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Shindou se ne era andato già da un po' e tra i due fratellastri era sceso un silenzio ricco di tensione, Masaki era seduto sul divano ad osservare Ranmaru camminare su e giù con aria infuriata.

"Non saresti dovuto uscire"

Kariya annuì colpevole; sapeva che tutto quel disastro era successo per colpa sua e della sua avventatezza; ma di certo non poteva rimanere chiuso i quella casa per tutta la vita.

"Sarebbe potuta finire molto male se io e Takuto non fossimo passati per caso, lo sai? Le scomparse di omega sono all'ordine del giorno."
"Mi dispiace io non volevo-"

"Stai zitto razza di incosciente; e non ti azzardare più ad uscire senza di me."

Masaki annuì, quasi sorpreso da questa sorta di manifestazione di affetto.

Kirino poi si ammutolì di nuovo, prendendo posto affianco al turchese a debita distanza.

Il silenzio calò come le tende su un sipario; nessuno dei due aveva voglia di parlare, per cui non provarono neanche ad iniziare quelle assurde conversazioni che non portano mai a niente.

Kariya appoggiò la testa sul divano, chiudendo gli occhi, aspettando che le braccia di Morfeo lo avvolgessero.

Ranmaru, notando che Masaki aveva smesso di muoversi, si girò ad osservarlo e qualcosa in lui scattò; la gola si fece secca ed il cuore minacciava di staccarsi dal petto. Il turchese era bello in quella posizione, la testa inclinata mettendo in mostra il pomo d'Adamo, la bocca leggermente aperte dalla quale usciva un leggero russare ed il corpo completamente adagiato sul divano, inerme alle cose che accadevano attorno a lui.

Kirino si avvicinò lentamente pronto a scattare all'indietro a qualsiasi mossa avventata dell'altro; quando notò che nulla succedeva prese coraggio ed appoggiò il viso sulla spalla di Kariya, sentiva il suo odore, così diverso rispetto a quelli mai sentiti fino ad ora; non poteva essere paragonato a qualcosa di specifico, ma era comunque capace di rapirlo.

Ranmaru chiuse gli occhi addormentandosi anche lui.


Quando Hiroto e Midorikawa tornarono a casa non si azzardarono a svegliare i due fratellastri, non volendo rovinare quel momento di pace apparente; così cenarono soli e si coricarono a letto, distrutti per la giornata passata.


Kurama era davanti alla casa di Minamisawa; aveva fatto più in fretta che poteva, non volendo far aspettare troppo l'amico, evidentemente turbato dai fatti della scorsa notte

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Kurama era davanti alla casa di Minamisawa; aveva fatto più in fretta che poteva, non volendo far aspettare troppo l'amico, evidentemente turbato dai fatti della scorsa notte.

Dopo un bel respiro prese coraggio e suonò al campanello attendendo pazientemente  che la porta venisse aperta. Ammirò con occhio attento il porta ombrelli sulla destra; oggi metteva pioggia quindi era normale che fosse pieno, pronto all'uso. Quello che non quadrava era la presenza di un ombrello rosa shocking affianco a quelli neri o blu scuro dell'amico. 

Atsushi odiava i colori femminili o chiari, gli davano su i nervi, li riteneva da deboli; ecco perché Norihito non gli aveva mai detto che adorava il rosa pastello.

Il cuore dell'azzurro cominciò a battere velocemente quando un sospetto si insinuò nella sua mente. Minamisawa stava impiegando veramente troppo tempo ad aprire la porta, e quell'ombrello continuava a non raccontargliela giusta.

Sentì una voce femminile provenire da dentro la casa, una di quelle acute e stridule, che ti faceva venire voglia di staccarti le orecchie, una di quelle che la diceva lunga su una ragazza.

Kurama non era tipo da giudicare solo in base all'aspetto, ma quando frequentavi Atsushi da un po' iniziavi a ricordarti il tipo voci delle persone che entravano ed uscivano da quella casa; e di certo quel suono non portava mai a nulla di buono.

Come a volersi dimostrare una chioma rosa shocking uscì dalla porta, il corpo della donna fasciato da vestiti striminziti.

Norihito guardò la ragazza andarsene e quasi non vomitò nel sentire l'odore di Minamisawa sul corpo di lei.

"Kurama? Che fai lì, entra!"

L'azzurro prese una boccata d'aria e mise piede in quel luogo, cercando di non badare al corpo dell'amico e all'odore di quella troietta da quattro soldi che impregnava l'aria.

"Mi dispiace di averti fatto aspettare ma vedi-"
"Risparmiamelo per l'amor del cielo; ed ora dimmi, hai qualche sospetto su chi possa essere l'amante misteriosa?"
"A dire il vero credo di ricordare qualcosa"

Norihito quasi non svenne sul colpo; si sedette sul braccio del divano, assumendo un'espressione curiosa, come se non sapesse già chi fosse la persona con la quale Atsushi ha passato la notte.

"Quindi ti ricordi di lei?"
"Lui, sono sicuro fosse un lui, probabilmente dall'odore, era qualcosa di forte, simile al tuo."

L'azzurro sgranò gli occhi impercettibilmente, pregando nella stupidità di Minamisawa.

"Comunque, credo di aver lasciato qualche segno su quella persona, quindi basterà controllare il collo o la schiena per controllare."
"Non puoi mica spogliare ogni uomo della città lo sai?"

Atsushi sollevò le spalle, non curante del problema. "Posso portarmi a letto le persone con quel tipo di odore e vedere se si risveglia qualcosa"

Il cuore di Norihito si strinse in una morsa ed il volto si rabbuiò; sapeva di quanto il suo amico fosse attivo in ambito sessuale, ne aveva avuta la dimostrazione solo qualche minuto fa, ma sentirselo dire con così tanta franchezza, come se non contasse nulla, lo faceva star male. Quando la verità sarebbe venuta a galla, cosa avrebbe fatto?

"Cominciamo le ricerche! Allora, ci dividiamo per fare più in fretta, dobbiamo seguire l'odore di quella persona; per te dovrebbe essere facile, visto che è molto simile al tuo."

Kurama cercò di convincersi che sarebbe andato tutto bene, infondo c'erano un sacco di persone in città, la cosa sarebbe stata complicata e probabilmente l'amico si sarebbe arreso presto.

"Okay! Muoviamoci!"

I due si diressero fuori da quell'abitazione, sorridenti ma con obbiettivi completamente diversi.

Atsushi non era stupido, e lui sapeva esattamente a chi appartenesse quell'odore e con chi avesse consumato il letto; tuttavia gli sembrava così surreale, così impossibile che si rifiutava di crederci. In cuor suo sperava che quell'assurda missione, priva di senso logico e con obbiettivi pratici, raggiungesse lo scopo predestinato; primo o poi avrebbe dovuto parlarne con Norihito, avrebbero dovuto affrontare un sacco di cose.


I hate everything about you //Ranmasa//MinakuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora