His eyes

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L'orologio ticchettava insistentemente, nella testa di Lucas c'erano solo le lancette che scandivano i minuti che passavano.
Aveva una strana sensazione nello stomaco: era contento di aver conosciuto Eliott, eppure...
Lo avrá invitato a cena solo per pietà? È questo l'effetto che faceva alle persone? Non voleva elemosinare affetto o amore, non piú.

Andó a svuotare i secchi agli angoli del bar, era una mansione che ripeteva come un automa, ormai lo faceva da piú di 3 anni.
Guardava il sacco nero come fosse il cilindro di un mago, e dovesse uscirne un coniglio. Dov'era la sua magia?
Sorrise lievemente, si sentiva cosí stupido ad aver pensato una cosa del genere.

Non smetteva mai di attaccarsi alle piccole cose belle della vita, una bella giornata, la risata di un bambino, Eliott.
Quel ragazzo faceva parte della sua magia, forse.
Improvvisamente si accorse di aver fatto cadere qualcosa dal sacco, inavvertitamente.
Lo raccolse, era una pagina giallo chiaro, a righe azzurrine, tutta accartocciata.
Ebbe un brivido, era proprio la pagina del ragazzo occhi ghiaccio.
Decise di riporla nel grembiule, sperando che nessuno lo vedesse conservare un residuo della spazzatura. Sarebbe sembrato solo piú "strano".

Lucille accarezzó la spalla di Lucas.
Lui rabbrividí, era stato un gesto del tutto inaspettato ed improvviso. Non l'aveva sentita arrivare e forse era troppo assorto nel suo ritrovamento.

<< Hey, tutto okay, Lu? >> chiese.

Lui annuí senza volerlo, non se la sentiva di dare spiegazioni, il foglio non riusciva a dare la giusta percezione dei suoi pensieri.

<< Imane mi ha detto che hai ricevuto un invito a cena dal tuo ragazzo >> disse sfottendolo, ma sorridente.

Lucas arrossí, prendendo prontamente il suo blocchetto.

<< NON È IL MIO RAGAZZO >> scrisse in stampatello, sottolineandolo ben tre volte.

Lucille rise di gusto, le piaceva essere dispettosa con Lucas, gli voleva un gran bene. Prenderlo in giro bonariamente era il suo modo per dimostrargli il suo affetto.
Era uno strano modo di farlo, certo, ma lei non riusciva a fare altrimenti.

<< Non sono gay >> aggiunse Lucas sotto la prima scritta, in piccolo.

<< Okaaay, scusami >> alzó le mani.

Lucas annuí fiero, come se fosse riuscito finalmente a farla tacere, a vincere la battaglia.

Lucille era esuberante e questo a volte lo faceva uscire pazzo, ma l'adorava. Era la prima persona che aveva conosciuto al bar, la prima con cui si era trovato bene e aveva fatto amicizia. Per lui non era per niente facile tutto questo, ma con lei era stato molto naturale ed amava il rapporto che avevano.

<< Peró sareste carini insieme >> sussurró.

Lucas tossí, si era strozzato con la sua stessa saliva. Lucille riprese a ridere, ancora piú rumorosamente, tanto da far arrivare Pete a riprenderli.
La ragazza scrolló le spalle e tornó a pulire la cucina, che aveva lasciato a metà per poter parlare con il suo amico.

Lucas finí i suoi doveri e timbró il cartellino.
Anche quella giornata era finalmente finita.
Il peso nello stomaco si faceva sempre piú pensante, e non riusciva a spiegarsi il perché.
Si mise la sua felpa preferita, con su scritto "Romance" ed uscí dal bar.
Quella sera faceva piuttosto freddo, non se l'aspettava, non aveva nemmeno un giacchetto con cui coprirsi. Ebbe un brivido di freddo.
Maledetto il giorno in cui aveva deciso che la primavera era iniziata e lui non aveva piú bisogno di coprirsi eccessivamente.
Starnutí.
No! Non poteva ammalarsi, non quando aveva finalmente avuto il coraggio di parlare con quel ragazzo.
Aumentó il passo, per arrivare prima a casa, ma presto le sue gambe ebbero la meglio e rallentó.

Cominció a guardarsi intorno e fu in quel momento che capí che qualcuno lo stava seguendo. Bastava guardare l'asfalto per capire che non fosse una semplice paranoia, vedeva un'ombra a pochi passi dalla sua.
Si giró e qualcuno gli finí addosso.
Finí a terra per il colpo, e pochi secondi dopo vide una mano ciondolargli davanti agli occhi.
L'afferró e si tiró su, per ritrovarsi a pochi centimetri dal petto del ragazzo occhi ghiaccio.

Non poteva essere, lo stava... Seguendo?

<< Scusa, non volevo essere uno di quegli stalker inquietanti che ti seguono fino a casa, è solo che... Non faccio che pensare a te da oggi pomeriggio. Sono stato uno stronzo e non so, volevo avere una scusa per riaccompagnarti a casa, solo che ho finito per fare...
Questo >> disse, indicando i loro corpi.
Si grattó la testa, nervoso.
Lucas alzó una mano e scosse la testa.
Aveva accettato le sue scuse.
Gli fece cenno di seguirlo.

Eliott sorrise e fece una breve risata di entusiasmo. A Lucas sembrava un bambino quando faceva cosí, adorabile.
Era cosí puro e spontaneo nelle sue reazioni.

Era difficile capire quel ragazzo: come si fa ad essere freddi e scostanti ma allo stesso tempo felici ed entusiasti della vita? Un vero rompicapo.

Fecero la strada insieme e non si staccarono mai gli occhi di dosso. Per ovvie ragioni, a parlare era quasi sempre Eliott, ma Lucas reagiva a tutte le sue parole e per il ragazzo non era difficile decifrare i suoi pensieri.

<< Tu. Tu hai qualcosa che mi piace, Lucas. Non so cosa sia, ma mi comunichi tante emozioni. Non so se sono le tue facce buffe, le tue reazioni senza filtri, i tuoi sorrisi, i tuoi occhi che brillano ogni volta che mi guardi. Sei sorprendente >> confessó, senza staccare lo sguardo, incatenato a quello dell'altro.

 Sei sorprendente >> confessó, senza staccare lo sguardo, incatenato a quello dell'altro

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<< Forse sono proprio i tuoi occhi che parlano. Mi sembra di vederci un fuoco ardere, nonostante siano blu ed intensi come l'acqua del mare estivo. Sei un po' una contraddizione. Mi piace >> sorrise con un angolo della bocca.

Anche a me piace, Eliott. A me piace tutto... Questo.
Pensó Lucas.

<< Lo stesso >> rispose Eliott.

Lucas aggrottó le sopracciglia, quasi fosse un punto interrogativo umano.

<< Sto scherzando Lucas, non leggo nel pensiero, volevo solo vederti ridere. Sembri sempre cosí teso >> sorrise di cuore.

Molto divertente.

Alzó gli occhi al cielo e sorrise ad Eliott.
Quel ragazzo lo faceva uscire fuori di testa, e sí, era molto nervoso intorno a lui, non poteva negarlo.
Non riusciva a calmarsi e questo lo uccideva.

Arrivarono presto davanti casa di Lucas, e si dovettero separare. Ci fu un po' di imbarazzo, un abbraccio e molto silenzio, poi Eliott decise di romperlo.

<< Allora ci vediamo domani, ragazzo occhi fuoco >> sorrise, per l'ennesima volta.

Lucas mimó un "Sí" con il labbiale e lo salutó con la mano.
Restó qualche secondo a guardarlo andarsene e poi aprí il portone di casa, sbattendo contro Manon.

N/A
Allora? Che ne dite di questi due?
So che potreste trovare alcuni paralleli con la terza stagione di SKAM France, ovviamente sono fatti appositamente per ricordare alcune scene. Sono rivisitate e messe in tempi diversi, ma mi piaceva l'idea di riportare un po' degli Elu, per cosí dire, "Originali".
Spero che vi sia piaciuto il capitolo, e vi chiedo scusa per il ritardo!

In attesa del prossimo episodio, vi mando un bacio (non alla francese).
Xx

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