Questa mattina mi sono svegliata presto, dopo un'intera giornata passata a casa avevo voglia di sgranchirmi un po' le gambe e poi volevo vedere l'alba, lo faccio almeno una volta in tutte le città che visito. Sono una di quelle persone che la preferisce al tramonto, perché il tramonto è per tutti mentre l'alba per pochi.
Nonostante sia estate c'è un'arietta fresca, penso a causa del temporale di ieri, che mi fa stare bene. In mano il mio caffè take away e una visita programmata alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore, alle 7.30.
Ho prenotato la prima ora disponibile sperando di evitare un po' di turisti con le loro macchine fotografiche sempre attaccate alla faccia, pronti a scattare un'altra foto. Mi chiedo se abbiamo mai visto davvero qualcosa.
Sto svoltando l'angolo mentre seguo il cartello che indica la cattedrale, dovrei essere lì tra poco dal momento che intravedo già la sua cupola, quando sbatto contro qualcuno.
Il mio caffè vola per terra e io lo guado desolata, poi mi giro verso la voce che tutta preoccupata, ad un volume troppo alto per le prime ore del giorno, dice "Scusami tanto, non ti avevo proprio vista!" contro ogni aspettativa eccomi in una classica scena da romanzo rosa, peccato che io riesco a pensare solo a quel caffè degli dei sprecato.
Finalmente mi concentro su di lui e resto spiazzata, quei ricci...è il ragazzo dall'altra sera, quello che beveva tranquillo sui gradini fuori da quel locale.
"Tranquillo, nessun problema! Anche io avevo la testa altrove."
"Sei sicura? Tutto okay?" Mi squadra da testa a piede.
"Si non ti devi preoccupare" dico imbarazzata dal suo sguardo.
"Scherzi? Siamo in Italia e ti ho fatto cadere il caffè, mi preoccupo eccome, ora sono obbligato a prendertene un altro" che cosa? Scherza spero, non lo conosco nemmeno e ha troppo entusiasmo nella voce per le 6.15 del mattino!
"Non credo di averne il tempo, ho un po' da fare." Dico iniziando a camminare di nuovo verso la cattedrale, ma mi mette una mano sul braccio.
"Aspetta, andiamo nulla apre prima delle 7.30 e ora sono solo le 6.15, lascia che questo ragazzo dispiaciuto ti compri un caffè di scuse."
In fin dei conti ho bisogno di caffè nelle vene se voglio superare la giornata. Perciò dico "E va bene."
"Conosco il posto perfetto" in silenzio lo affianco e seguo verso questo misterioso bar, pregando di non perdere la mia visita senza turisti."Non sei di qui vero?" "No, sono di un paesino sperduto del nord, vicino a Venezia" "Sul serio? Sei italiana? Hai un accento strano però" "Si, perché sono originaria di qui ma all'età di 4 anni mi sono trasferita in Inghilterra, è lì che vivo." "Ora si spiega."
È bello il modo in cui sorride quando lo fa i suoi occhi assumono una sfumatura verde pur essendo marroni o sono semplicemente io che vaneggio, in quanto priva di caffeina in circolo nel mio organismo. Sono in imbarazzo lo sto fissando in silenzio, è molto carino e io non so che fare, non lo so mai. Mi blocco in queste situazioni mi blocco e basta, le parole non vogliono uscire dalla mia bocca, si fermano in gola e io sono stufa di tutto questo, è come se inciampassi da tutta la vita.
Viaggiare mi sta aiutando molto, sono più disinvolta e mi sento più libera, ma ciò che ti porti dentro resta, ti segue, non puoi scappare.
"Non ti ho nemmeno chiesto come ti chiami." Mi risveglio dal mio stato di trance e rispondo "Brooke, piacere e tu sei?"
"Dimitri" mi sfugge una mezza risata
"Il mio nome ti fa ridere?"
"Dopo una vita passata a far finta di non sentire tutti quelli che si burlavano del mio nome perché 'oh ma sei nata sotto un ponte' oppure 'ai tuoi piacevano tanto le gomme Brooklyn che ti hanno chiamata così?' non potrei mai ridere del nome di qualcun altro. Anzi lo trovo molto bello, tutto qui."
"Mi dispiace, ma sento che non me la stai raccontando giusta."
"Okay, è imbarazzante. Hai presente il cartone animato Anastasia?"
"Si"
"Beh allora saprai che lei, principessa di tutte le Russie, alla fine si innamora dello sguattero, per l'appunto Dimitri." Dico gesticolando verso di lui
"Scusami ma ancora non capisco."
"Io ne ero totalmente innamorata, quando da piccole tutte sognavano il principe azzurro sul cavallo bianco, io volevo lo sguattero. Effettivamente questo mi riassume bene."
"Oh" non aggiunge altro, solo un sorrisetto.
"Lo trovi strano."
"No, carino e alternativo. Oh guarda siamo arrivati." Dice indicandomi il posto.Appena volto lo sguardo verso il bar, mi commuovo quasi, è similissimo ad un locale che frequento sempre a Londra. L'interno è piccolo, profuma di torte e biscotti, le pareti sono verdi pistacchio, già lo amo. Ci sediamo ad un tavolino infondo e a me verrebbe voglia di tirare fuori un libro e le cuffiette per mettermi subito a leggere.
Ordiniamo due caffè e arriva la fatidica domanda "Cosa fai a Firenze e per quanto ti fermi?"
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A reason to stay
Romance"...Sei una tela bianca ancora da dipingere. Sono onorato di essere il primo ad aver avuto il coraggio di prendere in mano il pennello."