PROLOGO

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"Mamma dove stiamo andando?" La mia manina era incrociata con quella di mia mamma e nonostante le chiedessi dove stessimo andando non rispondeva. "Muoviti Madison. Siamo in ritardo." Questa fu la sua unica risposta. Arrivammo in un vicolo stretto e ad un certo punto si fermò. Si chinò davanti a me e mi abbracciò forte. Mi guardò e accennò un piccolo sorriso. "Mad ora tu stai qui okey? La mamma torna tra poco." Mi diede un bacio sulla fronte ,mi passò il dito sulla guancia e io annuì. Si alzò e se ne andò. La salutai con la mano ma lei non si voltò neanche una volta. Iniziai a giocare con un sassolino e senza che me accorgessi, quando alzai gli occhi ,il cielo era tutto buio. Dov'era la mia mamma? Aveva detto che sarebbe venuta a riprendermi. Mi sedetti su un bidoncino e rimasi li ad aspettarla. Su quel bidone ci rimasi per un pò o forse troppo tempo, fino a quando realizzai che non sarebbe mai più tornata.

7 anni dopo...

"Torna qua ragazzina." Il signore del market iniziò a gridarmi addosso subito dopo essere uscita senza pagare. Iniziai a correre più veloce che potevo, cercando il vicolo più nascosto e una volta trovato, mi ci fiondai dentro, continuando a correre. Mi nascosi in un sottoscala e controllai attentamente che nessuno mi avesse seguita. Una volta realizzato che ero sola ,tirai fuori dalla giacca il cibo che avevo rubato. Non avevo soldi e vivevo per strada, come potevo permettermi da mangiare? Non potevo neanche morire di fame. Azzannai la focaccia e me la gustai a pieno. Erano 2 giorni che non mangiavo ed ero davvero troppo affamata per resistere ancora. Una volta finito uscì ,mi tolsi le briciole dalla giacca e feci per incamminarmi verso l'uscita della via, ma iniziai a sentire dei passi dietro di me. Iniziai ad accelerare il passo, ma più lo facevo, più i passi dietro di me, recuperavano terreno. Dovevo restare calma.

Due uomini mi apparsero davanti, mi presero per la giacca e mi inchiodarono contro il muro. -"Lasciatemi giù" inizia a ripetere cominciando a dimenarmi. -"Bene, bene, bene. Ragazzi, ma non conoscete proprio le buone maniere? Suvvia lasciate andare la ragazza." Voltai il viso e vidi un ragazzo avvicinarsi ,mentre passava sulle labbra la sua sigaretta. Era alto, molto alto, occhi azzurri come il ghiaccio e capelli color platino. Indossava una felpa nera ed un paio di jeans. Mi rimisero a terra e lui si avvicinò a me sbanfandomi addosso. Una volta arrivato all'altezza del mio viso sogghignò e in risposta lo guardai in cagnesco. Chi era e che voleva. "Perdonali ,non sono abituati a trattare con le ragazzine. Come ti chiami?"- "Non ti importa". Il ragazzo misterioso si avvicinò ulteriormente e mi passò un dito sulla guancia. Scostai immediatamente il viso. Non avevo mai amato il contatto fisico, specie se a farlo era una persona che non conoscevo. "Ribelle. Mi piaci." sogghignò. "Però per tua sfortuna devo sapere il tuo nome. Non vorrei mai farti del male capisci?"- "No, non capisco." risposi cercando di trattenere il mio sarcasmo, fallendo miseramente. Uno dei due uomini, si avvicinò a me con fare minaccioso ed estrasse una pistola dalla giacca. Fu solo in quel momento che capì, che non c'era assolutamente nulla da scherzare e decisi di rispondere alla fatidica domanda: "Madison."-"Madison? Mad! Ah che bel nome. Mmh,si mi piace."-"Ora che ti ho detto il mio nome, dimmi che vuoi?"-"Madison,le domande qui le faccio io. Che ci fai qua tutta sola? E' pericoloso lo sai? Però quando vivi per strada è così." Il sangue mi si gelò nelle vene. Come faceva a saperlo? "Chi sei." chiesa cercando di mantenere la calma. "Oh che maleducato non mi sono neanche presentato. Io sono Dylan e devo proporti un affare. Voglio donarti la mia protezione,una casa e un lavoro. Ovviamente per me."-"E perché dovrei accettare?" chiesi dubbiosa.

Il ragazzo buttò a terra la sigaretta ormai finita e ridacchiò. Ci fu un momento di silenzio e poi ricominciò a parlare. "Vedi Mad.. posso chiamarti Mad vero? Comunque, questi due uomini sono poliziotti che ovviamente lavorano per me e se tu non dovessi accettare, temo che avrai un viaggio di sola andata verso la prigione .Non si ruba ricordi?" Il fiato mi mancò dopo le sue ultime parole e rassegnata annui. "Sapevo non ci sarebbero stati problemi. Seguimi." Iniziai a camminare e i due uomini mi rimasero dietro ,come se temessero che scappassi e ammetto che il loro timore era corretto. Arrivammo davanti ad una macchina nera e Dylan mi aprì la portiera, invitandomi a salire. "Oh Mad, noi faremo un sacco di affari ,vedrai."

E poi chiuse la portiera. Non potevo immaginare, in che casino mi ero appena cacciata

Il mio demone custodeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora