[17] Dovere

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Jin non aveva mai visto suo figlio così devastato.

Anche quando Jimin era arrivato qualche giorno prima del ballo, la gioia nel rivedere il suo migliore amico era durata qualche fugace attimo prima che scoppiasse nuovamente in lacrime e spiegasse a Jimin di Jungkook.

Jin fremette per la rabbia al pensiero che quel pittore avesse approfittato così crudelmente di Taehyung. Non avrebbe di sicuro mai più commissionato qualcosa ai Jeon.

Si sentiva in colpa per il cuore spezzato di Taehyung ed anche terribilmente triste al pensiero che suo figlio non si sarebbe sposato per amore. Ma forse, col tempo, l'amicizia tra Jimin e Tae si sarebbe potuta trasformare in qualcos'altro.

Jimin aveva acconsentito a diventare il compagno di vita di Taehyung, sebbene l'occhio analitico di Namjoon avesse notato perfettamente l'esitazione del giovane Lord.

Quando gli era stato chiesto formalmente, avevano visto chiaramente come la sua voce si fosse bloccata e gli occhi si fossero scuriti mentre prendeva in considerazione quella possibilità.

Jimin avrebbe detto di no senza esitazioni, ma sarebbe stato un idiota. I suoi genitori sarebbero stati furiosi poiché l'alleanza con la famiglia reale avrebbe assicurato loro una porzione del regno di cui sarebbero diventati i padroni.

Aveva dovuto chiudere un attimo gli occhi prima di riuscire a controllarsi e pronunciare un fermo

"Sì".

Ma Jimin si sentì morire mentre pronunciava quella parola. Sapeva di aver perso ogni speranza di vivere il resto della sua vita con l'uomo che amava veramente.

Ma Taehyung non era poi così male.

Sarebbero stati bene.

Quando pensò al sorriso sul volto di Tae quando era con Jungkook (un retrogusto amaro gli invase la bocca al ricordo del traditore) ebbe un tuffo al cuore. Sapeva che Taehyung non lo avrebbe mai amato completamente.

Taehyung se ne stava perennemente chiuso a chiave nella sua stanza, ormai poco avvezzo ad onorare gli altri della sua compagnia. Permetteva di entrare solo a Seokjin, Namjoon e Jimin.

Durante la prova degli abiti, le spalle erano curve e le braccia inerti lungo i fianchi, diventando rigide solo quando gli veniva ordinato di farlo.

Il sarto si mise in piedi, le spille uscivano dalla sua bocca e scosse la testa per qualche attimo prima di tornare al suo lavoro. Era come se l'intero palazzo fosse a conoscenza del cuore spezzato del principe.

Due giorni prima del ballo, Taehyung si sentiva vuoto.

Si spostava semplicemente da un posto all'altro per poi finire sempre nello stessa stanza, steso sul letto a fissare il soffitto. Gli occhi pizzicavano mentre pregava sempre che fosse tutto solo un brutto sogno.

Sperava sempre che, una svolta svegliatosi, avrebbe potuto rivedere quel viso-che avrebbe dovuto odiare-fissarlo con occhi pieni di amore e con il sorriso da coniglietto che gli increspava gli occhi.

Quando ogni mattina apriva gli occhi, le lacrime ritornavano prepotenti mentre fissava il muro bianco, certo che fosse un altro giorno vuoto.

Namjoon non poteva sopportarlo.

Taehyung era sempre stato allegro, felice, e vederlo recitare in quel modo lo faceva sentire come se avesse davanti un estraneo. 

Non aiutò il fatto che avesse passato l'ultima settimana insonne a leggere i resoconti dalle spie del palazzo riguardo l'aumentata attività dei Rivoltosi, in particolare nel territorio vicino il palazzo.

CINDERFELLA|| TAEKOOK (Italian translation) ✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora