3.

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Masaki si risvegliò la mattina seguente; dolorante per la posizione scomoda sulla quale aveva dormito. Afferrò il suo telefono 8.36; decise di alzarsi con tutta l'intenzione di mangiare qualcosa e disfare i bagagli che giacevano abbandonati sul pavimento.

Aprì la porta cautamente, per poi dirigersi al piano di sotto dove si trovava la cucina. Il silenzio aleggiava in quella casa e presto l'ansia si impadronì di Kariya; entrò nella sala da pranzo dove lo accoglieva una bella colazione, al cui fianco era posizionato un biglietto.

Io e Mido siamo a lavoro, per qualsiasi cosa disturba pure Ran; torneremo di norma verso le sette, massimo le otto; fai come se fossi a casa tua, e per favore, potresti scrivere una lista di cosse di cui hai bisogno?

Baci,

Hiroto

Masaki scosse le spalle, non gli importava veramente di quei due; infondo tra poco lo avrebbero rispedito indietro. 

Osservò la sua colazione, succo e brioche alla nutella; altra cosa impersonale da aggiungere alla lista, praticamente quel tipo di cibo era il classico che veniva dato ad un ospite. Sorrise amaro e la consumò, facendo viaggiare la sua mente verso Hitomiko. Chissà cosa starà facendo? Probabilmente era intenta a svegliare tutti quei ragazzetti non mattinieri ed a prenderli per le orecchie. Di solito quei combina guai erano tutti alpha; facevano un baccano tanto che spesso Masaki tentò di picchiarli, fallendo miseramente e venendo menato a sua volta. Quello fu uno dei primi segni della sua natura da omega; un cavolo di sottomesso.

Gemette infastidito da quei pensieri; non doveva rovinarsi la giornata per così poco.

Ritornò in camera sua e guardò stanco i suoi borsoni; che senso aveva disfarli? Tanto si sarebbero stancati subito di lui; per cui, tanto valeva lasciarli lì.

I minuti passano e Kariya sente una strana sensazione; lo stomaco si attorciglia e gli viene voglia di saltare; era emozionato, ma non capiva neanche lui il perché; cosa c'era di emozionante nella sua vita?

Scosse la testa, sarà l'ansia o qualcosa di simile. Uscì da camera sua per farsi un giro per la casa, non che fosse interessato, ma doveva pur ammazzare il tempo in qualche modo. Pian piano la morsa si attorcigliò attorno allo stomaco, impedendogli quasi di respirare; si diresse verso il primo bagno e si guardò allo specchio. Le pupille erano dilatate, il respiro pesante e il viso completamente rosso.

Merda merda merda... Non ora cazzo, non sono pronto


Intanto Ranmaru si era svegliato, il suo naso punzecchiato da un odore... strano... era come se lo chiamasse; non sa perché si alzò dal letto e perché si incamminò verso uno dei tanti bagni che c'erano in quella casa. Midorikawa ci teneva ad averne uno in ogni corridoio; diceva sempre che le emergenze potevano scoppiare in qualsiasi momento e luogo ed avere un bagno vicino di certo non poteva fare male.

Guardo raggiunse il bagno, l'odore ormai lo aveva del tutto inebriato, non rispondeva neanche più ad i suoi comandi. Masaki era disteso a terra, il respiro pesante e dun livido di saliva che gli usciva dalla bocca.

"Kirino-senpai"

La forza lo aveva abbandonato; il suo unico obbiettivo erano i soppressori, ci pensava in modo ossessionato tanto che la sua testa aveva iniziato a pulsare dolorosamente, combattuta se seguire la ragiona o gli istinti.
"Kariya"
"Soppressori, ti prego"

In un attimo di lucidità Ranmaru capì cosa stesse succedendo; prese un bel respiro trattenendo l'aria, convinto che se gli ormoni emanati dal turchese non avessero raggiunto le sue vie respiratorie non c'era pericolo. Ovviamente non funzionava così, ma di certo lo aveva aiutato a recuperare un po' di controllo quanto bastava per non sbattere al muro il più piccolo.

Iniziò a correre verso la camera di Masaki, e per poco non sfondò la porta; si guardò in giro, della scatola blu non c'era traccia.

Dio, dove cavolo potrebbe averla messa?

Si guardò in giro disperato; tutto sembrava intoccato, perfino i bagagli; l'unica cosa fuori posto era la scatola di Durex che non fece altro che peggiorare il suo poco autocontrollo.

Buttò all'aria le coperte, aprì gli armadi, rovesciò i cassetti e ribaltò perfino il materasso; e solo alla fine notò la scatoletta turchese. L'afferrò con mani tremanti e prese totalmente a caso uno di quei contenitori per poi dirigersi verso Kariya.

Era a terra in posizione fetale, scosso da singhiozzi; probabilmente per il disgusto o l'umiliazione; o semplicemente perché non sapeva proprio come reagire.

Il rosa si accovacciò, tentanto di sopprimere quanto più possibile la voglia di fare sesso.

"Ehy, Kariya ho i tuoi-"
Il turchese si mosse velocemente buttando il maggiore a terra e sedendosi sul suo membro, assicurandosi di far aderire bene il suo fondo schiena

"senpai senpai senpai"

Le sue anche si muovevano lungo tutta la sua lunghezza e Ranmaru probabilmente avrebbe davvero perso il controllo da un momento all'altro.

"senpai senpai senpai"

Masaki alzò lo sguardo, le pupille dilatate, la bocca spalancata che invocava il suo nome ed il viso completamente rosso ed accaldato.

Kirino decise di fregarsene delle buone maniere o altro, e con uno slancio, usando tutta la forza della quale era in possesso, buttò Kariya a terra, posizionandosi sopra di lui ben attento a non sfiorargli luoghi che avrebbero potuto compromettere il suo pessimo autocontrollo.

"Sono i tuoi soppressori, fammi il favore di aprire la tua bocca ed ingoiarli"

Masaki non si mosse, ma dato che le sue labbra erano spalancate, per mantenere il processo di respirazione Ranmaru non si fece problemi a ficcargliene tra in bocca e da fargliele deglutire applicando una leggera pressione al pomo d'Adamo leggermente accennato.

"Tsk, disgustoso" e se ne andò lasciando Kariya in preda ai tremori ed al respiro affannoso.


Kariya non ricordò bene, quando si fosse ritrovato nel letto; si tolse le coperte di fretta, trovandosi addosso solo una camicia bianca. 

Pian piano si ricordò di cosa fosse successo; tuttavia, man mano che i ricordi andavano avanti nel tempo diventavano sempre più offuscati fino a scomparire del tutto.

Guardò l'ora 13.27 e notò affianco della sveglia un bigliettino, non ne riconosceva la calligrafia ed era anche abbastanza sicuro che quando si fosse svegliato non era presente.

Non muoverti dal letto, ti porto il pranzo su; mi hai già causato abbastanza problemi; per cui non lasciare la tua stanza finché non ti avrò detto di farlo, idiota

I hate everything about you //Ranmasa//MinakuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora