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Ranmaru era entrato in casa sbattendo la porta ed urlando; ne aveva abbastanza di quel dannato piccoletto, ed ora voleva saldare i conti, in un modo o nell'altro.

Masaki aveva sceso le scale, spaventato da quei forti rumori e temendo che qualcuno si fosse fatto male; di certo non si aspettava di dover rispondere a Kirino di cose che non aveva mai fatto.

"Devi smetterla"

Il turchese alzò un sopracciglio; ripassò mentalmente tutte le cose fatte durante il giorno, ma non gli veniva in mente niente di sbagliato.

"Smetterla di fare cosa?"

"SMETTILA E BASTA"
Kariya si avvicinò, temendo per la salute mentale del maggiore. Erano a due metri di distanza ed entrambi erano sull'attenti, pronti a scappare o ad assaltare l'altro.

"Kirino, non capisco-"

"Esattamente questo! PORCA TROIA SMETTILA DI NON CAPIRE"

Masaki si è messo a ridere, forte, tanto da piegarsi in due; era l'unico modo per scaricare la tensione, e poi quella situazione era piuttosto divertente. Non si era reso conto che quella era stata la mossa peggiore che avrebbe potuto fare.

Il turchese si ritrovò sbattuto al muro violentemente e con le mani di Ranmaru sul colletto della maglietta.

"Stai zitto"

Kariya si ammutolì, pregando verso qualcuno lassù, che magari potesse dargli un aiuto di qualsiasi tipo.

"Non ce la faccio più, tu sei entrato nella mia vita e me la stai totalmente rovinando! Perché non potevi startene al tuo posto, da bravo Omega, fare il sottomesso e basta? PERCHÉ CAVOLO NON VUOI ESSERE COME GLI ALTRI?"

Masaki provò a parlare, ma fu interrotto dalle labbra di Ranmaru che premettero dolcemente sulle sue.

"Ti odio, Kariya"



Minamisawa e Kurama si erano evitati per tutto il giorno, entrambi arrabbiati per motivi stupidi, prima di vera coerenza logica, ma validi per loro due

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Minamisawa e Kurama si erano evitati per tutto il giorno, entrambi arrabbiati per motivi stupidi, prima di vera coerenza logica, ma validi per loro due.

Atsushi era stato intimato dai suo compagni di fare pace ed era stato quasi tentato di farlo, quasi.

Norihito non ci aveva neanche pensato a farlo, troppo arrabbiato per quello che era successo. L'aveva cacciato fuori di casa! Rendiamoci conto! E perché, poi? Perché aveva messo in chiaro le loro posizioni? Perché aveva detto che non ci sarebbe stato futuro per loro due? 

Tirò un pugno all'armadietto, gli occhi pieni di lacrime e la bocca spalancata, in un urlo che non sarebbe mai uscito. Cadde in ginocchio, continuando a tirare piccoli pugni, privi di una vera e propria forza, semplicemente sperando di poter fare male a qualcun altro.

Passo minuti in quelle condizioni, per poi fare un respiro profondo e girarsi, appoggiando le spalle all'armadietto, le braccia e le gambe molli, distese, prive di vita; la testa di lato con gli occhi chiusi ed il labbro tremante.


Minamisawa guardava intensamente la porta dello spogliatoio, sapeva che Kurama era lì dentro infondo era il suo posto preferito dove piangere e disperasi. Una parte piccola di lui sperava che l'azzurro fosse là a disperarsi, che fosse pentito delle sue parole. 

Aprì la porta lentamente, per poi entrare in quella stanza. 

Ed eccolo lì, probabilmente sapeva che qualcuno fosse entrato, e sapeva anche chi fosse; ma nonostante ciò non si mosse, non diede nessun segno, lasciando libero Atsushi di interpretare.

Il viola si avvicinò, sedendosi al suo fianco; spalla contro spalla, braccia contro braccia e gambe contro gambe. Le teste di entrambi guardavano il pavimento, i capelli che coprivano le loro espressioni.

Fu Norihito ad allungare una mano, prendendo quella di Minamisawa e stringendole. Poi fu il turno di Atsushi; alzò la testa e la avvicinò a quella di Kurama; appoggiando la sua fronte sui capelli dell'altro. Adorava il suo shampoo.

"Non intendevo quello ho detto"

Entrambi alzarono i loro visi, girandoli verso l'altro. 

"Lo so benissimo"

I loro volti si avvicinarono e le loro labbra si sfiorarono, quasi impaurite di quello che sarebbe potuto succedere. Kurama scivolò lentamente a terra, la schiena contro il pavimento.

Minamisawa lo guardava dall'alto, non sapendo bene cosa fare e come muoversi. Si avvicinò lentamente, appoggiando la sua fronte su quella dell'altro, il respiro leggermente pesante; voleva che fosse l'altro a fare il primo passo; voleva che anche l'altro volesse farlo.

Ancora una volta non fu deluso.

Norihito si avvicinò velocemente facendo scontrare le loro labbra violentemente, affamato  di tutte quelle nuove emozioni. 

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continuava a ripetersi in testa

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Minamisawa sorrise  staccandosi dal corpo del minore
"Non così in fretta, cucciolotto"

"No. Non iniziamo con queste assurdità; il fatto che siamo... quella cosa, non vuol dire che dobbiamo darci soprannomi stupidi o robe dolci come sempre"

Atsushi sorrise di più "Potresti ricordarmi cosa siamo? Non credo di saperlo"

Bastardo

Risero entrambi, increduli di quello che era appena successo.

Erano una coppia, una dannatissima coppia di fidanzati.

I hate everything about you //Ranmasa//MinakuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora