Capitolo 3. fiorellinosbocciato

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Dopo lo sguardo come mi assestò Sebastian in palestra, decisi di fuggire da lì - ero in un totale stato di imbarazzo - , e tirai dietro di me anche la mi amica Kayla. Andammo verso la mensa, tutte ci guardavano perché avevano saputo che ero una battitrice da paura e avevano iniziato a temermi. Ci avvicinammo al piccolo banco dove potevamo ordinare ciò che volevamo.

Io presi un piatto di noodles, li adoravo, e tutt'oggi li adoro, mentre Kayla, sempre a dieta nonostante pesasse meno di me, si prese un'insalata semplice, con un po' di sale, limone ed aceto balsamico. Da bere acqua naturale.

Ci andammo a sedere al tavolo. Stavamo l'una di fronte all'altra, volevamo guardarci. Dovevamo parlare un po'. Si sedettero al tavolo anche Kevin e Duncan rispettivamente il mio confidente e il mio migliore amico.

Kevin sedette proprio accanto a me. Iniziò a fare lo spiritoso. <<Ho paura di te, lo sai? Ho visto come hai schiacciato quel povero pallone. Immaginare di poter essere quel pallone mi fa una grande paura. Voi che ne pensate?>> fece agli altri.

Concordarono tutti con lui.

<<Lo sapete che io sono una grande nello sport. Non credo proprio che quella di essere una grande battitrice sia per voi una grande scoperta per voi. State solo facendo gli spiritosi. D'accordo?>>

Mangiammo continuando a parlare di ciò che era successo in palestra, ridendo e scherzando.

Quel giorno avevamo un pon pomeridiano che ci permetteva di prendere un'importante certificazione in lingua inglese. L'indomani avremmo fatto invece quello per la certificazione di spagnolo.

Prima di andare al pon, decisi di fermarmi un po' con i miei amici. Volevo aspettare ancora un po', poiché gli sguardi dei ragazzi addosso mi innervosivano. Mi avrebbero innervosito comunque entrando successivamente poiché mi avrebbero guardata lo stesso, ma almeno all'impiedi mi sarei potuta nascondere dietro gli altri, leggermente più alti di me.

All'improvviso la mia espressione si incupì. Ripensai a un fatto del mio passato che non avevo totalmente rimosso, ma neanche volevo ricordarlo. I ricordi mi hanno colta di sorpresa, come un acquazzone.

<<Hai qualcosa da dirci?>> mi fece Duncan, avendo visto la mia faccia.

<<Puoi dirci ciò che vuoi quando vuoi>> mi consolò Kevin accarezzando il mio braccio.

<<Spara>> tagliò corto Kayla facendomi l'occhiolino.

<<Anche sul pullman delle medie ed elementari venivo presa in giro. Non ve l'ho mai detto, perché mi vergognavo. So che con voi non devo, ma temevo il vostro giudizio>>.

<<Ti abbiamo mai giudicata, noi?>> chiese Kayla. <<Sembra che tu non ti fidi più di noi. Ci dici sempre di ciò che ti dicono e ti fanno adesso, e ciò che ti facevano non c'è l'hai mai detto. L'hai nascosto per così tanto tempo>>. Mi guardò arcigna. Era sicuramente delusa da me.

<<Scusatemi. Non è questo. Io sono sempre stata insicura. Non sapevo se potevo farlo o meno. Ma adesso so che voglio e devo dirvelo. È un fardello pesantissimo. Non posso più portarlo addosso>>.

<<Puoi parlare. Ma dovevi farlo prima. Per te. Come hai fatto a portare nel cuore un peso così grande>> disse Kevin. <<Avanti. Racconta>>.

<<Appena salivo sul pullman iniziavano gli schiamazzi, le risate, le urla. Mi ero da qualche giorno tagliata i capelli, come mia mamma, sapete come li porta. Avevano detto che ero una tipa poco raccomandabile, avendo tagliato i capelli. Mi hanno chiesto se avevo cambiato sesso, e da qui hanno iniziato a prendermi in giro davvero. Crystal è stata la prima. "Ma non vedete che è semplicemente un maschio con la faccia da femmina. È semplicemente gay". Tutti mi guardarono ridendo>>. Mi scappò una lacrima raccontando tutto questo. <<Mi facevano sgambetti, mi maledivano per essere nata, mi continuavano a chiamare GAY. Ho pensato molte volte di uccidermi. Ma ho pensato alla mamma. Aveva  bisogno di me. Non potevo lasciarla da sola. Neanche ora posso. Ma ogni tanto ripenso a come sarebbe, per mia madre che non mi voleva essendo io frutto di una violenza, ma anche per voi che venite presi in giro per essere miei amici, se io non ci fossi più>>.

<<Non osare mai più dire una cosa del genere. Noi ci siamo e ci saremo sempre per te, Josie>>. Kayla mi accarezzò il viso il quale si stava bagnando di lacrime.

Anche Kevin e Duncan si sono avvicinati a me per abbracciarmi. Ci siamo stretti in un abbraccio soffocante. Ripensammo che avremmo dovuto essere già al pon. Che scusa avremmo mai potuto inventare con la professoressa Johansson?

Ci avvicinammo agli armadietti per prendere i libri del pon. Un mattone di duecento pagine da imparare in meno di tre mesi. Una vera e propria  mission impossible. Ce l'avremmo sicuramente fatta. Io almeno ce l'avrei fatta. Io aprivo il libro anche a casa a volte.

All'improvviso tutti, inclusi Kayla, Duncan e Kevin, si sono incollati agli armadietti per non dare le spalle ai membri della squadra di rugby. Io cercai di guardare il pavimento ma, in realtà, guardavo con Kayla  i giocatori che passavano. Tra loro c'era anche Sebastian. Crystal era accanto a me. Mi diede un colpo al fianco dicendomi di abbassare lo sguardo perché non ero degna di guardarli. Lei guardava Sebastian e si mise a posare per lui, ma lui sembrava non avere molto interesse per lei. Numero 1) era la fidanzata di Archie. Numero 2) ci provava con chiunque e quindi non gli sarebbe stata fedele.

Kayla mi diede di gomito. <<Sebastian ti sta guardando>>. Mi fece dei versetti divertiti e un occhiolino.

Finsi di non essermene accorta. <<Non sta guardando Crystal?>>

<<Non vedi che non ha occhi per nessuna oltre te?>>

Crystal non credette alle sue orecchie. Sembrava molto arrabbiata.

Avendo sentito il nostro discorso, Sebastian alzò le ciglia contrariato e girò lo sguardo verso il portone per il quale sarebbe uscito con la squadra per andare a giocare la partita.

Le dissi che avevo ragione perché era contrariato dalle parole di Kayla. Lei mi fece: <<Possibile che tu di uomini non sappia nulla?>> Alzò gli occhi al cielo.

Quando tutta la squadra passò, tutti tornarono a ciò che stavano facendo. Io, Kayla, Kevin e Duncan andammo al pon pomeridiano.

La pioggia non ci tocca. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora