Sleepwalking past hope

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Lasciava scorrere le lacrime lungo le sue guance candide mentre le sue dita toccavano le pagine di quel libro.

Non era dolore era solo malinconia, la mancanza di una persona cara.

I suoi pianti però subito diventavano risate, di quelle forti, rumorose.

Erano proprio quelle risate che mi facevano spaventare, tanto da venirmi i brividi.

Erano così rumorose che facevano arrabbiare la mamma e alla fine le cene in famiglia finivano con urla e piatti rotti.

Poi, mia sorella rossa dalla rabbia, usciva minacciando il suicidio, ma prima di uscire mi dava un bacio e mi diceva che era tutta una bugia.

Mi sorrideva e prometteva il suo ritorno.

Quando usciva di notte con Manu si truccava molto di nero.

Mi diceva che era "ombretto". Lei amava i colori scuri, però la sua anima era chiara, limpida.

《Maja perché ti trucchi cosi?》

Distolse lo sguardo dallo specchio e si girò verso di me.

《perché nasconde la poca luce che ho negli occhi, per me è speciale così la tengo solo per me e te..》

si girò nuovamente verso lo specchio per rifinire l'ultima riga di matita nera.

《Mentre sono fuori devi tener d'occhio a VB!》

Lo disse scherzando facendo finta di essere seria.

VB non è altro che un orsacchiotto dagli occhi di colore diverso. Il suo vero nome è Valo Bowie: Valo per scelta di mia sorella, Bowie per via degli occhi.

Io e Maja abbiamo sempre avuto un rapporto particolare, diverso da tutte le altre sorelle. La guardavo come un bimbo guarda il suo eroe, ma lei difatti è la ma mia eroina.

Quando sono cresciuta, tanto da capire che il mondo ruotava intorno alla bellezza estetica, ho iniziato a invidiarla.

Era la ragazza più bella che avessi mai visto, più bella delle anoressiche che c'erano nelle pubblicità.

Aveva gli occhi verdi smeraldo di papà.Mi ricordavano la natura, la vita e la purezza.

La pelle era del colore della neve, così chiara che i suoi amici la chiamavano Ghost.

Sopra le guance si intravedevano delle leggeri lentiggini color panna.

Il naso era leggermente all'insù, i suoi lineamenti erano dolci, suavi e le labbra fine e sensuali erano sempre rosso sangue senza il bisogno di un rossetto.

E poi c'erano i suoi capelli, lunghi fino a metà schiena, mossi e dal colore della ruggine. In qualche modo a me ricordavano un tramonto caldo, pieno di sfumature di rosso.

Lei li amava.

Era impossibile non invidiarla, io che ero sua sorella desideravo di essere lei.

《Mai desiderare di essere nella pelle di un'altro mia cara Emma.. Non puoi sapere che hanno nel cervello le persone, sono imprevedibili e potrebbero farti ammalare》

La guardavo uscire di fretta, vestita in quel modo strano portandosi solo il suo Nokia e il suo Mp3 con gli auricolari.

Mi salutava frettolosamente e usciva senza far rumore.

Io restavo nella sua stanza, seduta sul suo letto ad osservare le fotografie di persone attaccate al muro.

Sapevo chi erano.

Mi parlava spesso di loro. Erano tutti gruppi musicali. Lei amava la musica.

Sosteneva che le persone principali che l'avevano salvata erano tre: Io, Manu e Ville Valo.

Sapevo molto di lui ma non ho mai ascoltato la sua musica.

Era un ragazzo che veniva da un paese nordico che per tutta la sua vita ha fatto musica.

Maja mi diceva che era sincero, dolce e poteva vederti l'anima per poi curarla.

A lei gliela aveva curata

Guardai la sua fotografia difronte al letto. Il suo volto verso l'alto, tra le dita aveva una sigaretta e nel suo dorso nudo si vedevano chiaramente faccie e simboli tatuati.

Come faceva Maja a essere innamorata di una fotografia? Come faceva a dire che era amore?

La figura di quel personaggio mi era indifferente ma non lo ero per quello che mia sorella provasse per lui.

Mi alzai dal letto e andai verso lo specchio, sperando di vedere un volto non mio.

Anche nello specchio c'erano foto di Valo e anche di altre persone che facevano parte della vita di mia sorella.

I miei capelli scuri e disordinati non arrivavano alle spalle e i miei occhi celesti non avevano la stessa luce di Maja. La pelle olivastra mi faceva assomigliare ancora di più a mia mamma.

Mi alzai disgustata da me stessa e me ne andai in camera mia.

Spesso però mi addormentavo nel suo letto, poi senza che io mi svegliassi, lei mi portava in camera mia.

Io mi svegliavo difronte a un muro verdino, senza foto ne scritte e io mi sentivo vuota.

Camera mia mi ricordava di essere senza personalità e senza gusto.

Non ascoltavo musica, non guardavo film e non leggevo le storie.

Vivevo guardando entusiasta Maja e le sue infinite passioni mentre io non non avevo niente.

《Stai tranquilla, ok? Un giorno ti innamorerai di qualcosa o di qualcuno e non ti sentirai più vuota... Hai solo dodici anni, troverai qualcosa che fa per te》

La guardavo con occhi grandi, pieni di speranza.

Speravo che fosse tutto vero.

Mi addormentai cercando di non pensare alla mia vita o a quella di mia sorella.

Non bisogna pensare prima di dormire.

Dobbiamo liberarci dei pensieri... Di tutto quello che abbiamo dentro.

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