Ode to Solitude

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Lungo il tragitto mi chiesi perché mia sorella mi aveva lasciato quella lettera affiancata al suo testamento.

Mi ricordai ogni dettaglio descritto in quella lettera.

Si era stampata nella mia mente a forza di leggerla di continuono. Nel momento in cui chiudevo le palpebre immaginavo ogni suo gesto, ogni sua parola, espressione.

E se forse ne ha scritte altre? Dove si potrebbero trovare?

Continuavo a pensare a mia sorella per poi trovare un sapore amaro in bocca. Cosa mi aveva fatto? Il dolore che provavo, così acuto e agonizzante, mi creava un vuoto dentro di me.

Era morta, dovevo mettermi l'anima in pace.

Però non era morta normalmente, si era suicidata. Il suicidio è l'azione piu profonda e intensa che si può commettere. Alquanto teatrale, drammatico e Poetico... Ma nel mio caso il suicidio era solo un dubbio irrisolto che tendeva a corrodere la mia fragile anima.

Cosa spinge una ragazza a suicidarsi? Non poteva essere un semplice cuore spezzato perché Maja non era così debole e stupida da togliersi la vita per un bastardo.

Forse era depressa come papà.

Forse aveva combinato qualcosa di brutto e terrificante, dove l'unico modo per tirarsi fuori da quella situazione era la morte.

Forse qualcuno le aveva fatto tanto male e lei disperata si è.... uccisa.

Cosa ha spinto Maja a prendere dosi mortali di morfina ed eroina?

E se la risposta fosse proprio collegata a quelle due sostanze?

Lei non era così ingenua da non sapere le conseguenze fatali di una dose eccessiva di morfina.

E poi l'eroina..

Non avevo idea del perché nella sua morte ci doveva essere la droga.

Nella mia innocenza mia sorella non aveva collegamenti con gli stupefacenti.

Ma era quella la mia preoccupazione: io non conosco la vera storia di Maja, io non ho mai saputo chi fosse stata la vera Maja.

Appoggiai la testa vicino al piccolo finestrino ovale.

Il mare non finiva più.

Un colore così scuro, così simile al nero.

Vidi anche il mio riflesso debole comparire sovrastando lievemente l'immagine . Il colore del mare era lo stesso dei miei occhi.

Mi chiesi cosa mi aspettava aldilà di quel mare scuro, quasi infinito. Oltre al tempo tutto era incerto, tranne il fatto che avrei sparso le ceneri di mia sorella.

Non avevo neanche pensato al modo con cui avrei catturato l'attenzione del cantante per indurlo a gettare le ceneri di una sconosciuta.

Tutto mi sembrava una pazzia. Ma io comunque ci avrei provato, per lei.

Tutto era per lei. Mi stupiva ancora l'amore che provavo per lei, e continuavo a dubitare se quello stesso amore fosse stato reciproco.

Ma lei è morta, no?

Scesi dall'aereo con un mal di testa acuto e le gambe addormentate dallo stress del viaggio in aereo.

L'aria gelida mi pizzicava le guance e mi fece diventare rossa la punta del naso.

Faceva freddo per essere primavera.

Rimasi lì ferma con I miei pochi averi, ai piedi dell'aereo, a guardare la gente correre via.

Gente che ritorna o che scopre. Gente che sorride o che guarda il pavimento. Quel mix di emozioni mi faceva girare di più la testa di prima.

Rimasi ferma ad aspettare che qualcosa mi spingesse altrove perché le mie forze sembravano svanite.

Infine le mie preghiere si avverano. Un ragazzo biondo con una giacca arancione fluo mi fece cenno di andarmene dalla pista.

Dentro l'aeroporto presi anche lo zaino con dentro l'urna ceneraria che avevo destinato alla stiva poco fa.

Le persone che correvano all'uscita indossavano sorrisi bianchi e ampi. La loro felicita mi estasiava.

Pensai a quanto felice fosse stata Maja al mio posto, qui a Helsinki, la sua città preferita.

Lei che amava il gelo. Lei che amava Ville.

Immaginai il suo sorriso e la luce dei suoi occhi.

I pensieri che avevo su Maja erano incontrollabili, come se il mio cervello, per farmi male, li buttasse dentro la mia mente.

Sistemai la sciarpa intorno al collo, indossai I guanti di lana scura e uscì dall'aeroporto ammirando quella città ansiosa del mio arrivo. Le nuvole immense occupavano tutto il cielo rendendolo grigo scuro.

L'aria fresca, appena bagnata dalla pioggia di qualche ora fa, entrava pienamente nei miei polmoni bisognosi.

《Eccomi, sono arrivata》sussurai con il filo di voce che avevo.

Lo dissi a Maja, alla città. ... e al cantante che inconsciamente mi aspettava.

Un nodo in gola. La mia "missione" doveva iniziare.

***

Mi rifugiai dal freddo in un bar dalle pareti di legno scuro che saprva da cannella e alcohol.

Il calore della cioccolata rianimava le cellule stanche e gelate mentre la dolcezza del cioccolato mi coccolava in quell'ambiente caloroso e silenzioso.

Mi sentivo rinata e decisamente più lucida.

Con la tazza fumante tra le mani mi guardai attorno. Non c'era quasi nessuno, solo qualche anima che si ubriacava di pomeriggio.

Dopo tutto sono in Finlandia, dovevo aspettarmelo...

La vibrazione del telefono mi costrinse a lasciare dalle mani la mia piccola fonte di calore.

Guardai lo schermo sperando di trovare un messaggio di conferma da il giovane finnico che mi aveva affittato la casetta a due passi da Helsinki.

Casa libera. L'indirizzo lo sai. Buone Vacanze.

Vacanze ad Aprile... abbastanza strane...

Confermai al giovane che ero pronta a trasferirmi nella sua casetta con un messaggio. Mi sentii già più sollevata. Il pensiero di accendere il fuoco e di cucinare una pasta mi scaldò il cuore.

Ho sempre odiato gli alberghi perché ti toglievano parte della libertà di quando sei in vacanza: il fatto di potersi fare da mangiare, di restare di più a letto o di invitare amici per una festa senza ricevere lamentele.

Pagai ringraziando il barista e uscì per chiamare un taxi.

Dovevo dormire. Dovevo farmi coraggio e mettere un piede in avanti.

Dovevo riposarmi. Dovevo assolutamente andare da Ville.

Le mie gambe stanche e le dita ancora una volta infreddolite mi consigliarono di andare dal famoso finnico il giorno dopo.

Tutto ormai era da vedere, da provare.

***

Angolo dello scrittore

Ringrazio col cuore tutti quelli che leggono la mia storia. Chiedo inoltre di scrivere la vostra opinione nei commenti.

Lo so, Lo so... Il nostro amato Finnico anche in questo capitolo non è comparso ma prometto che fra poco (molto molto poco) lo vedremo sbucare dalla nebbia. L'unica cosa che spero è di cercare di renderlo più "vero" possibile, cioè spero di azzeccare al meglio il suo carattere.

Ringrazio calorosamente ancora una volta tutti I miei lettori.

P.s mi sento un pò come I musicisti del Titanic: resterò a scrivere (con I miei tempi) finché non sarà tutto finito.

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