho sbagliato tanto nella mia vita. sono scappata dalle mie responsabilità rifugiandomi dietro la paura e le parole di gente che credevo ne sapesse più di me, ma non puoi biasimarmi per questo.>
Tremo leggermente, una volta finito il mio discorso e abbasso la testa in modo tale che la vista di una me così scossa e sconvolta non sia visibile a nessuno, sopratutto a lui.
Passa qualche minuto ed Axel non fiata, ma dal battito del suo cuore comprendo che si trova ancora lì.
Sospiro e mi preparo a prendere nuovamente parola, ma lui mi precede.
<Perché sei stata scelta tu?>
Temevo questa domanda.
Dovrei essere sincera? Dirgli tutto quello che so?
<Mi è sempre stato detto che la scelta ricadde su di me perché ero nata da poco, quindi il mio cuore era il più puro di tutti e di conseguenza il mio lato oscuro mai stato alimentato.>
Rispondo, tenendo ancora la testa bassa.
<Sento che c'è un ma.>
Dannazione.
<Ma credo ci sia un altro motivo. Un motivo probabilmente legato a questa guerra, a questo momento, a.. >
Sento il cuore pulsare nelle tempie e il fiato farsi corto.
<A?>
Mi incita lui.
<A te, Axel.>
Rilascio con un sospiro tutta la tensione accumulata.
L'ho detto ed ora non posso tornare indietro.
Mi faccio coraggio e lo guardo, sperando di trovare quegli occhi luminosi che mi hanno colpito fin dall'inizio.
Ma non è così.
<E questo cosa significa Hania?>
<Non lo so. Io>
Axel mi interrompe ridendo, ma la sua risata non ha nulla di divertente.
<Mi stai dicendo cazzate di nuovo vero Driade?>
Di nuovo quel tono insolente, non riesco a sopportarlo.
Con uno scatto mi alzo e arrivo quasi alla fine del letto, prima di essere spinta indietro da queste pseudo manette che mi tengono legata.
Il suo volto è molto vicino e sembra volersi prendere gioco di me.
<Non ti ho mai detto cazzate Axel. Smettila di fare il bambino. Ti sto dicendo che c'è qualcosa che ci lega. Ho letto il diario di mia nonna, le streghe mi hanno->
Mi rendo subito conto del mio errore e la mia voce si spezza.
Cazzo, ho combinato un altro guaio.
Torno indietro e mi siedo mentre guardo gli occhi di Axel diventare dorati.
<Streghe! Venite subito qui!>
Ringhia ed io inizio ad avere paura.
Non so perché, ma ora ho di nuovo il terrore di lui.
Ho una brutta sensazione.
Le donne appaiono poco dopo, pronte a ricevere la loro punizione.
<Sì Alpha, noi sapevamo tutto.>
Mi rifiuto di guardare la scena e mi costringo a rivolgere lo sguardo verso la mia adorata Natura.
Forse ha ragione Axel, forse non dovevo essere io l'ultima Driade. Forse anche quella di oggi è stata l'ennesima decisione sbagliata.
Sicuramente ne sto pagando il prezzo.
Mi rendo conto di aver perso una parte del discorso perché Axel sospira e le congeda con un semplice:
<Ne parliamo dopo.>
Almeno loro si salveranno, lo spero tanto.
L'Alpha torna a prestare la sua attenzione su di me me.
<Quindi ti hanno aiutato a tornare a casa e prendere questo diario.>
Annuisco, improvvisamente stanca.
<Lì mia nonna scriveva tutto ciò che è successo di rilevante negli anni in cui mi ha cresciuto ed ho letto che, quando ero poco più che un adolescente, ho fatto un sogno su di te.>
Gli indico con la testa la posizione del diario, che si trova esattamente dietro di lui, in un piccolo cassetto.
<Leggi tu stesso. Inizio Gennaio 2013. Non ricordo la data precisa.>
Axel non perde tempo e rovista tra le mie cose per cercare il diario e quando lo trova, lo apre, lo sfoglia attentamente e poco dopo si sofferma su una pagina.
Bene, credo l'abbia trovato.
Aspetto qualche minuto, sperando che questo scontro termini in fretta.
<Non significa niente.>
Esclama poi, semplicemente.
<L-lo so ma potrebbe essere un altro indizio. Io mi sento legata a questo posto Axel, che tu ci creda o no. Forse era nel mio destino essere qui.>
Mi rendo conto che, finalmente, per quanto assurdo tutto questo sia,sto avendo il mio primo vero colloquio onesto con qualcuno.
Sto per confessarglielo, fregandomene di tutto, quando Danielle compare in lacrime alla mia porta.
Oh madre, non ho la forza di affrontare entrambi.
La guardo attenta e noto che non sembra arrabbiata, solo... triste.
<Oh Hania! Mi hai fatto prendere un accidenti.>
Dice velocemente prima di corre verso di me ed abbracciarmi.
Presa alla sprovvista da quella reazione, non dico niente, lascio solo che la mia amica mi stringa a sé ancora un po'.
<Perché non mi hai detto prima una cosa del genere? Lo sai che potevi fidarti di me!>
Sono incredula, completamente stupida dalla donna che mi trovo di fronte.
Dovevo valere almeno la metà di lei.
<Non sei arrabbiata con me?>
<Lo sono eccome! Ma per ora la preoccupazione supera la rabbia.>
Appoggio la fronte sulla sua spalla e rilascio un sospiro per niente silenzioso.
<Scusami. Non volevo ferirti. È stato qualcosa che non ho saputo gestire.>
Sussurro sperando che Axel non mi senta, ma credo proprio che sia impossibile.
<Ti perdono amica mia.>
Quattro semplici parole mi fanno sentire il cuore più leggero e l'anima un po' meno oscura.
<Non merito qualcuno come te Danielle. Ti prometto però che cercherò di essere alla tua altezza da oggi in poi.>
Le confesso e lei mi sorride dolcemente.
<Sei molto di più di quello che credi.>
Risponde, prima di spostarsi e andarsene, lasciandomi di nuovo in balia di Axel.
Almeno ho una persona che mi vuole bene, lo considero un traguardo.
Con lo sguardo ancora basso aspetto che Axel prenda la parola.
Ma non lo fa.
<Senti Axel, io sono stanca. Ho sbagliato è vero, ma oggi penso anche di essermi schierata definitivamente dalla vostra parte, nonostante tanti rischi. Questo non conta? Perché Danielle può perdonarmi e tu invece no?>
I polsi iniziano a darmi fastidio e, girando lo sguardo verso essi, moto del sangue che inizia a fuoriuscire.
Axel sospira e finalmente si muove.
Si avvicina a me ed io non riesco a stare ferma.
Si siede sul letto e, con delicatezza, mi libera i polsi sotto il mio attento sguardo che cerca di cogliere minuziosamente ogni dettaglio di quell'uomo.
<Sei libera di andare via.>
Dice d'improvviso ed il mio intero mondo crolla in pochi secondi.

L'ultima Driade.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora