Verde nel Blu - Cap.7

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Verde nel Blu - Cap.7

"Marinette, perché non mi hai risposto per tutto il weekend?" - chiese Alya all'amica.

"Avevo bisogno di stare un pochino da sola e chiudere questo capitolo della mia vita!" - rispose la corvina, togliendo il tablet dallo zaino ed appoggiandolo sul banco di scuola.

"Non ti pare di esagerare? Il fatto che questa ragazza abbia tirato il due di picche ad Adrian è solo un vantaggio per te, non trovi?".

"No. Non solo mi troverei ad essere il rimpiazzo, ma vedo che Adrian non ha proprio mollato l'osso ed i suoi sentimenti per questa sconosciuta sono ancora ben radicati".

"Se vuoi, mi metto in moto e cerco di scoprire chi sia questa fantomatica rubacuori" - la buttò lì la mora.

"Come se il resto di internet non lo stesse già facendo!" - sbottò la corvina.

"Vero, ma tu hai poca fiducia nelle mie capacità! Sai che io riesco dove tutti gli altri falliscono... io ho un'arma segreta!" - ammiccò subdolamente.

"Nino?" - sorrise, complice.

"Nino!" - affermò schietta.

"Gli dovrai fare un monumento a questo ragazzo, lo sai?".

"Si! Ed è per questo che lo amo!!" - cinguettò la mora - "Mi metto subito all'opera!".

Marinette sorrise di cuore, come mai aveva fatto in tutto il weekend. Se solo anche lei avesse trovato un compagno con cui sviluppare un simile affiatamento... fu solo uno sbattere di ciglia, una nuvola nera che passa veloce di fronte al sole, una parentesi quadra - al posto di una tonda - in una equazione lunghissima, ma il pensiero della ragazza prese la forma di un gatto nero per il tempo necessario a rendersene conto e, subito, dimenticarsene.

Adrian si era dato da fare per organizzare il giorno in piscina, o almeno così lo chiamava, nei minimi dettagli. Gli ci era voluto tutto il weekend ed anche il supporto della sempre solerte Nathalie per far sì che tutto fosse apposto. Quel lunedì mattina arrivò a scuola stanco, ma soddisfatto e la prima cosa che fece fu quella di puntare Mattie ed invitarlo sia come partecipante che come co-organizzatore. Il biondo avrebbe gestito la sua classe, il moro la propria. La piscina sarebbe stata quella di Villa Agreste ed i costumi sarebbero stati forniti dalla casa di moda omonima. Ovviamente, lo scopo era divertirsi, passare un pomeriggio in compagnia e, come ciliegina, ognuno si sarebbe tenuto il costume griffato - sicuramente un ottimo incentivo a partecipare. Tutti sarebbero stati informati che, nella pratica, quella giornata avrebbe dovuto essere una sorta di prova generale per un nuovo spot Agreste, ma spicciolamente, era un pretesto per una rimpatriata di studenti, con tanto di buffet.

I costumi sarebbero stati rigorosamente rossi ed interi per le partecipanti femminili, mentre neri - con lavorazioni verde fluo - per quelli maschili.

La giornata scelta sarebbe stata il sabato successivo, ossia l'ultimo giorno prima dell'inizio della competizione della propria classe e, tra le altre cose, sarebbe stato un ottimo momento - per tutti - per provare la rappresentazione con un pubblico vero e ipercritico.

Le adesioni all'evento, etichettato da Chloé come fiore all'occhiello del jet-set scolastico, furono immediate e totali per ambo le classi, eccetto che per una studentessa: Marinette.

Nello stato d'animo in cui versava, la corvina proprio non se la sentì di tuffarsi, nel vero senso della parola, in casa del "nemico" ed a nulla servirono le moine di Alya e Nino, nonché le forzature dei vari compagni.

Marinette sembrava inamovibile.

La cosa giunse alle orecchie di un certo biondino che, incredulo, attese la fine della giornata scolastica per braccare l'amica. Mai e poi mai avrebbe rinunciato proprio al piacere ed alla compagnia della persona che, a ragion veduta, riteneva la migliore con cui avesse mai interagito, dopo Ladybug e balbettii a parte, ovviamente. E così l'aspettò al varco d'uscita dell'edificio scolastico.

"Marinette!" - la chiamò - "Posso?".

"Dimmi, Adrian" - rispose calma, senza increspature, la corvina.

"Sai, sto organizzando un pomeriggio in piscina da me, come giornata per le prove generali della nostra recita e per stare tutti insieme..." - proseguì il modello, anche se subito si accorse di qualcosa che non tornava.

"Ne sono stata informata" - affermò educatamente la ragazza.

Adrian si fermò un attimo ad osservarla. Qualcosa mancava nello sguardo della compagna. Marinette era di fronte a lui, senza balbettio, senza luce negli occhi, senza il suo sorriso.

Istintivamente, il biondo si portò la mano dietro alla nuca, cosa che faceva solo in situazioni di forte imbarazzo e, in tutta onestà, una Marinette così decisa non lo metteva per nulla a proprio agio.

"Ecco..." - provò a continuare - "...Alya mi ha detto che non verrai ed io, invece, ci terrei davvero molto che tu...".

"Grazie per l'invito, ma non ci sarò" - lo affondò con uno sguardo.

Adrian si sentì preso da una strana sensazione, mai provata prima. Quel diniego era pesante come una ghigliottina che sta per mozzare una testa. Decisamente non andava bene e la forza di quello sguardo colore blu tempesta gli tarpò tutte le speranze in una frazione di secondo. Rimase impietrito, con un senso di déjà-vu indefinito addosso.

"Se non ti dispiace, devo andare. Ci vediamo domani" - concluse la corvina, girando sui tacchi per dirigersi a casa.

Dopo un momento di vuoto, il carattere di Chat Noir venne in soccorso all'eroe in incognito che, con decisione e delicatezza, afferrò il polso della compagna di scuola che si stava per allontanare.

"Aspetta, Marinette!" - la tirò verso di sé, forse troppo vicino, ma non ci fece caso.

"Che cosa ti serve, ancora?".

"Questa non è la Marinette che conosco... che tutti conoscono! Che cosa ti è successo?" - quasi l'aggredì, con un forte senso di paura distribuito in tutto il corpo. Se qualcosa non andava nella bella compagna, avrebbe dovuto parlargliene, come si fa tra amici. Invece, constatò che qualcosa fosse effettivamente accaduto, ma che gli fosse imperdonabilmente pure sfuggito, forse perché troppo preso della ricerca dell'identità di Ladybug.

"Non ho nulla che non va, Adrian" - rispose con una nota di gelo accentuata nel nome del compagno - "Solo non ho modo di partecipare all'evento".

"Mari, ti conosco da troppo per non capire che qualcosa non va! Se ti ho fatto qualcosa o se ho mancato di rispetto nei tuoi confronti, ti chiedo scusa fin d'ora, anche se non so cosa posso aver combinato" - sparlò senza pensare - "senza di te non sarebbe la stessa cosa e tu stessa sei indispensabile per la prova di teatro, nonché come capoclasse ed io..."

Adrian inspirò, preso dall'agitazione del momento.

Fu allora che identificò quel profumo... quel senso di... quegli occhi blu...

Un groppo gli si formò in gola e, di punto in bianco, fu chiara al giovane la consapevolezza che costringere a tutti i costi Marinette a partecipare avesse carattere di mandato assoluto.

Tremò.

"... Mari... ti prego ... fallo per me" - riuscì a scandire con un filo di voce, pur tenendo gli occhi spalancati e non abbassando lo sguardo da quel mare in tempesta che aveva di fronte. Si fissarono a lungo, senza dirsi niente, solo guardandosi.

Lui, verde - lei, blu: verde nel blu.

Marinette sospirò sconsolata.

"Va bene. Non posso rifiutare una richiesta così accorata" - confermò la corvina, inconsapevolmente in balia delle medesime sensazioni del modello, magari sommerse da più giorni di lacrime, ma ugualmente forti e scombussolanti.

Un tenue sorriso sbocciò tra i due ed un senso di calore reciproco li avvolse.

Adrian si accorse di avere ancora in ostaggio il polso dell'amica e, imbarazzatissimo, lo liberò, riportandosi la mano dietro alla nuca.

Si salutarono, ambedue più leggeri, ed ognuno tornò alle proprie incombenze.

"Si!" - si disse Marinette, attraversando la strada per tornare a casa - "era la giusta decisione".

"Si!" - pensò Adrian, salendo in auto - "ora tutto andrà bene!". 

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