Immediatamente Jungkook accostò la macchina al lato della strada e si voltò interamente nella direzione di Jimin, che stava ancora guardando fuori dal finestrino con le nocche di una mano poggiate sul vetro.
Era silenzioso e stanco.
"Per favore, guardami..." Jungkook parlò per primo.
Jimin non disse niente, quasi come se fosse in trance...Voleva solo che Jungkook gli desse una spiegazione.
"Sei sempre stato perfetto per me. Non pensare minimamente di-"
"Perché Gguk." Stavolta fu Jimin a parlare ed usò un tono severo.
Non voleva sentire una delle solite frasi fatte. Non voleva che gli desse una risposta finta, tantomeno una risposta smielata. Non voleva vivere una di quelle scene da film dove il ragazzo si scusava partendo con una lunghissima confessione d'amore che poi avrebbe portato i protagonisti a vivere felicemente da quel momento in poi.
No, non voleva niente di tutto questo.
Voleva la cruda verità, anche se gli avrebbe perforato il cuore un altro milione di volte, perché quantomeno sarebbe stata reale.
Almeno sarebbe stata la verità.
"Jimin-"
"Jeon se non me lo dirai, scenderò subito da questa macchina e non mi rivedrai mai più."
Ciò fece risvegliare in un attimo Jungkook. Prima c'era una persona felice davanti a lui, mentre adesso ce n'era una seria e determinata.
Ma sapeva che, in qualche modo, quella situazione doveva essere affrontata di petto.
Il minore era grato per quell'opportunità nonostante non avesse ancora il pieno controllo di sé. Ne era davvero felice. Quello era il momento che stava apettando, quello in cui si sarebbe scusato con Jimin per averlo ferito così brutalmente.
Però perché si era bloccato?
"Tempo scaduto." Disse velocemente Jimin. In un lampo si slacciò la cintura e afferrò la maniglia della portiera, saltando giù dalla macchina senza degnare il guidatore di uno sguardo.
"NO ASPETTA JIMIN!" Urlò Jungkook appena il suono dello sbattere della portiera lo liberò dal suo stato di trance.
Si sentì un click provenire dalla cintura che il minore slacciò e rapidamente scese anche lui dalla macchina, senza neanche preoccuparsi di chiudere la portiera dietro di sé.
Jimin si stava allontanando dal veicolo con le braccia conserte che proteggevano il suo corpo dal gelo.
Le sue guance erano rosse e dalle sue labbra carnose e dal suo naso, il respiro usciva fuori come una nuvoletta di condensa. I fari delle macchine che passavano gli illuminavano il cammino.A Jungkook sembrò che tutto stesse andando a rallentatore in quel momento. Poteva davvero affrontare la verità? Meritava di tornare con Jimin? Perché non gli era concesso di ritornare indietro nel tempo? Qualcun'altro avrebbe potuto rendere felice Jimin? Perché aveva così paura?
Qualche attimo prima aveva tante domande in testa, ma appena vide la persona che lui voleva far tanto tornare nella sua vita, allontanarsi da lui per sempre...Il suo cuore si era frantumato.
Come uno specchio rotto.
Proprio ora, che era pronto ad affrontare le proprie insicurezze e a prendersi la responsabilità dei suoi terribili errori.
Si era rotto in così tanti pezzi, perché sapeva che forse avrebbe perso l'unica persona che aveva mai amato.
Finalmente rispose.
"SONO UN CODARDO!" Gridò così forte affinché anche gli dei lo potessero sentire. Jimin si fermò. Jungkook ispirava ed espirava potentemente e sembrava sconfitto, "L'ho fatto perché sono un codardo."
A quel punto il maggiore si girò verso di lui.