16 - Capelli rossi

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La giornata era proseguita peggio di come fosse  iniziata. Dopo essere tornata a casa, Megan si era fatta una lunga doccia calda indugiando  più del solito sotto i getti d'acqua. Aveva anche messo la musica al massimo del volume consentito dalla buona educazione, tanto che il padre aveva bussato alla porta del suo bagno chiedendole se poteva abbassare il livello di qualche decibel, visto che secondo lui "stavano tremando i vetri delle finestre".
Uscita dalla doccia con il viso arrossato dal troppo calore, si era infilata dei vecchi vestiti comodi e si era rannicchiata sul divano. Aveva pensato di annullare il pomeriggio di shopping con le amiche per rimanere chiusa in casa, ma poi il pensiero di rimanere da sola a rimuginare su quello che era successo la mattina non le era sembrata una buona idea e quindi un po' a malincuore si era decisa ad andare all'appuntamento. Si era vestita senza molta cura, avendo attenzione solo a mettersi gli abiti più anonimi che aveva trovato nell'armadio. Dr. Martens ai piedi, jeans neri e maglione informe di lana grigia.
Raggiunte le amiche sulla Quinta, aveva passato il pomeriggio a fare finta di divertirsi e si era sforzata nel provare vestiti che non non aveva alcuna voglia di comprare. Il suo umore era come il colore dei capi che aveva indossato, e aveva dato a Lizzy più di una risposta non proprio gentile. Ce l'aveva con lei non perché avesse fatto qualcosa di male ma solo perché le piaceva quel terribile ragazzo. Per fortuna durante il pomeriggio non aveva tirato fuori il discorso Chris, altrimenti la situazione avrebbe rischiato di degenerare in una rissa. Jojo aveva capito che c'era qualcosa che non andava, e ad un certo punto se l'era portata in un camerino con la scusa di chiederle un consiglio su un paio di jeans presi a caso.
"Megan, che cavolo succede? Sei intrattabile, ti va di stare con noi o no?"
Erano strette nel camerino, praticamente attaccate l'una all'altra.
"Non lo so se mi va! Ma non mi andava nemmeno di rimanere a casa da sola. Ma voi non c'entrate niente. Ho bisogno di parlarti ma non insieme a Lizzy. È successa una cosa... "
Nel camerino mancava aria, e i faretti alogeni sul soffitto mandavano un calore insopportabile.
"Beh adesso siamo con loro, se non è una cosa grave dovrai aspettare dopo cena a meno che ti inventi una scusa credibile per mollare tutto! E adesso usciamo di qui che si soffoca!"
Dopo un'altra ora e mezza passata tra maglioni, scarpe da ginnastica e vestitini da sera di cui non le importava assolutamente nulla si erano decise a mettersi sedute in un fast food e mangiare qualcosa. Megan aveva già detto che sarebbe dovuta tornare a casa presto, suscitando le lamentele delle amiche. Mentre mangiucchiava una patatina ascoltando distrattamente le chiacchiere delle altre tre ragazze, ripensava inquieta a quegli sguardi di Chris su di lei, sul suo corpo. Suscitare le attenzioni di un bel ragazzo come lui avrebbe fatto piacere a molte di loro, non solo a Lizzy, ma lei aveva guardato bene quegli occhi e al di là aveva intravisto qualcosa di preoccupante. Non affetto, non passione; piuttosto, quello le era sembrato lo sguardo di un predatore nei confronti di una preda. Non le era mai capitato di percepire dei sentimenti così spiacevoli. Chris non doveva essere un bravo ragazzo. Un brivido le corse lungo la schiena, come un ghiacciolo freddo che le stesse scendendo lentamente dalla base del collo attraverso le scapole.
Terminata a fatica la cena, Megan aveva ribadito l'intenzione di tornarsene subito a casa visto che si sentiva stanca. Aveva raccontato alle amiche della mattinata a Central Park, ovviamente omettendo l'incontro con Chris, e di quanto quelle cinque miglia l'avessero stancata. Scusa credibile, in fondo aveva perso un bel po' di allenamenti nell'ultimo periodo.
Jojo aveva invece dato la colpa alla madre ("quella pazza isterica di mia madre mi ha obbligato a dover tornare a casa prestissimo perché domattina ha un aereo per Boston all'alba!").
Dopo i frettolosi saluti, si erano finalmente ritrovate a camminare lungo la Quinta, che a quell'ora era ancora parecchio affollata sia di macchine che di persone che sciamavano sui lunghi marciapiedi. Lei era silenziosa e Jojo non la incalzava, attendendo che l'amica trovasse da sola il filo del discorso.
"Hai mai visto Chris?",  le chiese Megan. Erano le prime parole che pronunciava dopo diversi minuti.
"No, ma è come se lo conoscessi... Lizzy non fa altro che parlarne. È un ragazzo della tua palestra, giusto? Un gran figo, secondo lei."
"L'ho incontrato questa mattina a Central Park,  mentre correvo. Mi ha affiancato e siamo arrivati insieme a Columbus Circus. Mio padre era rimasto indietro."
"Tu che rapporto hai con lui? Ti piace? Non me ne hai mai parlato. Pensavo volessi dirmi qualcosa a proposito del tuo rapporto con Kevin, piuttosto."
"Non è come pensi. Non mi piace affatto, lo trovo insopportabile, borioso e presuntuoso. Ma da stamattina beh... mi fa anche paura. Non voglio esagerare la cosa, ma ci ha provato in maniera parecchio sgradevole."
"A quell'età comandano gli ormoni", cercò di sdrammatizzare Jojo. "Cosa ti ha detto?"
"Non è solo per quello che mi ha detto... alcune erano semplici battute cretine, niente di che. È per come mi guardava, e per quello che mi ha fatto capire. Sa che vado alla Stuyvesant, tanto per dirne una."
"Magari glielo ha detto Lizzy", osservò Jojo.
"Ha fatto un accenno a Kevin, e di questo non può avergli parlato Lizzy. Lei non ne sa nulla.  Ha qualche amico alla Stuyvesant, evidentemente ha chiesto informazioni in giro su di me."
Jojo la prese sotto braccio. "I ragazzi fanno queste cose stupide. Entriamo da John Doe a prenderci una Coca, vieni. Così parliamo meglio."
Proprio in quel momento stavano passando davanti al locale, entrando furono accolti da un piacevole sottofondo di musica e da un'aria  calda e odorosa di buon cibo. Le pareti in mattoni a vista erano decorate da ghirlande e da specchi rettangolari con elaborate cornici di legno sbiancato.
Vennero fatte accomodare in uno dei piccoli tavoli addossati alle pareti, con una lunga seduta in legno adornata da uno schienale in pelle scura che correva lungo tutto il locale. Dopo pochi minuti in cui si scambiarono poche parole, le raggiunse per le ordinazioni un simpatico ragazzo con i capelli rossi ricci e una maglietta con i colori dell'Irlanda. Non potendo consumare alcolici ordinarono due semplici Coca Cola.
"Insomma, un bel ragazzo ci ha provato con te stamattina. Molte nostre amiche sarebbero contente della cosa, anche di farsi palpeggiare un po'... perché ti sei addirittura spaventata?"
"Beh adesso non te lo spiegare bene, sarà stato l'accenno alla scuola, e a Kevin. Il suo tono era quasi minaccioso, non è stato un approccio simpatico."
"Ok, è uno stronzo belloccio e pieno di se, e probabilmente non è abituato a tornarsene a casa a mani vuote. Ma tu lo hai tenuto a distanza, e non credo che insisterà più di tanto. Rimorchierà qualche altra ragazza nel giro di poco, vedrai."
Il tono di Jojo era così tranquillizzante che Megan si sentì molto più sollevata, e quasi stupida per essersela presa così tanto.
Adesso tutta la cosa le sembrava meno grave, probabilmente si era preoccupata troppo e non era abituata ad avere a che fare con ragazzi più di grandi di lei.
I due boccali di Coca Cola arrivarono al tavolo, accompagnati da un piccolo vassoio di stuzzichini vari.
Guardarono capelli rossi con aria interrogativa.
"Regalo della casa per voi... e se vi serve altro chiamatemi." Fece l'occhiolino e sorridendo si diresse verso un altro tavolo.
"Simpatico ragazzo" commentò Jojo, che guardava con interesse il cameriere che si allontanava verso il bancone del locale.
"E a proposito di ragazzi simpatici, finalmente, non dovevi dirmi qualcosa a proposito di Kevin?"
Megan pensò a come iniziare il discorso.
"Kevin è una sorpresa, sai? È così tenero.... e poi ha veramente tante qualità. Si è confidato con me l'altro giorno, mi ha raccontato cose su di lui che non ha mai detto a nessuno. È una persona interessante e intelligente, e ha una cotta per me. È stato così impacciato e carino quando ha cercato di farmelo capire! Però non so se voglio che le cose cambino, tra di noi. Mi sento bene quando sto con lui, così, a parlare di tante cose.. ma per il momento non ho voglia di legami sentimentali. Ho già tanti problemi! Lo voglio come amico, questo sì. Ho paura di rovinare tutto, se ci mettiamo di mezzo il sesso."
Jojo la guardò con affetto. "Il problema è che lui non si accontenterà di essere solo tuo amico, e prima o poi finirai per fargli del male. Non ci credo all'amicizia disinteressata tra uomo e donna, e da come ne parli mi sembra che non meriti di essere preso in giro ."
"No, non se lo merita, è vero. Ma io non voglio prenderlo in giro, è un ragazzo che ha sofferto ma non ho ancora capito quanto questa sofferenza l'ha reso forte, o quanto è fragile. Un po' come me, in fondo. Sarà per questo che mi piace."
"Amica mia, ti conosco ormai bene e devo dirtelo.... penso che ti farebbe bene lasciarti un po' andare, in questo momento. Hai bisogno anche tu di ricevere affetto, e non lo puoi ottenere se rimani chiusa in te stessa. Lascia che le cose vadano da sole, ti devi distrarre, avere pensieri positivi. Lasciati alle spalle la tristezza e vivi la tua vita. Nessuno ti criticherà per questo, alla nostra età abbiamo diritto a divertirci e tu non sei diversa da qualunque altra ragazza di diciassette anni."
"Ha qualcosa in mente per i prossimi giorni, il ragazzo. Vediamo un po' cosa succede. Mi fa piacere che abbia delle attenzioni per me, ovviamente, e forse hai ragione tu."
"Sono o non sono la tua migliore amica?" disse Jojo stringendole la mano al di sopra del tavolino.
"Certo che si, Jojo. E mi devo sdebitare, in qualche modo... "
In quel momento provò un affetto smisurato per l'amica.
"Megan, guarda che ti prendo sul serio. Per esempio, in palestra non c'è qualcuno meno cretino di questo Chris? No, perché io sarei interessata. Lo sai che i ragazzi mi piacciono alti e muscolosi, e da questo punto di vista il coro di St. Mary non offre granché!"
Si misero a ridere come due pazze, tanto che da lontano capelli rossi alzò lo sguardo verso di loro regalandogli un bel sorriso. Jojo lo guardò con molta attenzione mentre, dopo poco,
le raggiunse al tavolo.
"Siete allegre, ragazze. Vi piace il locale? Volete qualche altra cosa?", chiese con voce gentile.
Jojo continuò a guardarlo in maniera talmente sfacciata che il viso del ragazzo assunse il colore dei suoi capelli.
"Mi sa che per noi si è fatta l'ora di tornarcene a casa" disse Megan frettolosamente, per toglierlo dall'imbarazzo.
"Tu a che ora finisci?" gli chiese Jojo con voce volutamente sensuale.
Megan la fulminò con lo sguardo, tra l'imbarazzato e il divertito.
Il ragazzo fece una smorfia prima di rispondere. "Per me è ancora presto, il locale chiude alle 4 e oggi mi tocca rimanere fino alla fine. "
Sorrise a Jojo. "Purtroppo." aggiunse maliziosamente, guardandola.
"Ma la settimana prossima faccio il turno dalle undici alle diciannove... mi trovate qui se volete venire a pranzo. Il lunedì serviamo una zuppa di cozze strepitosa, la nostra specialità. Se mi volete chiamare, vi lascio un tavolo libero."
Prese un bigliettino del locale e ci scrisse sopra "Michael" e un numero di telefono. Diede il biglietto a Jojo sorridendo.
"Il numero di telefono del locale c'era già scritto.." gli disse Jojo.
"Ma quello è il mio numero personale, non quello del locale. Puoi chiamare direttamente me."
"Jojo, è veramente arrivata l'ora di andare..." disse Megan alzandosi dal tavolo.
Dopo aver pagato e salutato il ragazzo, si diressero verso l'uscita del locale. Michael le salutò con un gesto della mano e un mezzo inchino. Rimase poi lì per un attimo, a guardare la porta da dove erano uscite.
"Ma sei terribile, Jojo! Ti vuoi rimorchiare capelli rossi!" disse Megan ridendo, una volta allontanatesi dal John Doe.
"Che c'è di male? È un bel ragazzo... e si chiama Michael. Quanti anni avrà? Secondo me ventuno o ventidue."
"Appunto! Non sono troppi per te?"
"Assolutamente no. Assolutamente no.", ripetè due volte Jojo, soddisfatta.

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