[26] La spada della giustizia

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"MAI PIU'"






Il sangue di Jin di gelò a quello stridio, il corpo bloccato dalla paura e dal panico.

La sala da ballo sembrava essere esplosa; le spade sguainate, la gente che urlava e tutto ciò che poteva fare era fissare a bocca spalancata.




Sarebbe rimasto lì tutto il tempo se una mano forte e familiare non gli avesse afferrato duramente il polso e lo avesse tirato verso il muro dietro i due troni. Jin puntò i piedi, credendo che questa persona stesse per spingerlo contro il muro.

"Jin smetti di opporre resistenza, andiamo!" Urlò la voce di Namjoon, scivolando dietro l'arazzo e aprendo una porta di cui Jin non ne conosceva neanche l'esistenza.






Il cuore di Jin cominciò a calmarsi leggermente sapendo che non era un estraneo che lo trascinava alla morte.

Namjoon stava correndo il più veloce possibile attraverso il lungo corridoio che sembrava non avere fine, trascinando dietro di sé un Jin sconcertato, che cercava di elaborare esattamente quanto stava accadendo.


I muri di pietra sfrecciarono davanti i loro occhi mentre Jin tentava di contemplare come qualcosa del genere potesse esistere nel palazzo a sua completa insaputa. Questo spiegava perché fosse così polveroso e trasandato.



Alla fine, Jin ne ebbe abbastanza di quella corsa e costrinse Namjoon a fermarsi, respirando affannosamente.



"NAMJOON COSA STA SUCCEDENDO"


"DOVE SIAMO"



"E CHI DIAVOLO STA ATTACCANDO IL MIO CASTELLO"




Jin era terrorizzato, più di quanto avrebbe ammesso. I suoi palmi sgocciolavano, la testa vorticava, i suoi occhi piangevano mentre fissava il viso pallido di suo marito.




Namjoon cadde a terra, attutito solo dalla spinta verso l'alto della mano di Jin sulla sua, per la stanchezza e paura paralizzante.

CINDERFELLA|| TAEKOOK (Italian translation) ✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora