Conseguenze

23 2 1
                                    

|--Nel testo sono presenti riflessioni del protagonista, distinguibili dal normale testo dalla presenza di un diverso tipo di scrittura e delineati da {}.
Schieramenti presenti nel racconto:
USC (United States Cooperatives) - Stati Uniti ;
MR (Mass Receptors) - Corea del Nord --|

Ore: 2:00 | Elicottero Di Trasporto Truppe

Di nuovo quel fastidioso ronzio, quell'assordante suono, continuo e martellante che lentamente si faceva largo nella mia mente; riconoscevo quel suono, come non avrei potuto, si trattava del suono prodotto dalle eliche di un elicottero, ma era troppo forte per trattarsi di un mezzo in lontananza. Fu allora che aprii lentamente gli occhi e capii cosa stesse accadendo. Mi ritrovai steso sulla gelida e ferrosa piattaforma del mezzo; sia le gambe che le braccia mi risultavano ancora immobilizzate, non riuscivo a compiere il minimo movimento, fatta eccezione per i movimenti che ero in grado di compiere ruotando la testa. Osservando ciò che mi circondava, fu subito chiara la mia posizione, ero stato catturato dalle forze degli MR; I soldati all'interno del mezzo non erano avvolti da alcun bagliore, nè mi fu possibile percepire le loro sensazioni, al contrario delle persone incontrate ieri a Cortha, qualcosa di veramente strano e misterioso stava accadendo in quel conflitto, di sicuro non si trattava di comuni soldati atti a difendere il proprio stato. Una volta accettata la situazione nella quale fui intrappolato, iniziai ad ascoltare con grande attenzione, quel che i soldati presenti sul velivolo, stessero dicendo; pensando che ciò mi avrebbe aiutato a comprendere meglio cosa mi sarebbe accaduto; notai quindi che il co-pilota e il soldato subito alla mia destra, stavano stranamente parlando nella mia stessa lingua e quindi colsi l'occasione per raccogliere quante più informazioni possibili.

[Soldato]: "Hey Shon, hai saputo? Sembra che questo ragazzo sia riuscito a stendere  il Sergente Maggiore Jigu.. forse dovremmo fare attenzione";

fu in quel momento che il co-pilota del mezzo si voltò, con uno sguardo serio, gelido, come se avesse voluto fulminare all'istante quel soldato, per le sue sole parole, esordì quindi con:

[Co-Pilota, Shon]: "Non dire stronzate Yiang, sai meglio di me che tra i Sergenti Maggiori del nostro esercito, il Generale Jigu non era che il più debole, era un: "Senza Spirito", entrato nel nostro corpo d'elitè, solo grazie alle sue conoscenze mediche e tecnologiche. Pff, diceva che la sua uniforme in Tenio lo avrebbe protetto dalle armi energetiche dei Senza Spirito.. eppure ha perso al primo incontro con uno di essi e per lo più, con uno di loro che nemmeno sa come cazzo riesce a mettere in atto tutto ciò che ha fatto. Hai letto il rapporto su di lui, Yiang?";

udendo tale discussione, rabbrividii e non potei fare a meno di pensare:"Di cosa sta parlando.. i Senza Spirito? Il Tenio?! Non avevo mai sentito parlare di queste cose.. ha ragione però, non conosco l'origine delle mie abilità, tanto meno il motivo per le quali si stiano manifestando in questo momento della mia vita.. come se qualcuno volesse aiutarmi a fare la differenza in questa pagina buia della nostra storia.. troppi pensieri, troppe supposizioni senza alcun tipo di fondamento.. necessitavo di più informazioni al fine di poter formulare una corretta tesi di quanto mi stesse accadendo.."; rispose quindi il soldato, con:

[Soldato, Yiang]: "Si Shon, ho letto il rapporto su di lui.. forza incrementata, possibilità di percorrere grandi distanze in poco tempo con potenti salti.. ha già padroneggiato il "Port"?! Sul rapporto c'era scritto che ha eliminato Jigu con un solo attacco, concentrando la sua energia nel palmo delle mani.. questo non è di certo comune per un Senza Spirito qualunque, non credo che abbiamo a che fare con un semplice ribelle.. forse è un...";
 fu in quel momento che il co-pilota lo interruppe, e così continuò:

[Co-Pilota, Shon]: "Non pensarci nemmeno per un secondo, Yiang. Lui non può essere assolutamente uno di loro, abbiamo eliminato l'ultimo esemplare ben diciotto anni fa, ormai; sai benissimo che non possono essere ripristinati senza l'approvazione del Gran Consiglio.. solo con la loro approvazione potrebbe essere consentita una tale situazione.. e credimi, in un momento come questo, l'ultima cosa che vogliono, è il loro ritorno", fu allora che tra me e me, pensai:
"I Senza Spirito?! Ma di cosa diavolo stanno parlando questi qui?..  Sono passato dall'essere un normale e noioso ragazzo di città, appena entrato nella sua maggiore età, ad essere.. questo.. un mostro, un qualcosa che a detta di questi soldati, nemmeno dovrebbe più esistere.. ma a questo punto, cosa sono realmente? Non sono un Senza Spirito, questo è evidente, nonostante non mi sia chiaro cosa siano questi ultimi.. Questa giornata, seppure sia ormai terminata, non vuole proprio riacquistare un senso, una normalità, mi manca non essere nessuno..", di seguito a queste mie riflessioni, notai che pian piano stavo riacquistando la possibilità di muovere gambe e braccia, compiendo dei piccoli movimenti con le dita; ciò nonostante, ero circondato da soldati e il fatto che non potessi vedere le loro "aure", non mi faceva presagire nulla di buono, decisi dunque di non tentare nulla che potesse peggiorare maggiormente la mia situazione. 
Nel mentre, i due soldati continuarono a parlare tra loro, con voce leggermente tremante e fu allora che, resosi noto della situazione che si stava andando a creare, un uomo, dalla parte più profonda del velivolo, diede un pugno alla fusoliera dell'elicottero, l'urto fu così violento che per un istante il mezzo tremò, quasi come se un solo pugno fosse riuscito ad alterare la direzione del mezzo stesso; in seguito a tale gesto, l'uomo, con voce profonda ed ferma, disse : 

[????????, ???????]: "Smettetela di dire queste stronzate. Ricordatevi chi siete e perchè stiamo facendo tutto questo. Parlate di quegli esseri come se ora potessero essere una minaccia per noi! Il Taewonsu {Grado militare di: Generalissimo}  è l'essere più forte del pianeta e noi, dopo i suoi Konghwaguk wonsu {Grado militare di: Maresciallo}, siamo i 4 Re dello Spirito, non saremo mai! MAI! Secondi ad una razza ormai considerata estinta! Volete credere nella leggenda del ritorno degli Azer? Bene, fate pure, ma voglio le vostre divise sulla mia scrivania, appena arriveremo al Tartarus, lasciate tutti i vostri oggetti di lavoro, consegnate il vostro Spirito e tornatevene dal buco dal quale vi abbiamo tirato fuori,  ingrati esseri che non siete altro! Cosa sareste se la MR non vi avesse trovati, quel giorno? Stareste ancora lavorando negli estrattori di Ron, per pochi Won al giorno {I Won sono la moneta ufficiale in nord corea}, dormendo in capanne di fango e paglia! Ricordatevi cosa vi abbiamo dato e ricordatevi come possiamo togliervelo. Sono il Wonsu {Grado Militare di: Maresciallo, ma di minore importanza}, Yong Roki e in qualità di possessore dello spirito del cielo, non lascerò che i nostri piani vadano in fumo per una sciocca leggenda e non voglio sentire più un'altra parola riguardo questo argomento!".
A seguito di tale discorso, nessuno proferì più parola, tutti i soldati chinarono il capo e nonostante non fossi in grado di percepire le loro auree, era evidente la tensione che si era creata in quel momento.
{Non capivo cosa fosse questo "Ron" di cui stesse parlando quell'uomo, da cosa viene estratto, esattamente? A cosa serve? Che sia in qualche modo collegato agli "Spiriti" di cui parlano questi uomini? Tutte domande che non avrebbero trovato risposta così facilmente, la mia storia era ancora agli inizi.}

Rimasi lì, immobile, circondato dall'assordante rumore prodotto dalle eliche del mezzo, che mi conteneva, mentre mi venivano rivolti dei pungenti sguardi, colmi di disprezzo, odio e.. paura, non saprei come fosse possibile, ma da alcuni soldati, quelli che definirei come di basso rango, riuscivo a captare le proprie emozioni, i loro sentimenti, una debole aura nera li avvolgeva, quasi impercettibile al mio occhio, una nebbiolina che li avvolgeva, ma a differenza delle altre auree, sembravano esercitare una sorta di pressione, come se colui che ne fosse avvolto, non fosse al comando, bensì ne fosse.. prigioniero. Non ne sapevo molto di questo mondo e il discorso del Wonsu, non fece altro che riempirmi la mente di domande su domande, non conoscevo nulla di questo nuovo mondo, come se avessi sempre vissuto su un altro pianeta.

Ore: 3:00 | CDSS (Centro di Detenzione per Soggetti Speciali)

Era notte fonda ormai, l'abitacolo del mezzo era illuminato soltanto da delle deboli luci bianche, poste lì per fornire un minimo di visibilità. All'esterno però, improvvisamente, scorsi delle potenti luci rosse, vorticare, come se fossero dei mezzi visivi di segnalazione o di emergenza, accompagnate da un assordante suono, simile a quello prodotto da una sirena di emergenza che si utilizza per segnalare un pericolo immediato; la scena non era delle migliori e un senso di ansia, enorme, mi gravava sul petto, ero ancora più preoccupato, di quanto lo fossi già. Lentamente, il mezzo sembrava arrestarsi e perdere quota, fino a che sentii un leggero impatto con il suolo, eravamo giunti a destinazione. Una forte luce bianca puntò la porta del mezzo, alcuni raggi penetrarono nel mezzo, attraverso delle fessure presenti nella cabina, dalle quali era anche possibile vedere all'esterno, nonostante, dalla mia angolazione, potessi soltanto vedere il cielo. Lentamente, le porte del mezzo, iniziarono ad aprirsi, accompagnate da un graffiante rumore di metallo, un assordante e grezzo suono. Fu allora che i soldati recuperarono le loro armi dalle apposite postazioni di stoccaggio, poste nel mezzo, le imbracciarono e restarono lì, immobili, in una posizione che sembrava loro stata imposta, come se non fossero realmente coscienti, come se non fossero loro a controllare i propri movimenti. Fu allora che il Wonsu, ruppe quel breve seppur intenso silenzio, ordinando a due soldati semplici, di alzarmi in piedi e così fu. Si avvicinarono quindi due uomini, il loro volto era spento, i loro occhi erano vuoti, era tutto così innaturale; fecero per avvicinarsi alle mie braccia, per sollevarmi da terra e così procedettero, si posizionarono ai miei lati e con un unico e violento movimento mi sollevarono, facendomi restare sulle mie ginocchia, in una posizione che ora descriverei come non propriamente "comoda". 

"E così tu saresti Kyle, giusto? Il Senza Spirito che ci ha dato tante noie durante la prima ondata di invasione eh?! Ti rendi conto che la tua sola presenza è insulto alla forza dei Sin! La loro semplice esistenza è simbolo di assoluto potere, risolutezza, la loro esistenza è al centro dello Ying e dello Yang stesso, sono l'inizio e la fine di tutto ciò che è stata la tua vita e continuare ad esistere non fa altro che sporcare la sublime ed immacolata tela che creano con le loro vite, permettendoci di ritagliare un piccolo spazio nella loro opera per illuderci di avere il controllo, quando in realtà non siamo nulla, un granello di sabbia posto a paragone con la tua esistenza ha scopi ben più alti. Smetti di esistere ora, Senza Spirito!". Le sue parole mi ferirono, tutta la tensione accumulata in quella giornata si fece largo dentro di me, una lancinante sensazione di angoscia, paura e tristezza avvolgevano il mio cuore, ero solo un semplice ragazzo di città, intento a festeggiare il suo compleanno con la propria madre e la propria fidanzata. Non sapevo cosa ne fosse stato di Alex, erano ormai più di due giorni che non la vedevo, la città dove nacqui, ormai, potrebbe essere stata completamente rasa al suolo, questo pensiero non fece altro che ridurre le possibilità che avevo di poterla abbracciare di nuovo. Mille immagini mi attraversarono la mente, mille pensieri, ricordi, il volto di mia madre, spaventata alla vista di ciò che successe in piazza, un giorno prima, le promesse di Edwards, i sogni e le speranze di tutte quelle persone che contavano su di me, un perfetto sconosciuto, in grado di ridar loro una ragione per andare avanti.

"Io.. non so di cosa parli.." dissi, cercando di rialzarmi da quella scomoda posizione.
Fu allora che scrutando oltre il portellone dell'elicottero, vidi una figura, illuminata dalla forte luce di un lampione, avvolto dalla pioggia generata dalla tempesta che imperversava quella notte. Un flash di luce illuminò completamente l'area, non avevo dubbi, quell'uomo era lo stesso uomo che vidi poche ore fa, nel mio sogno, lì, a pochi metri da me c'era colui che diceva di essere mio padre. 
"Kyle.. ricordi l'uomo che hai ucciso nella piazza della tua città? Il suo Ron adesso scorre dentro di te, usalo e spazzali via, sono degli insetti per te. Il Ron è l'energia vitale di questo mondo, l'essenza stessa della vita, l'intreccio tra i ricordi dei singoli e della coscienza del tutto. Ora tutto ciò che era lui, sei tu, ma conservi te stesso, non siamo Senza Spirito come gli abitanti di questo mondo. Ora, utilizza il suo spirito della scarica..", sentì una voce nella mia testa pronunciare queste parole, che ciò che avessi visto fosse una mera allucinazione o qualcosa di concreto, quelle parole mi sembrarono più vere di tutto ciò che mi circondasse.
Fui afferrato per la gola e lanciato fuori dal mezzo, ad alcuni metri, il mio volo fu arrestato da una rete di ferro che costeggiava la zona di atterraggio. 
Il cielo era nero, chiuso, la pioggia cadeva incessante su di me e sulla struttura sulla quale eravamo atterrati. Il pavimento ormai era ricoperto da un sottile strato d'acqua, mi ritrovai lì steso, rimasi immobile per qualche secondo, ma alzai poi lo sguardo per osservare cosa stesse accadendo all'interno del mezzo.
I soldati stavano scendendo, il maggiore restò seduto sul piano dell'elicottero, ad osservarmi. Tutto era avvolto dalla pioggia, tranne l'elicottero, che fosse questa la sua peculiarità.
Come in quel momento, percepii una grande tensione crescere dentro di me, sentivo le scariche elettriche pervadere il mio intero corpo, ogni pelo del mio corpo si stava caricando, scambiandosi piccole scosse. 

"Ehm, Maggiore, il Soggetto Alfa sta.. sta..", disse Yiang, mentre il suo volto assunse un'espressione seria, i suoi occhi su di me, il suo sguardo, tutto mi ricordava ciò che era successo in quella piazza. 

Le scariche elettriche divennero sempre più forti, finchè da piccole iniziarono ad addensarsi in fasci elettrici sempre più grandi, questi iniziarono a staccarsi dal mio corpo, creando grandi archi che si propagarono fino a raggiungere l'elicottero. Ero ormai immerso in quelle lucenti lance elettriche, dalle mie mani eruttavano fulmini, così forti da piantarsi nel pavimento, attraverso essi riuscivo persino ad avvertire la durezza del cemento, come se i miei sensi si fossero prolungati attraverso questo mio nuovo potere. 
Sentivo il mio viso formicolare, la mia schiena, il mio petto e le mie gambe non erano mai state così leggere, mai così calde. Potevo udire il battito del mio cuore, potevo udirne i battiti sempre più forti e veloci, nulla ormai era più ordinario.

L'ultimo giornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora