Good evening princess.

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Justin

Fu come se una scarica di elettricità avesse colpito il mio corpo, esattamente uguale.

Coprii i metri che mi separavano da Jayce in un millesimo di secondo, affiancato da Taylor che urlava ordini e imprecazioni sperando che io lo stessi ascoltando.

Sentivo gli occhi della maggior parte dei presenti dell’area di servizio puntati su di me, compresi quelli di Ellen, Tom Hinks e Jayce.

Gli piombai addosso senza nemmeno pensarci due volte, scagliando il mio pugno contro il suo zigomo destro. Lui sputò del sangue a terra, mentre si guardava intorno smarrito e cercando di realizzare ciò che stesse accadendo. Senza dargli tempo lo colpii con un altro pugno, mentre qualcuno mi tirava indietro.

Mi girai di scatto colpendo per sbaglio Taylor, che si rialzò cercando nuovamente di portarmi via da lì.

Nel frattempo Tom aveva aiutato Jayce a riprendersi, ed Ellen guardava la scena con un’espressione che dal sorpreso passò rapidamente al divertito.

Mi persi nei suoi occhi, mentre sentivo un centinaio di parole salirmi fino alla gola, parole che però non vennero pronunciate. Caddi a terra risvegliandomi dai miei pensieri, mentre Jayce si preparava a prendermi a calci. Mi rialzai rapidamente, gettandomi di peso su di lui senza prestare attenzione a Taylor e Tom che si malmenavano a poca distanza.

-Non lei, stronzo- urlai colpendolo ripetutamente senza lasciargli il tempo di respirare.

-Che c’è Bieber, stai affrontando una crisi sentimentale?- sghignazzò Jayce annaspando.

Cercai di dosare la mia forza mentre stringevo le mie mani intorno alla sua gola.

-Io ti ammazzo, figlio di puttana- dissi digrignando i denti, sentendo la mia pressione aumentare.

Jayce riuscì a liberarsi e a rivoltare la situazione, inchiodandomi a terra.

-Qual è il problema? Pensavo che non ti sarebbe importato della ragazza. Ma forse mi sbagliavo, forse anche Bieber ha qualcosa che gli sta a cuore- mi prese in giro ridendo per poi lanciare un pugno nel mio stomaco. Sentii la rabbia aumentare, una rabbia che non poteva essere trattenuta.

Con tutta la forza che avevo spinsi Jayce lontano da me, per poi iniziare a prenderlo a calci nello stomaco.

Ne contai circa una decina prima che l’urlo di Ellen non mi riportò alla realtà, quando venni strattonato con violenza indietro da due braccia forti.

-Glielo avevo detto agente, eccolo qui!- urlò precipitandosi vicino a Jayce, per poi chinarsi e accarezzargli il viso.

Sentii un’ondata di disgusto investirmi, mentre mi giravo sperando di essermi sbagliato.

Eppure a tenermi le braccia era proprio un enorme uomo in uniforme, che in quel momento stava tirando fuori delle manette.

Cercai di dimenarmi con scarsi risultati, mentre un secondo poliziotto prendeva di peso Taylor spingendolo lontano da noi. –Tu vattene a casa, disgraziato- mormorò con noncuranza per poi tornare dalla nostra parte.

-Lasciatelo stare, sbirri bastardo!- urlò il mio amico gettandosi verso di me, ma venne fermato dal terzo uomo che lo minacciò esibendo un manganello.

-Vattene via- sputai fuori, sentendo la mia voce come un eco lontano.

-Allora signorina, cos’è che è successo questa sera che fino a poco fa sembrava essere tranquilla?- chiese l’ufficiale, avvicinandosi a Ellen che nel frattempo stava guardando con aria affranta Jayce, sogghignante.

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