IX ATTO - Mamihlapinatapai

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Passarono alcune settimane senza particolari problemi, anzi sembrò andare tutto bene e Taewon diede l'idea di essersi dimenticato di quella discussione. Convinta avessimo risolto la situazione gli feci una sorpresa. Digitai il pin del suo appartamento e... la porta non si apriva. Riprovai, ma mi resi conto poco dopo che doveva aver cambiato il codice. Come mai? Suonai con insistenza finché Taewon non uscì dall'appartamento.

-Perché hai cambiato il codice?

-Niente di che, solo per avere un po' di privacy.

Quanto poteva suonare sgradita una parola tanto particolare? Capii che bastasse solo il contesto giusto e ogni parola poteva suonare maligna.

-C'è qualcuno in casa vero?

Taewon abbassò la testa facendomi intendere.

-Cazzo!

Dissi in italiano e me ne andai.

"Calmati" mi ripetevo nella mente, eppure le mie gambe si trascinarono da sole e le braccia si tenerono reciprocamente cercando di fermarsi vicendevolmente. Uno spillo mi entrò in testa e non riscii più a ragionare. Entrai in un supermercato cercando qualcosa di simile ad un'aspirina. Camminando per i corridoi vidi la foto di un idol che sponsorizzava quel posto: "L'unico supermercato che mi ha cambiato la vita". "Certo, la vita, e il portafogli" pensai, mostrando un po' di denti soddisfatta del mio cinismo. Scazzata com'ero arrivai in reparto e passai le dita fra i contenitori a ritmo di una canzone altrettanto semplice, pimpante e forse anche per questo, odiosa. Pensando di aver trovato qualcosa che potesse funzionare mi sporsi con il mento allungando la mano per prenderlo. Ebbi un'attimo di difficoltà, ma appena lo raggiunsi mi ritrassi rapidamente. Minju era di fronte a me e mi guardava con un carrello fra le mani. Fece segno di salutarmi e rimase lì a fissarmi. Che sapesse?

-Hai da fare? Le chiesi.

Stare da sola non mi avrebbe aiutata e Minju nel suo silenzio sapeva fare qualcosa di magico. Mi capiva senza giudicarmi e se avessi avuto la necessità di parlare con qualcuno, quel qualcuno sarebbe stata lei.

Ci ritrovammo di nuovo sopra al suo letto, stavolta con la luce del giorno ad accompagnarci. Le raccontai ogni cosa successa dopo il nostro incontro. Tirò le labbra a sè e dopo avermi guardata mi abbracciò di soprassalto. Le orecchie iniziarono a ronzare in mancanza di un rumore. Presi le mie braccia e la strinsi con decisione. Qualcosa forse doveva accadere? Lasciò andare le mani e io seguii con accondiscendenza. Fummò a distanza di una carezza fra le nostre labbra, la trattenni e lei diresse il suo sguardo verso di me. Cosa stavo facendo? Una marea di dubbi si affollarono nella mia mente ormai esamine. "E se avessi frainteso?". Eppure c'era una qualche tensione all'interno della stanza che mi rendeva impossibile staccarmi da lei. "E Taewon?". Lui... noi, eravamo in una relazione aperta, dunque non sarebbe stato un tradimento. Stavo ancora immersa nei miei pensieri e Minju vedendo la mia indecisione si tuffò sulle mie labbra senza preoccuparsi dei danni collaterali.

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