Twelve.

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"Svegliati, dormigliona! Mamma, quanto sei pigra!". Ashton ride come un pazzo, mentre io nascondo il capo sotto al cuscino. Reprimo le risate, soprattutto quando lo sento sbattere diverse pentole fra loro. Non so da dove prenda tutta questa energia di primo mattino, io sono uno zombie. All'improvviso si arresta, forse perchè non do segni di vita al mondo esterno. Sento il materasso abbassarsi di poco, deduco si sia seduto al mio fianco. "Dai, piccola, alzati! Non è possibile che con te in casa devo sentirmi solo". Mi drizzo sul letto, guardandolo in cagnesco. "Non ho detto niente, tutto ciò che hai visto e sentito negli ultimi due minuti era tutto un sogno". Muove le mani davanti ai miei occhi, mentre trattengo a stento le risate. Ecco, a me piacciono quesi momenti qua. Quando ridiamo senza pensare ai problemi, quando scherziamo, quando ci guardiamo negli occhi, quando non litighiamo, quando tutto ciò che c'è intorno a noi non conta. Mi lascio andare in una risata pura e sincera, mentre lui mi guarda con un'espressione meravigliata. Arrossisco violentemente, ho il viso infuocato. "Buongiorno". Sorride e mi lascia un piccolo bacio sulla guancia. Adesso svengo. "Buongiorno a te". Da quando mi ha detto di amarmi le cose sembrano andare meglio, non litighiamo da qualche settimana, anche se sono stata informata dai ragazzi che Calum sta andando, forse troppo frequentemente, al cimitero. Mi dispiace tantissimo per lui, ma davvero non so come comportarmi. "Facciamo colazione?". Lo guardo come se fosse un alieno, lievemente sorpresa. "Qui? Cioè, qui in casa?". Mi mostra per l'ennesima volta in questa mattina le sue adorabili fossette e mi porge la mano. "Sì, dai. Magari mi insegni a cucinare qualcosa dato che ho fatto spese al supermercato". Lo guardo entusiata e con l'aiuto della sua mano mi alzo dal letto. Mi stringo al suo braccio e lo porto al piano di sotto, trascinandolo per le scale. "Allora, che cuciniamo?". Mi guarda, lo guardo. "Conosco la Torta Pan Di Stelle, è facile e subito si cucina. Una bella torta per colazione non fa male". Annuisce interessato e io comincio a prendere gli ingredienti principali. Sono le otto e mezzo, quindi per le nove e mezza possiamo farcela. Ovviamente ho preso dei semplici biscotti al cioccolato, della panna e del cioccolato. "Allora, per prima cosa bagnamo i biscotti nel latte e nel caffè". Lui, invece di aiutarmi, prende un biscotto e se lo porta alla bocca, masticando estasiato. Questa storia continua per dieci minuti, è divertente ma faccio finta di infastidirmi. "Se continui a mangiare come un maiale, addio colazione!". "Uffa, ma ho fame!". Scuoto il capo, continuando a fingermi arrabbiata. "Niente, esci di qui. Se mi andrà, quando avrò finito la torta, te la farò assaggiare". "Ma...". Mi guarda dispiaciuto, ovviamente stando al mio gioco. "Ma niente, fuori di qui!". Con un biscotto gocciolante in mano lo mando via, facendogli scuotere il capo. Esce e concludo con tutta la calma del mondo il mio capolavoro per poi metterlo in frigo, giusto per farlo raffreddare. Mi dirigo verso il salotto e lo guardo dallo stipite della porta mentre gioca con il cellulare. Il pigiama con le astronavi sopra e i capelli disordinati completano il quadro perfetto che si è creato nella mia mente. Stringo nella mano destra il mestolo ricoperto di cioccolato e sogghigno. Sono convita che dall'esterno risulto abbastanza inquietante. "Ash, ho finito". Alza di scatto lo sguardo e si alza, non calcolandomi di striscio. "Dov'è? Dov'è il cibo?". Si aggira affamato per la cucina, aprendo il forno e i mobiletti vicini. "Ah, no! Devi attendere ancora cinque minuti per gustare una delle mie prelibatezze!". Mi pavoneggio come una chef professionista, provocando la sua solita risatina da cricetino isterico. "Okey, mia regina". Caccia il labbro inferiore fuori e si guarda intorno. "Uhm, che facciamo intanto?". Scrollo le spalle scuotendo il capo, facendogli capire che non avevo idee. Improvvisamente cambia espressione, dando spazio ad uno sguardo imbarazzato. "Posso baciarti?". Sgrano gli occhi e gli tiro un ceffone sul braccio. "Ehy, che ho detto?". Urla indignato, mentre quella stupida risata mi invade le orecchie. Come é possibile che un ragazzo come lui possa provocarmi tali emozioni? Lo stomaco che sembra girare su se stesso, il cuore che batte a ritmo incontrollabile, la voglia di sorridere fino ad avere dolore alla mascella. É tutto così strano. "Okey, puoi baciarmi". La sua bocca si spalanca, non in grado di produrre alcun suono. Mi piace sapere che gli faccio lo stesso effetto che lui ha su di me, é una cosa piacevole. "Davvero?". Annuisco radiosa e lui si avvicina a me, poggiandomi le grandi mani suoi fianchi. "Sicura?". I nostri nasi si sfiorano e il suo alito odora di nicotina. Da questo posso dedurre che mentre ero a cucinare si sia fumato una sigaretta. Porto le mani sulle sue braccia e lo guardo negli occhi. Vorrei trovarmici dentro, per osservare meglio quelle pagliuzze più chiare di cui sono costituiti. Ho i brividi a fior di pelle e le farfalle nello stomaco non possono mancare all'appello. "Sì". Solo quella monosillaba gli da il permesso di toccare finalmente le mie labbra. É qualcosa di fantastico, impossibile da paragonare al bacio di Calum. Qui i sentimenti sono amplificati e l'unica cosa che si può sentire é lo schiocco delle labbra e il battito sincronizzato dei nostri cuori.

Don't Stop. // Ashton Irwin.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora