Capitolo 9. spechiodellanima E fiorellinosbocciato

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Dopo aver salvato Kayla, io e Sebas non abbiamo parlato per circa 10 giorni a causa di una lunga influenza in seguito ad un colpo di freddo. Il giorno successivo a quello in cui Sebastian salvò Kayla - ero rimasta a scuola per un pon teatrale che frequentavo mentre Sebastian era agli allenamenti e mia madre non venne a prendermi, come al suo solito, - ci fu una pioggia molto Fina, che mi bagnò per tutto il tragitto che percorsi per tornare a casa.

Quando tornai a casa ero fradicia, tanto da aver bagnato tutto il pavimento, - lasciai infatti numerose impronte e gocce d'acqua che mi cadevano dai capelli e dai vestiti - facendo arrabbiare mia madre. Si alzò togliendosi il braccio di Edward dalla sua spalla, mi venne incontro rabbiosa dicendo: <<Guarda come hai combinato il pavimento! Lo avevo pulito meno di un'ora fa, ORA LO RIPULISCI TU!>>. Nella mia testa pensai: Se fossi venuta a prendermi ora sarebbe pulito, ma mi limitai ad annuire con un cenno del capo.

Quando andai al piano di sopra il corridoio era freddissimo; mia madre aveva acceso l'aria condizionata che era sulla porta del bagno, la stanza subito prima della mia camera da letto.

Quando entrai in bagno fui colpita in faccia da un vento freddo. Quest'ultimo era causato dall'acqua che avevo addosso, perché di solito passando sotto l'aria condizionata mi sentivo più rilassata; sugli occhi era completamente sciolto il mascara. Guardandomi allo specchio mi sentii per un momento brutta, iniziai a piangere come una bambina e intanto sentivo, dal piano di sotto, Edward e mia madre che ridevano, parlavano e si coccolavano e pensai a quanto fosse stupido l'amore: a tale considerazione un brivido mi percorse la schiena.

Mi asciugai i capelli con l'asciugamano il quale si inzuppò, tanto che ho dovuto metterlo in lavatrice, talmente che era inutilizzabile, e cambiarlo con uno pulito. Corsi subito a cambiare i vestiti che dopo misi a lavare: misi un pigiama pesante che subito alleviò il freddo che sentivo; come un pulcino infreddolito andai ad asciugare il pavimento. Edward e mia madre erano ancora sul divano a sbaciucchiarsi, mia madre mi guardava come a chiedermi perché avessi quest'aria ostile nei suoi confronti, infatti dopo mi chiese: <<Qualche problema?>>

Avrei voluto dire Qualche problema? Davvero? Rischio di prendere una polmonite per colpa tua e mi dici 'Qualche problema?' ma poi, per educazione mi limitai a dire: <<Ho un po' freddo>>.

Tremai leggermente ma mia madre sembrò non notarlo. <<Vedo che sembri arrabbiata con me. Non c'è nessun motivo per esserlo. Io sto bene con me stessa. E tu devi accettarmi così come sono. Non hai nessun motivo per odiarmi. Chiaro?>>

A quel punto decisi di ribattere. Stavo ribollendo di rabbia, se fosse stata un masso enorme di quelli che c'erano al mare dove abitava Edward e dove andavamo sempre in vacanza d'estate, l'avrei distrutta sicuramente. <<Non ho nessun motivo per odiarti? Mi hai vista quando sono entrata o eri più occupata a guardare i pettorali di Edward per notare soltanto che il pavimento era completamente bagnato?>> La guardai dritta negli occhi. Le leggevo la rabbia negli occhi perché le parole che le stavo dicendo l'avevano colpita nell'orgoglio. <<Io rischio di buscarmi una polmonite, ho freddo, mal di testa. Anzi, mi gira la testa, sento un bruciore in gola, sento di poter iniziare a tossire fra un momento e l'altro. Se mi viene la polmonite ti odierò davvero per tutta la vita. Perché avrò un motivo>>. Stavo per infliggere il colpo di grazia. <<Perché sarai stata tu a farmi ammalare>>.

<<Sciagurata. Se fosse stato per me saresti potuta anche rimanere nell'orfanotrofio, almeno lì eri felice. Ingrata. Io ti faccio mangiare, ti faccio vivere in casa mia. Io dovrei odiare te>>.

<<Ora basta. Mi hai stufata>>, dissi avvicinandomi alla porta, ma non ricordando di indossare un pigiama. <<Me ne vado. Non voglio più stare qui a sorbire la vostre sdolcinate parole e coccole. Mi avete stufata entrambi>>.

La pioggia non ci tocca. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora