Fire

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Era un giorno qualunque al bar, soliti clienti, solita aria primaverile parigina, solite sgridate da parte di Pete, che non lo lasciava mai in pace.

Lucas era un ragazzo diligente, grande lavoratore, eppure per la sua "problematica" era sempre soggetto di scherno da parte del suo superiore.
Per fortuna, c'era lui quel pomeriggio.
Erano settimane che l'osservava, fingeva di dover pulire per poter rubare ancora qualche secondo al tempo, sarebbe stato ore a guardare il ragazzo occhi ghiaccio.
Cosí lo chiamava, non conosceva il suo nome, ed aveva troppo timore a chiederglielo.

<< Hey, vuoi farlo brillare questo bancone? >> chiese Imane, sbucando dal nulla, sfottendolo.
Lucas sussultò, era troppo intento a guardare il castano per accorgersi della sua presenza.
Fece un sorriso timido e scrollò le spalle, la ragazza rise.
Si mise davanti a Lucas per capire verso cosa o chi fosse diretto il suo sguardo.

<< Ancora lui? Lo sai che se ti vede Pete, ti uccide >> lo ammoní, severa.

Lui annuí, sapeva che sarebbe stato solo peggio se il capo l'avesse colto ancora a perdere tempo a guardarlo.
Non era la prima volta: qualcosa in quel ragazzo lo attirava, come una forza magnetica, e non riusciva a togliergli gli occhi di dosso.

<< Vai a prendere la sua ordinazione >> lo sfidò Imane, guardandolo fisso.

Lucas scosse violentemente il capo, visibilmente in imbarazzo, le sue guance gli si colorarono di un rosa tenue.

<< Stai tranquillo, non può farti niente >> lo incitò lei, dandogli uno spintone verso la direzione del tavolo dello sconosciuto.

Il colpo fu talmente forte ed improvviso che Lucas dovette sforzarsi di non cadere faccia a terra.
Si rialzò, sistemò, si ricompose e fece un lungo respiro.

<< Ti risparmio il lavoro, non voglio niente >> disse il ragazzo seduto, agitando la mano per scacciarlo, era troppo immerso nella lettura della sua agenda per curarsene.

Lucas arrossí nuovamente, aveva visto tutta la scena?
Avrebbe voluto sotterrarsi, ma quel ragazzo sembrava cosí freddo che il disagio sparí subito, si sentiva come un fantasma ai suoi occhi.
Strinse i pugni e restò in piedi davanti al suo tavolo, sperando che lui prima o poi alzasse lo sguardo.
Ed ecco che quegli occhi di ghiaccio si posarono su di lui.

<< Che c'è, sei sordo? >> chiese, indisponente.

Lucas si affrettò a prendere un blocchettino dal grembiule nero che portava stretto alla vita, e cominciò a scrivere. Terminata l'ultima lettera, lo mostrò al suo interlocutore.

<< No, solo muto >> lesse l'altro, ad alta voce.

Lo guardò a bocca aperta.

<< Cos'è, uno scherzo? Mi prendi in giro? >> sbottò il castano, palesemente irritato dalla situazione.

Lucas agitò le mani in segno di scuse, e se ne andò via di corsa.
Imane, avendo visto la scena, lo accolse in un forte abbraccio.

<< Lascialo stare, non ti
merita >> disse per rassicurarlo, accarezzandogli lentamente i capelli.

Gli asciugò le lacrime e gli fece un sorriso, lui ricambiò.

<< Eccolo qui il Lucas che conosco, non smettere mai di essere cosí >> sorrise.

Il ragazzo occhi ghiaccio riprese ad osservare incurante la sua agenda.
A volte non ci accorgiamo di quanto una nostra semplice azione possa ferire gli altri.
Diamo per scontato che prima o poi passerà, che quella persona si dimenticherà del torto subito e continui a vivere come se nulla fosse.
Ma non per Lucas, lui non avrebbe fatto finta di niente, anzi, la ferita per il ragazzo di ghiaccio si era appena aperta.
Era abituato ai rifiuti, ma ci era abituato da un punto di vista razionale, non emotivo.
Ogni volta che veniva respinto doveva fare un duro lavoro su se stesso per non crollare, ci aveva messo anni a diventare cosí forte.
Crescere da ragazzo muto non era stato facile, in un mondo di bulli il "diverso" è sempre visto come qualcuno di cui diffidare, da sfidare, da odiare. Aveva passato anni ad odiarsi, e come se non bastasse facevano lo stesso i suoi compagni di classe.

Avrebbe incassato anche questo colpo, non senza difficoltà, ma ce l'avrebbe fatta, aveva solo bisogno di un po' di tempo.
Il ragazzo occhi ghiaccio si alzò dal tavolo e si diresse al bancone, sperando di poter parlare con lui. Lo cercò attentamente ed appena intercettò il suo sguardo, si precipitò da lui.

<< Hey, scusami per prima, non è un bel periodo per me, non volevo trattarti in quel modo. Non è da me, n-non sono fatto cosí, non ero in me dalla rabbia. Davvero, perdonami >> chiese supplicando, agitando velocemente le mani in aria.

Imane, sentendo il tutto, si fece avanti e rispose per il suo amico. Era rossa di rabbia.

<< Non è una giustificazione, stronzo! Sai che vuol dire per Lucas esser trattato cosí ogni volta? Dovresti vergognarti, non hai rispetto per niente e nessuno. Te ne vai in giro come se fossi il padrone del mondo ma non sei nessuno, scendi da quel piedistallo! >>.

Era davvero avvelenata.
Eliott non sapeva che dire, aveva ragione, non aveva modo di difendersi o giustificarsi.
Lucas toccò la spalla di Imane e le fece leggere ciò che aveva scritto.

<< Tranquilla, Imane, va tutto bene >>.

<< No, Lucas. Non va b...>> ma non fece in tempo a finire che Lucas picchiettò il foglietto con la penna, come per rafforzare la sua frase.

Iman sospirò.

Lucas posò il suo sguardo sul castano e lo vide realmente dispiaciuto, cosí che scrisse anche a lui.

<< Non preoccuparti, è passata >>.

<< Permettimi di rimediare. Ti offro una cena, da buoni amici, per sdebitarmi >> propose, con gli occhi colmi di speranza.

Lucas non sapeva che rispondere, era una proposta troppo inaspettata, non sapeva gestire la situazione.

Deglutí (a fatica), e poí annuí.

<< Splendido, splendido! >> esclamò felice Eliott, sembrava entusiasta.
Lucas sorrise a vederlo cosí, non l'aveva mai visto cosí pieno di gioia.

<< Passo a prenderti domani alla fine del tuo turno >> disse, ancora una volta sorridendo.

Si diresse verso la porta quasi saltellando, ancora con il sorriso sulle labbra.
Uscí velocemente, facendosi abbracciare dal freddo di Parigi.
Improvvisamente si accorse di non essersi nemmeno presentato, per questo decise repentinamente di tornare indietro.

<< Ah, comunque, io sono Eliott >> urlò a Lucas, dall'uscio della porta.

Lo salutò con un cenno della mano ed il ragazzo al bancone lo ricambiò.

È davvero un bel tipo quel ragazzo di ghiaccio.
Pensò.

Eliott.

N/A
Questo Eliott scontroso non ve l'aspettavate, vero?
Questo è il mio universo parallelo per gli Elu, e spero vi piaccia.
È un continuo work in progress, e mi piacerebbe portare avanti questo progetto con costanza e amore.
In attesa di un nuovo capitolo, vi mando un bacio (non alla francese).
Xx

Ice EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora