CAPITOLO 15. AMY

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AMY

Quando riaprii gli occhi le immagini davanti a me erano confuse e annebbiate. Provai lentamente a muovere le mie mani e sentii pian piano ogni mio arto riprendere vita. La stanza era luminosa perciò i miei occhi ci misero un po' per riuscire ad adattarsi a quel chiarore. Davanti a me vidi Grace incredula ed immobile ad osservarmi ma subito dopo incominciò a gridare << Dottore , dottore.. si è svegliata>> si fiondò su di me piangendo << Amy finalmente , che bello>> provai a rispondere ma la mia bocca asciutta e secca me lo impediva, avevo bisogno assolutamente di bere. Grace fortunatamente mi capì subito riempiendo cosi immediatamente un bicchiere d'acqua e porgendomelo alla bocca per aiutarmi a bere. Quando ebbi ripreso finalmente l'uso delle mie corde vocali, anche se ancora un po in fiamme, riuscii a parlare << Ciao Grace, che succede?>> l'ultima cosa che ricordavo era la faccia di Alex che mi diceva di reggermi forte, poi il buio. Oddio Alex , come stava? Appena il dottore arrivò non persi tempo e fu la prima cosa che gli domandai << Tranquilla sta bene, è stato un po' impossibile gestirlo in questo mese perche non voleva mai lasciare questa stanza. Sei fortunata>> sorrisi nel pensare a quanto erano vere quelle parole. Aspetta, aveva detto un mese? << ma da quanto sono qua?>> chiesi perplessa ed agitata io << hai avuto un incidente con Alex e sei entrata in coma Amy, è passato un mese>> la voce di Grace, rimasta in disparte per far lavorare i medici, si ruppe per via del pianto. Il mio cuore rischiò , ancora per una volta, di smettere di battere. Un mese? Cosa era successo per tutto questo tempo? Mentre mi interrogavo su tutto questo i miei genitori entrarono nella mia stanza. Che bello vederli insieme, mio padre teneva salde le spalle di mia madre che era piegata verso di me. Ero abituata a vederli sempre litigare negli ultimi anni e vederli così uniti mi riempì di gioia. Restarono per un'ora nella mia stanza, chiacchierammo di molte cose, della rottura con Lucas e anche del fatto che avevano conosciuto Alex e mia madre aveva utilizzato esattamente testuali parole " certo che è un gran figo". Ma dov'era? Dovevo a tutti i costi vederlo. Quando mi ritrovai da sola nella stanza, dopo che il dottore si era raccomandato assoluto riposo , decisi ugualmente di alzarmi da quel letto. Avevo visto il mio telefono sul tavolino appoggiato di fianco alla porta e volevo assolutamente prenderlo per sentire Alex. Mi alzai, staccandomi i fili della flebo che avevo attaccata, tuttavia appena appoggiai i piedi a terra sentii le gambe cedermi. Dopo tutto era un mese che non camminavo, dovevo aspettarmelo. Dovetti stringere i denti e i pugni, il dolore era forte ma la determinazione lo era molto di più. Mi sorressi saldamente al letto, fin quando, a pochi centimetri dal tavolino sentii la porta aprirsi ed ecco che lo vidi. Quegli occhi verdi ipnotici e accattivanti, affascinanti e seducenti mi guardavano. Questa volta erano sorpresi e preoccupati allo stesso tempo. I capelli scuri ma spettinati ricadevano sulla sua fronte, e una leggera barbetta gli delineava il viso. A quella vista tutte le forze accumulate fino a quel momento scomparirono e, se non fosse stata per la sua presa salda, sarei caduta a terra. Quelle braccia solide e calde mi circondavano e sorreggevano. Sarei rimasta cosi per ore. Lui tuttavia mi prese in braccio e mi riappoggiò sul letto << Piccola cazzo, cosa ci fai in piedi?>> la sua voce era preoccupata ed arrabbiata << volevo prendere il telefono, volevo chiamarti.. ti volevo >> una lacrima mi scese sul viso, Alex circondò quest'ultimo con le sue grandi mani << sono qua, non vado da nessuna parte .. te a proposito non lasciarmi mai più>> ed un bacio dolce e leggero sigillò quel patto.

Le settimane in ospedale non passavano più anche se ero sempre circondata da amici e da Alex . I miei genitori erano tornati a Malta anche se ogni giorno ricevevo puntualmente una loro chiamata . Quando finalmente potei tornare a casa Alex e Mike avevano organizzato una festa di "Ben Tornata" nel loro appartamento. Niente di eclatante visto che il dottore si era raccomandato assoluto riposo. C'erano Grace, Sarah, Thomas, James, un paio di ragazze invitate da Mike e dei compagni di squadra di rugby di Alex. Era bello essere circondata da tutte quelle persone che mi volevano bene. A metà serata tuttavia Alex mi sollevò portandomi in camera sua.

PERSI TRA I BATTITI DEI NOSTRI CUORIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora