Cominció a guardare la vetrina del locale, ed ecco spuntare la chioma arruffata del suo nuovo amico.
Stava pulendo insistentemente il bancone, era molto teso, palesemente teso.
Fissava l'orologio ogni due secondi, il tempo sembrava esser il suo peggior nemico: correva troppo o trascorreva a passo di tartaruga.Eliott non staccó mai gli occhi dal suo viso, seguiva ogni minimo movimento del ragazzo, anche se erano sempre molto ripetitivi.
Allungó la mano sul sedile del passeggero ed afferró la sua agenda. Una volta aperta di scatto, gli cadde la matita sulle ginocchia, che fu recuperata prontamente.Riprese a guardare il ragazzo occhi fuoco e cominció a disegnare vicino al suo orsetto lavatore. I tratti della matita componevano piccole linee, l'animale che Eliott aveva in mente non aveva ancora una forma precisa.
Qualsiasi creatura sarebbe scaturita dalla sua immaginazione, era sicuro di tre caratteristiche: taglia piccola, dolce, occhi vispi e luminosi. Era cosí che vedeva Lucas, nonostante lo conoscesse appena.
Aveva questo potere, capire le persone da piccoli dettagli, era una sua innata abilità.
I tratti della mina crearono un piccolo riccio sorridente. Eliott lo guardó, incerto del risultato, e poi diresse lo sguardo verso la vetrina del bar.Guardó gli occhi azzurri di Lucas, e lui, forse percependo la forza magnetica dello sguardo del ragazzo occhi ghiaccio, si giró nella sua direzione.
Eliott, preso alla sprovvista, si rannicchió per non farsi vedere.Ma che cavolo sto facendo? Lo sa che sono qui, lo immagina, abbiamo appuntamento fra poco, santo Dio!
Si autorimproveró. Aveva appena fatto la figura dello stupido, ma Lucas non la pensava cosí, e infatti era ancora lí, a fissare la macchina.
Eliott si alzó, e lo salutó con cenno della mano, imbarazzatissimo. Lucas rispose alzando dolcemente i lati della bocca, per poi abbandonarsi in un radioso sorriso.
Voglio vederti sempre cosí, Lucas.
Faró di tutto perché quel sorriso non scompaia dal tuo viso.Si ritrovó a ricambiare quel sorriso.
Ed è per questo che non posso farti entrare nella mia vita.
***
Un anno prima.
Stesso posto, stessa macchina.<< Sophie, tu non capisci! >> gridó Eliott in collera, tanto da sbattere un palmo contro il volante dell'auto. Ne scaturí un suono vuoto, sordo.
<< Cos'è che non capisco, sentiamo! >> rispose acida la donna.
<< Tu non sai che vuol dire essere uno scrittore, non sai che significa avere un blocco creativo! Non è qualcosa che si cura o passa, è un vuoto dentro che non riesce ad esser colmato, e ti mangia vivo, credimi >> spiegó, convincente.
La giovane scosse la testa, un sospiro segnó la fine delle sue speranze.
<< Non posso piú aspettare, mi dispiace. Lo sai che non viene da me, io sono solo un tramite, uno strumento. E no, non so com'è la vita di uno scrittore o le emozioni che scaturiscono da una professione del genere, ma di una cosa sono certa, tu stai rendendo la mia un
inferno >> confessó, sfinita.Eliott la fissó in silenzio, non sapeva come ribattere. Aveva ragione.
<< Io credo nel tuo talento, nelle tue capacità, ma le scadenze vanno rispettate Eli. Non posso piú proteggerti o temporeggiare se fai cosí >> chiarí una volta per tutte.
<< Lo so Soph, hai ragione. È che quando mi metto a scrivere mi fisso sui miei limiti e non riesco ad andare oltre. Ti sei mai sentita cosí? Ti è mai capitato di vedere tutto nero? Di vivere ogni giorno senza sentire davvero il tempo che scorre, come se fosse un qualcosa che non ti riguarda direttamente? >> chiese speranzoso, in attesa di un briciolo di empatia da parte della ragazza dai capelli color ciliegia.
Scosse la testa, non conosceva una simile sensazione. Il ragazzo ne era sicuro, Sophie era una persona super positiva, speranzosa, una di quelle da bicchiere mezzo pieno.
Ovvio che non avesse mai avuto paura dei suoi demoni.
Eliott sorrise amaramente, la invidiava, lui si sognava di avere una mentalità del genere.
Era tutto l'opposto.<< Quindi immagino che questa sia l'ultima volta che ci vediamo >> taglió corto il ragazzo.
<< È stato un piacere lavorare con te, i- >>
cercó di finire la frase, ma lui la interruppe.<< Non serve, rispiarmia queste parole per chi vuole sentirle >> rispose, piú freddo del ghiaccio e più tagliente di una lama.
La fissó, aspettando una sua reazione.<< Mi mancherai >> si limitó a dire, Sophie.
Aprì lo sportello della macchina e lo fece sbattere chiudendo. Non si voltó nemmeno per un attimo a guardarlo.
Eliott sospiró e buttó la testa all'indietro.
Aveva perso l'ennesimo agente, eppure questa volta era diverso: un po' si era affezionato a quella ragazza.
Certo, era un vera spina nel fianco quando si trattava di puntualità, ma lo faceva ridere e fra di loro era nato un legame che andava al di là del semplice rapporto lavorativo.Mi mancherai anche tu, mia cara Sophie.
Si era comportato come da copione.
L'ennesima persona che aveva tagliato fuori dalla sua vita, per paura di farla soffrire.
Non appena aveva sentito un briciolo di affetto far breccia nel suo cuore, si era completamente chiuso.
Lo faceva sempre: respingeva ogni forma di amore, che fosse in amicizia o meno.
Questa volta peró, per farlo, aveva dovuto sacrificare anche la sua carriera.***
Giró le chiavi e fece partire il motore.
Mancavano una dozzina di minuti all'appuntamento, si era fatto buio nel frattempo.
Non premette subito sull'acceleratore, aspettó qualche secondo, per esser sicuro della sua decisione finale.Lo faccio per il tuo bene, Lucas. Perdonami.
La macchina fece qualche metro, titubante, come il guidatore, poi si lasció condurre, sfrecciando fra le strade parigine.
Lucas guardó fuori dalla vetrina.
La macchina non c'era più.
Che avesse trovato un altro parcheggio?
Che fosse andato a comprare qualcosa?
Mille domande, senza una risposta convincente.
Il ragazzo si accorse in fretta che erano tutte scuse che la sua mente stava costruendo per nascondere la dura verità: non sarebbe tornato.Nessuno si sarebbe mai interessato a lui. Nessuno lo avrebbe mai amato come avrebbe voluto.
Ebbe l'ennesima prova di queste teorie, ed una lacrime fece capolino dal suo occhio destro.Non fa niente, sapevo che sarebbe andata cosí.
Si rannicchió dietro il bancone, il suo turno sarebbe finito di lí a pochi minuti, e quasi nessuno entrava in quel bar poco prima di cena.
Eppure qualcuno entró, facendo sbattere rumorosamente la porta.
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Ice Eyes
FanficIn un universo parallelo, dove Lucas n. 28169 è un ragazzo muto ed Eliott n.193710 è uno scrittore