CAPITOLO 9.

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ALEX

Quando i miei occhi si soffermarono su quelli della biondina, che come una ladruncola leggeva un libro preso dalla mia libreria, qualcosa in me cambiò. Cazzo se era bella. Era diversa dalle altre. Non era appariscente rispetto a tutte quelle che alla festa erano vestite scollate, aderenti.. alla ricerca di attenzione da qualcuno che le avrebbe solo volute scopare. Portava dei jeans stretti, un maglione a righe ed un giubbotto di pelle nero. Il fatto che non cascasse ai miei piedi, come molte fino ad allora avevano fatto, ma mi tenesse testa mi faceva impazzire. Facevo lo stronzo ma solo per attirare la sua attenzione, perché so che si meritava di meglio, non uno come me. Ma anche quando volevo starle lontano non riuscivo. La cercavo, la volevo. Il pensiero che qualcuno la potesse toccare mi faceva incazzare. Al pensiero che adesso era a Malta con il suo tipo a fare chissà cosa mi faceva impazzire. La mia mano era chiusa a pugno quando mi sentii chiamare << Pirce muoviti, tocca a te>> il mio allenatore urlava ed io ero rimasto fermo imbambolato perso tra i miei pensieri. Ero così incazzato e volevo solo spaccare la faccia a qualcuno. Partii a razzo contro il mio compagno che al momento imitava l'avversario e, con l'immagine di Amy avvinghiata a quel tipo, lo sovrastai buttandolo a terra e facendo fallo. Tutto l'allenamento andò così, ero troppo incazzato anche per come mi aveva trattato l'ultima volta e il sangue mi ribolliva nelle vene. 

<< Vai a cambiarti Pirce te oggi hai finito se non ti dai una calmata!>> mi limitai a togliermi il casco e dirigermi verso lo spogliatoio. Poco più tardi i miei compagni mi raggiunsero << ma cosa ti è preso? Perché fai il coglione?>> li guardai in cagnesco << mollatemi che non è giornata oggi>> mi misi il giubbino di pelle e andai verso la mia bmw. Girai a vuoto per diverso tempo, non sapendo bene cosa fare, dove andare. Quando ritornai ai dormitori era sera ed ovviamente c'era una festa. Entrai e presi una birra fissando tutte quelle persone, cercando Amy anche se sapevo non ci sarebbe stata. A metà serata ero intento a parlare con qualcuno, anche se non ricordo bene chi, visto che era probabilmente la quarta birra che bevevo, dopo diversi amari e cocktail che avevo già buttato giù, quando vidi entrare James Bell. I nostri sguardi erano duri e fissi. Non eravamo in buoni rapporti visto il casino che era successo con sua sorella. Non ero in me dopo l'incidente e avevo sbagliato , ma in questa vita non è permesso commettere errori. Chi sbaglia paga, e io avevo pagato duramente, visto che ero stato cacciato da casa e mi ero ritrovato in mezzo alla strada senza nessuno dalla mia parte . Uscii di casa , avevo bisogno di prendere una boccata d'aria . Tuttavia appena mi accasciai per terra in giardino, con la testa che mi scoppiava sentii qualcuno raggiungermi. Alzai lo sguardo e vidi James davanti a me << stai lontano da Amy, non ti farò rovinare anche la sua vita! Sa tutto.. >> quando sentii pronunciare l'ultima frase mi alzai di colpo e lo afferrai per il colletto della camicia sbattendolo contro il muro. 

<< che cazzo gli hai detto?>> la sua bocca passò da un espressione di preoccupazione ad un sorriso di sfida in un istante << gli ho detto semplicemente la verità >> sentii il calore bruciarmi dentro, i miei muscoli si irrigidirono e persi il controllo. In un attimo incominciai a colpirlo con pugni diretti al viso, calci sullo stomaco mentre urlavo << non sai un cazzo di me, come ti permetti>> continuai ancora, non riuscivo a fermarmi << Io me ne sono innamorato e tu.. >> tirai l'ultimo pugno quando mi accorsi di ciò che avevo appena detto. Me ne sono innamorato? Ed era così.. pensavo sempre a lei, ogni volta che la vedevo stavo meglio, avrei fatto di tutto per renderla felice.. e non mi importava se era la donna di un altro uomo, se eravamo gli opposti e se avrei dovuto lottare per una vita intera.. io volevo lei. Si me ne ero innamorato. Anche James, che nel frattempo era accasciato a terra, si stupì di quell'affermazione. Me ne andai senza dire una parola, entrai in macchina e partii a gran velocità. Ero riuscito a combinare un altro casino. Ma adesso che Amy sapeva la storia cosa avrebbe pensato di me? Perché non era venuta a chiedermi spiegazioni ma si era chiusa semplicemente a riccio buttandomi fuori?

Nei giorni successivi scoprii che James era al pronto soccorso con un paio di costole rotte, una faccia irriconoscibile e una gamba rotta. Avevo dato proprio il peggio di me. Al momento non aveva ancora detto il mio nome.. chissà se l'avrebbe fatto! Mi rifugiai a casa dei miei, erano partiti e mia madre mi aveva avvisato che avrebbe lasciato la chiave sotto lo zerbino. Non so come meritassi tutto l'amore di mia madre. Era una donna fantastica, dopo tutti i casini che avevo combinato non aveva mai smesso di starmi vicino, di proteggermi, andando molte volte contro mio padre.

Mentre mi trovavo sdraiato sul divano sentii qualcuno aprire la porta. Chi poteva essere? I miei non sarebbero tornati per altri due giorni! Mi alzai di scatto e mi diressi alla porta di ingresso.

 << Mike cazzo, cosa ci fai qua?>> mi avvicinai per abbracciarlo << Cugino non dirmi che ti ho spaventato>> rise tirandomi una pacca sulla spalla. Mike era mio cugino, o meglio come un fratello. Eravamo cresciuti insieme a Londra ma quando suo padre aveva trovato lavoro in Germania si era dovuto trasferire. Ci assomigliavamo molto, da piccoli ci scambiavano sempre per gemelli nonostante lui avesse un anno in meno. Ora lui era alto quanto me, muscoloso ma la sua pelle era immacolata a differenza della mia piena di tatuaggi ed i suoi capelli erano castano chiari.

 << ho sentito la zia mi ha detto di venire qua finché non troverò un mio appartamento>> lo guardai sgranando gli occhi, non capivo << Stare qua? Perché?>> lui mi sorrise e avvinghiò il suo braccio intorno alle mie spalle << Ebbene si cugino, ho deciso di spostarmi nel tuo college. Studierò architettura qua>> il mio sguardo si illuminò, ero troppo felice. 

<< sai cosa ti dico? io sto in un dormitorio qua vicino puoi venire a stare la ci sono delle stanze libere e nel frattempo potremmo cercare un appartamento da dividere insieme>> era da un po' che volevo cercarmi un posto più tranquillo e l'idea di condividerlo con mio cugino mi sembrò perfetta. Gli ultimi giorni prima di ricominciare il College li passammo in giro per pub del centro di Londra. 

<< Guarda quelle biondine, potremmo divertirci>>lo sguardo malizioso di Mike mi fissava << No io passo, sono tutte tue>> in realtà non le aveva neanche guardate. 

<< Non dirmi che ti sei fidanzato proprio adesso che io sono tornato, chi mi farà compagnia?>> risi nel vedere che non era cambiato di una virgola nonostante fossero passati 5 anni. 

<< Non sono fidanzato, non me la meriterei neanche.. ma le farò cambiare idea>> mio cugino mi sorrise, poi si girò verso la barista << versaci ancora un po' di Whisky>> .

PERSI TRA I BATTITI DEI NOSTRI CUORIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora