[1] L'ultimatum

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Namjoon cercò di contenere le fiamme insieme ai suoi collaboratori mentre queste avvolgevano quel marmo bianco splendente del palazzo, adesso casa sua. Il pasticcere che aveva creato la sua imponente torta nuziale gli passò un altro secchio pieno d'acqua; il grembiule era stato gettato di lato e le pile di sacchi di farina erano state sostituite dalla fitta cenere grigia che aleggiava nell'aria.

L'acqua riuscì a domare quello che sembrava l'insaziabile appetito delle fiamme, intenzionate a consumare non solamente l'intero regno, ma anche le attenzioni che aveva sperato di rivolgere al suo nuovo marito. I suoi occhi disubbidienti continuavano a fissare l'incredibile bellezza e radiosità del viso dell'uomo che aveva appena sposato.

Il sudore gli gocciolava dalla fronte, la guancia marcata era adornata da una striscia di cenere.

Lottare contro le fiamme non era esattamente la tipologia di luna di miele che aveva in mente, tanto meno come avrebbe voluto passare le loro prime ventiquattro ore insieme.

Il giorno del loro magnifico matrimonio era stato crudelmente interrotto da un "piccolo" inconveniente, proveniente proprio da chi Namjoon capì fossero le spie ed i nemici loro rivali, i Rivoltosi. Questi, erano rimasti più che sconvolti dagli eventi degli ultimi sei mesi che avevano portato all'unione di Kim Namjoon e dell'allora erede al trono ed adesso re, Kim Seokjin.

Dio, Jin era così sexy in quel momento.

Stupito da quanto fosse forte, il suo cuore si gonfiò di orgoglio prima di voltarsi e continuare ad aiutare le persone presenti a fuggire e mettersi in salvo. I pompieri reali arrivarono in modo tale da domare le fiamme che minacciavano la loro dimora.

Sposandosi, era entrato a far parte della famiglia reale; era riuscito in qualche modo ad attirare l'attenzione del principe ereditario Seokjin nonostante i non pochi sguardi di disgusto ricevuti all'idea di due uomini insieme. Non poteva credere di essere stato così fortunato, ma Seokjin lo pensava ancor di più.

Jin lanciò un'occhiata a Namjoon, i loro occhi si incontrarono velocemente mentre si davano da fare affinché potessero salvare la loro gente e la loro preziosa casa.

Seokjin stava facendo uscire i bambini da quell'area pericolosa quando notò un bambino, completamente solo, che spalancava gli occhi lucidi.

Corse verso di lui e lo prese tra le sue braccia, facendogli poggiare il capo sulle sue spalle larghe. Il bambino sembrava avere circa tre anni ed era solo.

I suoi vestiti sembravano ricordare un qualche tipo di uniforme e appena Jin cercò di trovare qualche informazione per sapere di chi si trattasse, i suoi occhi si posarono su una targhetta su cui si poteva leggere:

Orfanotrofio Reale Kim

Era un orfano.

Questo fece sì che Jin stringesse il piccolo ancora più forte a sé mentre si guardava intorno, vedendo come l'orfanotrofio veniva completamente distrutto dalle lingue di fuoco.

Le ovaie mentali di Namjoon esplosero vedendo Seokjin corrergli incontro stringendo a sé il bambino e chiamando il suo nome.

"Namjoon, noi volevamo adottare un bambino, no? Penso di aver appena trovato la nostra opportunità..." supplicò.

"Io...non posso lasciarlo da solo. Non ha dove andare".

Namjoon gli si avvicinò, fermandosi momentaneamente dall'aiutare per stringere Jin a sé.

"Nonostante non vedessi l'ora di passare un po' di tempo solo con te", aggrottò il sopracciglio sinistro "neanche io posso lasciarlo da solo".

Nel mezzo di quelle fiamme che si stavano lentamente estinguendo, Seokjin si sentì completo, certo che quella fosse la vita che desiderava, amando suo marito e quel nuovo bambino al suo fianco. Si sentiva pronto a combattere qualsiasi fuoco che si sarebbe potuto abbattere sulla loro via.

CINDERFELLA|| TAEKOOK (Italian translation) ✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora