5 - Biscotti

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La giornata era trascorsa velocemente ed era andato tutto bene. La colazione non era stata frettolosa, l'aveva preparata insieme al padre meticolosamente e si erano seduti a tavola consumandola con tranquillità e discutendo degli impegni della giornata. Il padre doveva essere all'università alle 9.30 e quindi non aveva i minuti contati, mentre lei poteva concedersi ancora il lusso di un ritmo non frenetico. Dopo che il padre era uscito, si era lavata e vestita ed era scesa in strada per comprare qualcosa con cui preparare il pranzo per Jojo; non era abituata a frequentare il supermercato, a pranzo mangiavano alla mensa scolastica, e non aveva grandi idee in testa, così alla fine aveva scelto carne e insalata per non complicarsi troppo la giornata.
Aveva atteso l'amica con una certa ansia, desiderando la sua compagnia e le sue chiacchiere; arrivata dopo le lezioni, Jojo le aveva riferito dettagliatamente le reazioni dei compagni alla notizia del suo ritorno. Come aveva previsto, le sue amiche più care avevano accolto la notizia con gioia e c'era stato un certo entusiasmo in aula; da parte di altri qualche commento tiepido e da altri una totale indifferenza. D'altra parte, con alcuni non era mai riuscita a legare negli anni e non si aspettava niente di diverso.
Jojo era stata un vulcano in piena attività; l'aveva subissata di commenti, impressioni, battute, idee per il futuro, pettegolezzi di ogni genere e su chiunque avesse avuto minimamente a che fare con loro. Insieme a lei il tempo trascorreva ad una velocità impressionante. Consuelo era arrivata puntuale e vedendo l'amica aveva espresso tutta la sua gioia in quella maniera così colorita e folkloristica tipica dei latino americani. Loro due si erano ritirate nella stanza di Megan e ne erano uscite solo dopo un paio d'ore, chiamate a gran voce da Consuelo. Sul tavolo del soggiorno faceva bella figura un vassoio carico di alfajor, dolci tipici messicani che a Megan piacevano molto. Erano una specie di biscotti a base di farina di mais e zucchero di canna e ne esistevano di varie versioni; stavolta Consuelo ne aveva preparato di due tipi, ripieni alla crema di latte e al cioccolato, una vera delizia. Il vassoio era sovraccarico e i biscotti ancora caldi. Consuelo si era superata e aveva un gran sorriso in volto. Avevano quindi deciso senza grandi incertezze di potersi permettere una pausa dalle loro attività e si erano dedicate con passione ad approfondire la conoscenza della tradizione culinaria messicana. Consuelo si era intrattenuta qualche minuto con loro ma poi, discretamente, era scivolata via sia per lasciarle da sole alle loro chiacchiere sia per riprendere i lavori domestici.
Dimezzato il vassoio erano poi tornate in camera e Jojo le aveva finito di spiegare quello che avevano studiato durante la sua assenza. Era una gran mole di lavoro ma niente di complicato, e niente che non si potesse recuperare con un supplemento giornaliero di ore di studio. Anzi, già quel pomeriggio Jojo le aveva ricapitolato le ultime lezioni di storia e di cultura americana e non ci sarebbero stati problemi. Per quanto riguardava la matematica beh li ovviamente poteva contare sull'aiuto del padre. C'erano poi le materie che Megan aveva scelto di inserire nel proprio corso di studi; come seconda lingua aveva scelto lo spagnolo mentre Jojo seguiva il corso di francese, aveva poi chimica che le complicava un po' la vita e fotografia che invece la appassionava molto.
Con Jojo non c'erano stati mai segreti, da quando erano diventate amiche avevano condiviso tutto, qualunque cosa riguardante amicizie, impegni, ragazzi.... a metà pomeriggio quindi Megan aveva con prudenza chiesto a Jojo qualche notizia di Kevin. Jojo lo conosceva ma non troppo approfonditamente, si limitò a dirle che lo vedeva in giro per la scuola e in aula durante l'ora di informatica, materia facoltativa scelta da entrambi. In aula solitamente se ne stava in disparte occupando sempre lo stesso banco, in fondo all'aula. Seguiva però le lezioni con attenzioni, in aula era concentrato. Fuori invece sembrava svagato come sempre, riferì. In effetti Kevin dava sempre l'idea di avere la testa tra le nuvole. Aveva diversi amici, che Megan sapesse, ma nessuna frequentazione femminile "particolare". Jojo l'aveva presa in giro scherzosamente sull'argomento, incitandola all'azione ma Megan non aveva grandi intenzioni di complicarsi la vita con un ragazzo. Non ora, non in quel momento. Certo aveva simpatia per lui, quando lo aveva conosciuto al corso di fotografia lo aveva ritenuto subito simpatico ed interessante. Era più serio degli altri ragazzi della sua età e poco incline all'attività sportiva. Non era pigro, semplicemente preferiva dedicare le proprie energie ad altro. Quindi niente baseball, niente football, niente basket. Faceva ginnastica come tutti e aveva un tiepido interesse per la pallavolo, sport nel quale poteva far valere il suo fisico alto e asciutto (troppo asciutto, a dire il vero). Il suo vero interesse era la fotografia, era un vero appassionato della materia e aveva già una discreta attrezzatura semi professionale che una volta le aveva mostrato con orgoglio.
Jojo era andata via a malincuore ma era contenta di raggiungere il padre per la serata; si abbracciarono forte sulla porta di casa. Consuelo si era intestardita per farle portare via qualche alfajor, dono che Jojo aveva accettato di buon grado, e quindi se ne era andata via con una busta di carta ripiegata nello zaino, contenta di poter fare una piccola sorpresa al padre.
La giornata era scivolata verso sera, dalle finestre aveva visto il sole disegnare una lenta parabola discendente terminando il percorso infuocando l'orizzonte lontano con un rosso acceso veramente emozionante. Il cielo era solcato da nubi pigre e gonfie, e il sole morente ne aveva infiammato i contorni trasformandole in tante pecore dal bordo ramato.
Aveva nuovamente ringraziato Consuelo per il suo affetto, i suoi consigli e per i dolci; ne erano rimasti ancora alcuni, cosa che avrebbe di certo fatto felice il papà al suo ritorno. Consuelo le aveva fatto una carezza ed era scappata a casa, dove avrebbe dovuto ricominciare daccapo a trafficare tra pulizie e cucina. Megan non sapeva come riuscisse a portare a termine tutte le cose, a conciliare un lavoro già di per se faticoso con tutto quello che le rimaneva da fare una volta tornata a casa.
Alle 19.10 i rumori provenienti dalla porta di ingresso l'avevano avvisata del rientro del padre; era corsa alla porta ad accoglierlo con un certo entusiasmo.
Gli aveva raccontato tutto quello di cui aveva discusso con Jojo (quasi tutto... aveva omesso i discorsi in merito a Kevin) e gli aveva chiesto aiuto su un paio di lezioni di matematica da recuperare che necessitavano di una spiegazione. Papà le aveva promesso aiuto e infatti dopo cena si erano accoccolati sul divano rinunciando alla consueta puntata e le aveva spiegato gli argomenti con quel suo tono calmo e meticoloso, con il quale riusciva a far sembrare chiari e perfettamente comprensibili gli argomenti più ostici e che facevano venire il sudore freddo a buona parte della classe.
Alla fine si era fatto tardi e, con la promessa di ritrovarsi a colazione, si erano ritirati nelle loro camere. Adesso Megan era avvolta nelle coperte del letto, e nel silenzio della casa sentiva il respiro ancora irregolare del padre, il suo smaniare nel letto, segno che ancora non aveva preso sonno. La notte precedente non si era accorta di eventuali discorsi notturni del padre. Lei rimuginava sulla giornata trascorsa e su quello che l'aspettava il giorno dopo. Sentiva forte la mancanza della mamma, ecco con lei magari sarebbe perfino riuscita a toccare il tema ragazzi, le avrebbe perfino potuto chiedere qualche parere su Kevin, o qualche consiglio, qualche tattica prettamente femminile. Con il papà questi discorsi erano off limits, non sarebbe mai riuscita a chiedergli cose tipo "ehi papà c'è un ragazzo che mi piace, si chiama Kevin, secondo te dovrei prendere l'iniziativa io ed invitarlo ad uscire?" Di queste cose, con il papà non aveva mai parlato. L'unico accenno all'universo maschile che ruotava intorno a Megan era stato fatto una volta, l'anno precedente, in occasione di una gara di ginnastica a cui partecipavano anche squadre maschili. Alcuni dei ragazzi più grandi avevano un fisico veramente ben fatto, alti e muscolosi, e il padre aveva detto "accidenti che bella gioventù! Adesso capisco perché vai così volentieri alle lezioni della Crawford." Al che lei era diventata rossa come un pomodoro maturo e si era sentita così imbarazzata da chiudersi in un silenzio di tomba. Per altro, parecchi ragazzi della High School erano dotati di altrettante corporature; il loro problema non era il fisico, ma la testa. Era veramente noioso sentirli parlare sempre di football o di poco altro. Il relativo interesse per Kevin era nato dalla comune passione per la fotografia; lui era fermamente convinto che il suo futuro lavorativo si sarebbe svolto in quel campo, Desfor e Capa (entrambi fotografi di guerra) erano i suoi miti ma recentemente aveva espresso l'idea che anche essere il fotografo ufficiale di qualche famosa rock band non gli sarebbe dispiaciuto, con questo ovviamente andando a riunire le sue due più grandi passioni. In quel campo, il suo idolo era l'olandese Anton Corbijn, che poi aveva spaziato anche nel campo cinematografico. "Un lavoro certo più tranquillo del fotografo di guerra" scherzava a volte "'e che ti permette di entrare gratis ai concerti!".
Chissà perché non si era fatto sentire in tutti quei giorni.
Diede una occhiata sui social, non aveva postato niente su Instagram e niente su Facebook nell'ultimo periodo.
Magicamente, per una sorta di coincidenza astrale, osservò stupita comparire sul cellulare un messaggio whatsapp del ragazzo. Poche e semplici parole "scusami se ti sono stato alla larga, se vorrai ti spiegherò. Sono contento di rivederti a scuola. Buona notte" Con aggiunta di faccina ammiccante.
Ora le questioni che si creavano erano almeno due: a) in che modo Kevin avesse saputo del suo ritorno a scuola ...una mezza idea ce l'aveva... Jojo in qualche modo c'entrava e non sapeva se strangolarla o ringraziarla .. b) come comportarsi con lui? Atteggiamento oscillante tra l'offeso e l'indifferente? Normale? Gli si dava una opportunità di spiegare o no?
Intanto, rispose a Kevin ringraziandolo del messaggio e dicendo brevemente "ci vediamo lunedì ".
Era confusa su quello che voleva dalla vita, da se stessa, da chi le stava intorno. Non vedeva l'ora di tornare in palestra, sul tappeto si sentiva a suo agio, rilassata. Il controllo che doveva esercitare sul suo corpo le impediva di solito di pensare ad altro, le permetteva di evadere dalle preoccupazioni e da ogni altro tipo di problema. Anche perché era pericoloso distrarsi durante gli esercizi, in un attimo si perdeva la coordinazione e si rischiavano incidenti seri a dita, polsi, caviglie e ginocchia. Lo sapeva bene perché più di una volta le era toccato visitare il pronto soccorso di qualche ospedale. Poteva vantare due dita rotte e varie slogature a caviglie e polsi.
Non riusciva a prendere sonno; dalla camera del padre non arrivavano più rumori, probabilmente si era addormentato e ora dormiva tranquillo. Fu tentata di riprendere il cellulare e scrivere a Jojo sulla questione Kevin, ma era ormai abbastanza tardi e decise quindi di rimandare al giorno dopo.
Ciao cara mamma, mi manchi così tanto e ti voglio tanto bene. Veglia sul papà e su di me, abbiamo ancora bisogno di te, avremo sempre bisogno di te. Le lanciò un bacio immaginario,
mise le braccia in mezzo alle gambe per scaldarsi ancora di più e si addormentò.

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