Pilato*

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Mani amiche, mani amate,
carezze donavate che in schiaffi si sono mutate.

Parole dolci, tenere e amorevoli,
di fiele e veleno si sono ora infettate.

Serena era la notte per la bimba amata,
finché l'amore non si è ammalato.

La casa sicura in inferno è cambiata,
la voce che urla io udire non voglio.

La luce si è spenta negli occhi vivaci,
amor proprio sepolto da paura e rinuncia.

Maniche lunghe in estate afosa,
«Ho freddo» dici e io credere ci voglio.

Giocavi, correvi, saltavi e ridevi,
ora apatica sei e io non indago.

Un occhio è viola, il labbro è spaccato, lo zigomo è rotto, il sorriso è tirato, gli occhi velati,
«Caduta io sono, distratta da altro» e io neppure chiedo: «Perché così spesso?»

Risa sguaiate, insulti volgari,
grida di aiuto che salgono da strada,
ma io mi convinco che sia solo il tono della TV del vicino.

Colpevole è lui, colpevole è lei,
ma sommo, sommo colpevole, quella sono io,
che come Pilato le mani mi lavo.

*Scritta per la giornata contro la violenza sulle donne, pubblicata in "Provare a provocare" di magicartist2018

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