Minamisawa si svegliò dopo circa un'oretta, la testa che minacciava di staccarsi e ballare la macarena e la schiena che bruciava. Si mise seduto sul letto, osservando le condizioni penosi della sua stanza e quella del suo corpo. Con fatica afferrò un capo sul pavimento, era tutto stracciato, ma gli risultava famigliare, anche se non lo associava a nessuno in particolare.
Guardò l'orario 12.38, e sospirando amaramente, si costrinse ad alzarsi per preparasi una tazza di caffè comparabile ad un litro di latte.
Cercò di ricordarsi con chi fosse andato a letto, ma niente, vuoto. L'unica cosa che gli risultava vagamente famigliare era l'odore; gli ricordava il peperoncino.
Pregò con tutto se stesso di non aver fatto qualche cazzata, come marchiare qualcuno o fare altre assurdità che lo avrebbero segnato per tutta la vita.
Improvvisamente si ricordò di essere andato alla festa con Kurama, così, pieno di speranza, si ritrovò a digitare il suo numero, a memoria, sul tastierino del cellulare.
Norihito guardò spaventato lo schermo del telefono con la canzone "panic room" che lo avvertiva della chiamata si Atsushi.
Sospirò e cercò di calmarsi, non rispondere avrebbe solo aumentato eventuali sospetti.
Minamisawa?
Ti prego dimmi che ieri non ho fatto qualche cazzata! Mi sono svegliato ed ho trovato un casino in camera, la schiena mi fa male e credo che qualcuno mi abbia graffiato io-
Calmati, tranquillo, ieri non hai fatto nessuna cazzata, non è successo niente di ché, solo le tue classiche scopate. Va tutto bene
Dio, non sai quanto ti adoro, ti va di venire da me? mi sento solo
Il tempo di arrivare
Quando Masaki e Ranmaru si svegliarono, nessuno di loro disse una parola riguardo ciò che avevano detto; Kariya ricevette una chiamata da Hiroto che lo avvertiva del nuovo insegnante che sarebbe venuto il giorno successivo, e Kirino si limitò ad uscire con i suoi amici.
Il turchese si ritrovò a casa, solo ed annoiato. Voleva uscire, respirare aria fresca e magari andare a comprarsi un bel gelato; sapeva benissimo che doveva stare in guardia perché essendo un omega era molto pericoloso andare in giro da solo, ma sarebbe stato solo per mezz'ora, cosa vuoi che succeda?
Ranmaru era con Takuto a fare una passeggiata, aveva proprio bisogno di parlare con qualcuno di Masaki e di quanto gli causasse problemi. Il moro ascoltò pazientemente, consapevole che in realtà niente era come veniva descritto e che probabilmente questo suo "fratellastro" era anche un tipetto simpatico.
La conversazione fu fermata da una testa turchese che si scagliò letteralmente contro Kirino.
Poco tempo prima
Kariya aveva deciso di uscire e, donde ad evitare eventuali situazioni sgradevoli, aveva preso una seconda pillola per evitare di andare in calore. Erano pomeriggio inoltrato e Masaki stava camminando per il centro, guardando le vetrine con le cuffiette nelle orecchie.
Tutto era tranquillo, poche persone in giro, per la maggior parte anziani, ed il suo corpo stava buono, senza scatenare grandi problemi.
Perfino il parco dove si trovava in quel momento era praticamente vuoto; probabilmente i ragazzi erano tutti a casa a finire i compiti per le vacanze. Il turchese erano seduto nel centro di una panchina, gli occhi chiusi con le cuffiette che sparavano a tutto volume "Nothing breaks like a heart". Adorava quel pezzo, Hitomiko lo canticchiava sempre quando era triste, come a ricordargli che probabilmente il dolore che provava in quel momento non era niente in contrario a quello futuro. Ripensandoci quella donna non funzionava bene come consolatrice, anzi, alimentava proprio il dolore. Sorrise tristemente, ripensando a quei momenti.
"Ehy dolcezza"
Masaki quasi non morì d'infarto; aprì gli occhi velocemente, scattando dal lato opposto rispetto alla voce. Ad aver parlato era un ragazzo, su per giù della sua età, forse più grande, vestito completamente di nero e con un'aria decisamente molto minacciosa.
"Povero piccolo, l'hai spaventato idiota"
Il suono di una seconda voce proveniva dietro di lui, due grandi mani lo afferrarono per le spalle, tenendolo fermo mentre il volto dell'altro si avvicinava.
"Ma che bell'omega che abbiamo qui, dicci, come mai qui tutto solo?"
La bocca di Kariya era bloccata, il panico che si propagava nelle sue vene; l'unica cosa a cui riusciva a pensare era di scappare.
Cercò di analizzare velocemente la situazione, ma in quella posizione scappare era impossibile, dato che, probabilmente dall'odore, quei due erano sicuramente degli alpha.
Masaki, a seguito di quel turbinio di pensieri, aveva involontariamente finito per ignorare il duetto, che si era notevolmente infastidito. Quello che lo teneva per le spalle lo scaraventò per terra ed entrambi torreggiavano su di lui.
"Senti piccola merda, vedi di mostrarti collaborativo"
Kariya scorse una piccola via di fuga, aveva una sola possibilità, ma rimanendo o tentando di scappare e fallendo le cose sarebbero andate male, tanto valeva provare.Così, mosso da non si sa' quale forza tirò due calci alle gambe dei due alpha, distraendoli quanto bastava per riuscire ad alzarsi e guadagnare qualche attimo di vantaggio.
Iniziò a correre, consapevole che se non avesse raggiunto il più in fretta possibile una zona abitata si sarebbe messa molto male per lui.
Uscì dal parchetto, e cercò di seguire il percorso inverso; lanciò uno sguardo dietro, ormai il vantaggio era del tutto sfumato, erano praticamente lì, stavano per raggiungerlo con la mano; neanche si accorse di star piangendo quando si scontrò con qualcuno, cadendo rovinosamente a terra, gli inseguitori dietro di lui.
"Ma che diavolo? Kariya?! Che cavolo ci fai-" Ranmaru si zittì improvvisamente notando lo stato del ragazzo
"Kirino..."
Il rosa si mise tra Masaki ed i due uomini, guardandoli con fare minaccioso, e pronto a spaccare loro il naso. Shindou, lasciato un momento spiazzato cercò di frenare il pugno di Ranmaru, fallendo miseramente.
Uno dei due cadde a terra, il labbro spaccato. L'altro, quello più grosso, scaraventò a terra il rosa con il quale iniziò a scambiarsi diverse scazzottate. Takuto si concentrò sull'altro, ormai arresisi all'idea di finire nei guai. Tra un pugno, un calcio e diverse maledizioni le sirene della polizia entrarono nel campo uditivo dei compagni, probabilmente chiamati da qualcuno, facendoli staccare subito.
Kirino e Shindou aspettarono che gli altri due si allontanassero, prima di girarsi verso il turchese. Masaki abbassò la testa, le lacrime che gli rigavano il viso, scusandosi per i guai che aveva causato.
Fu il moro a calmare i singhiozzi del giovane, rassicurandolo e dicendogli che in fondo non era successo niente di che.
"Kariya, tranquillo, non è stata colpa tua, mi dispiace per lo spavento che ti hanno fatto prendere quei due. Che ne dici di andarcene?"
Il turchese annuì, sfregandosi gli occhi e dirigendosi verso casa.
STAI LEGGENDO
I hate everything about you //Ranmasa//Minakura
FanfictionOMEGAVERSE Masaki Kariya perse i suoi genitori quand'era molto piccolo, da allora ha cambiato famiglia con tanta frequenza tanta quanto ci cambiamo i calzini; alcune famiglie lo portavano indietro dopo tre sole ore passate con lui. All'orfanotrofio...