[3] L'invito

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Il dipinto arrivò a palazzo la settimana seguente, con la firma "Jeon" posta nell'angolo in basso a destra. Per poco Jin non pianse dalla commozione per quanto fosse bello. Moltissimi, provenienti da tutto il mondo, si recavano a corte solo per vedere il suo bellissimo figlio.

Sentì una mano sulla sua spalla e si voltò, incontrando gli occhi stanchi di un impegnatissimo re.

"Ah hyung, vedere il tuo viso guarisce la mia anima" sospirò Namjoon, le braccia avvolte attorno alla vita di Jin e la testa appoggiata alle sue spalle larghe.

"Ne sono consapevole. Perché pensi che mi impegni così duramente per mantenerlo così?" Seokjin sorrise scherzosamente, appoggiandosi all'altro prima di voltarsi ed abbracciarlo stretto.

Il dipinto catturò l'attenzione di Namjoon e questo sussultò. "Noto che lo studio Jeon ha terminato l'ultimo dipinto. Se questo non attirerà la gente, non so cos'altro potrà farlo" sospirò.

"Sono completamente d'accordo. Sai, quando lo abbiamo trovato dopo l'incendio non avevo idea di come sarebbe cresciuto. Rimane magnifico anche senza le meraviglie dei Jeon " annuì Jin.

"Non diciamoglielo però. Non vogliamo che si monti la testa come suo padre" sorrise Namjoon e delle fossette comparirono sul suo viso. Si allontanò da Jin, già pronto alla risposta del suo bellissimo amore.

"Yah! Una persona dalla testa montata che tu ami" rispose indignato l'altro.

Non poteva rimanere arrabbiato con Namjoon perché la sua risata, unita a quelle meravigliose fossette, era più che sufficiente per calmare la sua ira. Inoltre, Namjoon lo aveva indirettamente definito bello.

Namjoon tornò di corsa da Jin e gli afferrò il viso, attirandolo a sé e coinvolgendolo in un bacio dolce e delicato.

Le sue mani iniziarono ad esplorare le ampie spalle e la schiena dell'altro, ma un colpo alla porta fece sussultare la coppia e Jin si ritrasse all'improvviso.

"Seokkkiieee, non abbiamo più bisogno di nasconderci. Non è più come prima" Namjoon gemette in segno di protesta e afferrò il braccio di Jin.

"Non è quello. Ho del lavoro da sbrigare e mi stai distraendo. Penso che sia uno dei fioristi" rispose Jin, non volendo davvero abbandonare l'abbraccio di Namjoon. Si cullò nel pensiero che sarebbe sempre potuto tornare tra quelle braccia.

"Ah, d'accordo" borbottò Namjoon, lasciando andare il più grande con riluttanza. "Ma continueremo stasera".

"Oh, puoi contarci" Jin si voltò verso di lui con un sorrisetto, "Renderò le tue fossette più profonde di quanto già non siano".

Jin uscì di scatto dalla stanza e Namjoon non poté fare a meno di sorridere ed arrossire per la sceneggiata del suo compagno.

Anche Namjoon era stressato a causa delle crescenti tensioni internazionali che si andavano accumulando tra il l'impero dei Kim ed i Rivoltosi. Poteva solo sperare che il compleanno di Taehyung avrebbe disteso alcuni di quei conflitti.

Udì la porta aprirsi e si voltò per vedere il figlio entrare volteggiando nella stanza .

"Ah, è il dipinto di Jeon?" domandò Tae, ridendo "Di che colore sono i miei occhi questa volta?".

Smise di ridere non appena vide l'opera.

Era l'opera più bella che avesse mai visto, e non stava minimamente esagerando. La combinazione di colorì lo colpì e desiderò poter guardare negli occhi quell'uomo che lo aveva dipinto, girare intorno alla sua mente solo per osservarne il processo creativo.

"Questa volta si sono davvero superati. Se non sapessi di essere io, sarei già innamorato" disse Taehyung in soggezione, guadagnandosi una leggera pacca da suo padre.

"Aish, lo spero. Per il tuo bene e per quello di Jin. Avevo già visto il suo disegno, ma colorato ha tutto un altro aspetto. Suo figlio ha davvero talento, eh?" disse Namjoon piano, studiando ancora il dipinto.

"Suo figlio?" chiese in modo interrogativo Taehyung. "Pensavo che il pittore fosse il signor Jeon".

"No. Il signor Jeon è un brillante artista realista, ma è suo figlio quello che li colora. Ecco perché i tuoi occhi hanno sempre un colore diverso, insieme ai tuoi capelli", sospirò Namjoon.

"Deve avere una bella immaginazione" mormorò Taehyung, "Mi piacerebbe incontrare gli artisti dello studio di Jeon. Svolgono sempre un ottimo lavoro".

"Ah, è una bella idea. Li inviteremo alla tua festa" disse definitivamente Namjoon. Diede una leggera pacca sulle spalle a Tae e uscì dalla stanza.

Taehyung stava per dire qualcosa ma suo padre era già sparito.

Guardò di nuovo il dipinto, studiando con minuzia ogni dettaglio e pennellata di colore.

Era stupendo.

Quasi corse fuori dalla stanza prima di ricordarsi che sarebbe andato nuovamente incontro all'ira di Jin.

Doveva vedere l'uomo che stava dietro a quel dipinto.


Doveva andare allo studio di Jeon.





Nota traduttrice: i capitoli sono quasi tutti tradotti quindi posso dirvi con assoluta certezza che li li pubblicherò a giorni alterni (non voglio farvi aspettare troppo) u.u

autore: royalkook98

CINDERFELLA|| TAEKOOK (Italian translation) ✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora