Corona bar.
Così si chiamava il luogo pieno di mistero e di puzza di alcohol che mi aveva ospitato, come si accoglie un profugo di guerra. Anche nel mio caso la guerra c'era, tra le mie emozioni che non cessavano di agitarsi facendomi venire la nausea. La tazza di caffè, che avevo in mano, era ancora piena. Non avevo voglia di berla e non capivo perché l'avevo ordinata. Continuavo a girare il cucchiaino creando dei piccoli vortici che man mano mi ipnotizzavano sempre di più.
Il bar era ampio, con un balcone dove sedersi difronte alle varie bottiglie colorate degli alcolici che si vendevano. C'erano anche dei biliardi vuoti con le palle già pronte ad essere battute, i tavolini erano occupati in gran parte da vecchietti che giocavano a scacchi o a carte.
Sul gira dischi c'era un vecchia colonna sonora di un film, che ricordavo a malapena, che dava un senso del passato. In quel luogo mistico e abbandonato da tutti il tempo sembrava non trascorrere mai, dimenticandosi della vera velocità dei secondi. Tutto era così silenzioso all'esterno, ma dentro di me ci si poteva trovare solo rumore e confusione.
Se ripensavo a quello che era successo mi veniva da svenire sul tavolino.
Quella sensazione di impotenza che aveva vinto contro il mio corpo. Quel sogno... la sua voce.
Avrei voluto sapere quello che era successo ma niente riusciva ad entrarmi in testa.Iniziò da una goccia, simele a quella della piogga, e poi divennero molte, incontabili.
Piangevo prendendo esempio dal cielo di quella cupa giornata. Piangevo liberando ogni lacrima rinchiusa nell' apparato lacrimale. Piangevo cercando di fare il meno rumore possibile.Appogiai le braccia sul tavolo, per poi affondare la testa dentro. I singhiozzi aumentavano velocemente e sentivo il peso degli sguardi sulla schiena.
Sulle spalle però sentì un vero e proprio peso. Mi girai ed un ragazzo sulla trentina mi guardava con occhi che provavano una specie di pena. Aveva una magletta con delle scritte in inglese e jeans larghi. Indossava anche una giacca scura che sembrava di una grossa marca, ma lui la indossava come un pezzo di vestiario qualunque. Aveva uno strano pizzetto che si alzava verso I lati della bocca. I suoi capelli scuri erano leggermente mossi e coprivano le sue orecchie , e al lato sinistro del naso cera un neo, uno di quelli chiari.
Subito mi colpirono quegli occhi del colore del cielo estivo. Talmente chiari e lucidi che ricordavano il mare cristallino di qualche arcipelago tropicale. Erano pieni di spavalderia e furbizia simile a quella di un bambino pronto a prenderti in giro. Non era quello che si definisce attraente, ma di certo non gli mancava un certo fascino . Mi vergognavo a guardarlo in faccia con occhi lucidi e guance bagnate.
《Ti offro qualcosa?》dal suo inglese capivo che era americano, da che parte non lo sapevo.
《No, grazie》
Lui fece cenno al cameriere con la mano e si sedette nel posto affianco a me nel balcone.《Cosa può ridurre così una giovane ragazza?》
Pensai a come spiegarglielo in due parole, ma le mie corde vocali si rifiutavano di reagire.Posai nuovamente la testa a sinistra, tra le braccia appoggiate nel balcone, mentre guardavo quello stano individuo ordinare due shots di vodka.
Fece scivolare uno dei due bicchierini verso di me. Lui prese il suo e lo alzò di poco per brindare. Abbandonai il caffè e alzai anch'io la vodka con pigriza.《alla salute》disse lui, per poi berla tutto d'un sorso senza un minimo di esitazione, ed io, accettando la sua offerta iniziale, cercai di imitarlo il più possibile. Sentivo il bruciore impossessarsi della gola, mentre il suo gusto forte irrompeva bruscamente nella mia bocca creando confusione nelle papille. Il mio corpo dopo molto iniziò a percepire calore e la pelle si rivestì di un leggero strato di sudore che mi dava fastidio.
Lui mi guardava curioso con un ghigno in faccia.
《Bam Margera... piacere》
porse la sua mano verso di me
《Emma....》 ripensai al suo nome velocemente... l'avevo già sentito. 《....Vinci》 Decisi di tenermi il dubbio e di non sembrare più pazza di quello che ero.
Strinse la mia mano. Mi guardò e uno strano senso di calma mi prevalse. Forse era la vodka o forse il rilascio dello sress di quell'ambigua giornata , ma io stavo bene. Una sensazione che non provavo da quella che sembrava un'eternità.《Emma eh? Guarda io non ho impegni per oggi e mi sto annoiando a morte. Non posso stare qui ad ubriacarmi, e quindi mi faresti un favore a raccontarmi tutto. E diciamocelo, anche tu hai bisogno di aiuto, e credo che non ci sia persona meglio di me per confidarsi.》
Tirò giù un'altro shot.
grazie a dio non si doveva ubriacare
Presi coraggio e gli raccontai tutto e quando arrivai a dirgli di quella giornata iniziò a ridere. Lo guardavo stranita. Cos'è? Mi prendeva in giro? Se fosse stato così il suo sguardo non tradiva.
《Scusa... scusa ma dovresti ringraziare la vodka per averti fatto parlare》mi puntò il mio bicchierino vuoto che avevo svuotato poco fa. Continuò a parlare con degli intervalli di risate roche. 《Sei fortunata ad avermi trovato sai? Ma veramente non sai chi sono? Bam Margera... mai sentito? vabbè dai, adesso ti dico tutto. Sono un amico di Ville.
Prima che venissi qui ero a casa sua, e mi aveva raccontato di questa fan pazza che da alcuni giorni stava sotto casa sua. Ogni volta che guardava fuori ti vedeva seduta sul marcapiede a far niente.... Gli procuravi curiosità, lo ha amesso, ma anche an poco di timore. Di fan con I cartelloni ne ha viste tante, molte con più determinazione di te, ma tu... no... non posso spiegartelo. Dai alzati.》
Quel messaggio non raggiunse il mio sistema centrale nervoso e la conseguenza fu che le mie gambe non si mossero.Ero svenuta? Stava succedendo veramente?
Il mio cervello non fu abbastanza veloce ad elaborare tutti quei dati, che aveva messo in tilt ogni mia cellula.
E di colpo ricordai, come l'onda che si irrompe fra gli scogli creando un rumore assordante《Bam Margera? Lo skater di quel gruppo di pazzi? 》continuavo a fissare le bottiglie con uno sguardo perso tra quei mille colori che mi ipnotizzavano.
《Si sono io... se vuoi lo chiamo per sapere se è ancora a casa?》il suo tono adesso capiva lo shock che avevo avuto.
Ero veramente così vicina a farcela?
Annuì.
Bam uscì dal bar per chiamarlo mentre io aspettavo sempre nella stessa mia posizione.
Quando ebbe finito mi accompagnò al tram.《tu non vieni?》chiesi, cercando di mantenere il più possibile di calma.
《Si che vengo, non ti lascio da sola in queste condizioni》Nel tragitto ricordai ogni film deve c'era lui che avevo visto per colpa di mia sorella. Non ricordavo che fosse così dolce e premuroso, anzi il ricordo era totalmente diverso
Arrivammo davanti alla casa del cantante e Bam prese lo zainetto che era nascosto tra I cespugli, e controllò il contenuto.
《c'è tutto, tranquilla》 l'enorme cancello grigo si aprì e mi sembro di essere in un'altro mondo.
Da dentro la sua proprietà si vedeva l'enorme giardino che avvolgeva la torre gelosamente. L'erba era alta e mal curata. I pini alti e bagnati avvolgevano gelosamente la torre. Nel breve tragitto in quella "foresta" c'erano varie statue di marmo che raffiguravano angeli dalle ali imponenti e dagli sguardi penetranti. Il marmo bianco era sporco per la piogga che aveva subito. Mi guardavo intorno come una bimba appena entrata nel suo sogno sospeso tra la realtà e la finzione più assoluta.
Bam mi prese il braccio e mi fermò prima ad arrivare alla porta.
Mi sorrise.《cos'è, non mi ringrazi?》 lo disse con tono sereno e gli stessi occhi limpidi di prima.
《non hai idea di quanto ti sia grata》Sorrisi anch'io. Era da tempo che non sorridevo veramente.
Era il mio salvatore. Era la persona che aveva sconfitto il drago per portarmi dal principe azzurro.
lo baciai nella guancia e mi accompagnò alla porta. Chi avrebbe mai detto che avrei donato un bacio ad una persona del genere, al limite della pura follia. Chi avrebbe mai detto che grazie a lui le volontà di mia sorella si esaudissero.
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Cyanide Sun
FanfictionCon "loro" intendeva gli His Infernal Majesty il gruppo Finlandese che aveva aperto il cuore e l'anima a mia sorella. Il gruppo che l'aveva fatta innamorare di quel cantante che lei reputava "misterioso" ma anche "dolce". Lo stesso gruppo che l'ave...