Con precisione disegnai una linea di eye-liner sulla palpebra e misi un po' di rimmel sulle ciglia, per poi osservare allo specchio il mio viso più pallido del solito, forse a causa del risveglio avvenuto troppo presto. Era già venerdì e mi aspettava una giornata particolarmente piena, con corsi di psicologia dello sviluppo e psicopatologia in mattina e con il tirocinio il pomeriggio.
Mi ammirai un'ultima volta allo specchio, avevo optato per quella giornata così piena una maxi camicia celeste stretta in vita con un cinturino di pelle e un paio di jeans bianchi.
Uscii dal bagno cercando di muovermi silenziosamente come un ninja per non svegliare Katherine che ancora dormiva.
-Auguri! - un urlò mi fece saltare il cuore in gola non appena aprii la porta.
Katherine, nel suo adorabile pigiama rosa, era in piedi davanti alla porta e teneva tra le mani una mini torta al cioccolato con sopra una candelina rosa accesa.
-Tu..- portai le mani al viso sentendolo arrossire, era una sorpresa che non poteva non farmi piacere.
-Esprimi un desiderio! - mi incitò lei sorridente.
Chiusi gli occhi e feci volare la mia mente a un'immagine di me e Christian in un appartamento impeccabile che ci amavamo senza più alcuna paura, per poi soffiare in direzione della vivida fiamma.
-Ti taglio subito una fetta così la mangi prima di uscire! È una Sacher, la tua preferita. -
Preparai con calma la grande borsa con i libri mentre lei mi tagliava un'abbondante pezzo di torta che non sarei mai riuscita a mangiare a quell'ora del mattino, per poi porgermelo.
-Ho anche un bel regalo per te! - saltellò come una bambina verso il suo letto per poi tirare fuori da sotto quest'ultimo un pacchetto avvolto da carta argentata.
Dopo essermi riempita la bocca di torta presi tra le mani il pacchetto e mi affrettai ad aprirlo, ero certa si trattasse di uno dei soliti regali eccessivi di Katherine che non badava a spese mai. Nella scatola nera trovai una bellissima borsetta di Dior di un bellissimo color beige e con una cetenina dorata che fungeva da tracolla. Gli occhi per poco non mi uscirono dalle orbite, lasciai il regalo sul letto e la abbracciai con forza per ringraziarla di quel dono su cui sicuramente ci aveva perso molto tempo visto che voleva ogni volta scegliere una cosa di classe ma che si adattasse al mio stile.
Dopo aver provato a esprimere tutto il mio affetto e averla ringraziata corsi via per andare a lezione. La giornata nonostante non si prospettava come una delle migliori, era iniziata con il piede giusto.
Mi precipitai nell'aula di neuroscienze in cui mi attendevano due ore intense sugli ormoni e la tiroide, di cui avrei voluto fare a meno visto che ero molto poco portata rispetto alle materie scientifiche.
Seguii attentamente per tutta la durata della lezione per poi seguire un'ora di psicologia dello sviluppo, ma dovetti uscire prima della fine della lezione se volevo prendere il bus che mi avrebbe portato alla clinica dove dovevo fare il tirocinio.
Mentre correvo dietro all'autobus iniziò a squillare il mio cellulare che ignorai per non perdere il ritmo della corsa e neanche quel bus.
Salita sulla vettura vidi che la chiamata proveniva da Jack e irritata la ignorai, non avrei permesso a quell'uomo di rovinarmi quel giorno che richiedeva tutta la mia buona disposizione.
Appena arrivata davanti alla clinica presi due tramezzini al bar e poi entrai nella sala del personale per mangiare al volo dopo aver lasciato gli effetti personali nell'armadietto, indossai il camice e mi diressi verso il reparto del dottor Abramson.
Come mio solito mi sedetti al mio tavolo dove avrei dovuto riordinare scartoffie per tutto il pomeriggio.
-Miss White oggi non stata qui ma verrà con me ad una seduta. Dovrà solo prendere appunti e ascoltare senza intervenire in alcun modo durante la seduta.- la voce rigida e seria con l'accento tedesco del dottore mi fece trasalire.
-Va bene dottore. - mi affrettai a dire, nonostante la sorpresa non riuscii a trattenere la gioia nel sapere che per la prima volta avrei fatto qualcosa di interessante. Mi affrettai a prendere la mia penna Mont Blanc e il bloc notes e seguii il dottore.
-Il soggetto è una donna di trent'anni che soffre di disturbo post-traumatico. Il disturbo è emerso dopo un incidente in auto che ha avuto, non è successo nulla di grave in questo incidente ma lei non può più salire in auto. Ha deciso di fare terapia per poter tornare a guidare.- mi spiegò brevemente mentre ci dirigevamo verso il luogo in cui teneva i colloqui, presi più appunti possibile.
La stanza in cui si svolgeva il colloquio sembrava il salotto accogliente di una casa, con delle poltroncine, una scrivania all'angolo della stanza e un'ampia finestra che illuminava tutto. Trovai una sedia in pelle nera che posizionai in un angolo così da non farmi quasi vedere, immaginai quanto potesse essere imbarazzante avere un estraneo nella stanza che non diceva nulla ma scriveva i fatti tuoi.
La signora arrivò dopo poco, era una donna semplice e lo si notava dal fatto che portava i capelli raccolti in una cosa bassa e dal fatto che non indossava nulla di elegante ma neanche di trasandato, una semplice maglietta celeste e dei jeans scuri con scarpe da ginnastica. Dopo che il dottore mi presentò iniziò il colloquio che si concluse solo dopo un'ora.
-Come le è sembrata? - mi chiese il dottor Abramson non appena lei uscì dalla stanza.
-È una donna piacevole...- iniziai io abbozzando un lieve sorriso.
-Questa è tutto ciò che mi sa dire? Qualcosa di utile?- mi chiese lui spazientito ma anche ironico allo stesso tempo. Arrossii di colpo all'idea di aver fatto la figura dell'idiota davanti a lui così iniziai a guardare i miei appunti e decisi di formulare un'ipotesi anche se azzardata.
-In realtà ho notato che il soggetto non parla quasi mai dell'incidente o del fatto che desidera tornare a guidare. Nonostante ciò sembra più tranquilla nel parlare dell'incidente e meno tranquilla quando parla del tornare a guidare, ma non sembra essere una paura legata all'azione del guidare o alla possibilità di fare incidenti. Sembra ci sia altro legato a quel trauma, come se non riguardasse l'incidente in sé. - mi affrettai a dire in modo deciso anche se sentivo le mani tremare all'idea di dire delle sciocchezze.
-Quindi non è solo una donna piacevole..- ghignò lui, il suo tono divenne più caldo meno rigido -...non ha azzardato abbastanza ma è sulla strada giusta. La donna prima di fare quell'incidente ha divorziato dal suo coniuge. Il disagio che stava vivendo da mesi era rimasto latente e con l'incidente è emerso, come lei sa i disturbi post traumatici da stress possono emergere anche dopo mesi. La mente del soggetto non pensa che quel divorzio meriti attenzioni, non ne vuole parlare ma purtroppo il dolore che ha vissuto è molto più grande di quanto lei pensa. - mi spiegò il dottore mentre si puliva gli occhiali da vista con l'apposita salvietta che teneva nella tasca del camice.
-Lei è portata Miss White..- disse a bassa voce come se non volesse farsi sentire -..ora torni nel mio ufficio per riordinare le cartelle cliniche.
Tornai alla mia postazione con un sorriso stampato in viso, mi si gonfiò il petto d'orgoglio nel sentirmi dire quelle parole dal dottore, potevo ritenermi più soddisfatta per quel tirocinio.
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The professor 2 - Rising from the ashes
Romansa{Completo} Sequel: The professor. Sophia White ha lasciato che i suoi sentimenti la trascinassero impedendole di vedere la realtà. Tardi ha capito che il docente di filosofia che le stava di fronte non avrebbe mai potuto amarla a causa del suo mor...