Panico. L'unica cosa che riesco a provare è il panico. Non sono mai uscita con nessuno e anche se questo non può definirsi un appuntamento io sono comunque agitatissima.
Ieri sera sono stata al telefono con Alissa per tre ore, T R E ore in cui lei cercava di tranquillizzarmi e impedirmi di scrivere a Dimitri che non se ne faceva più nulla perché stavo poco bene.
'Tesoro, ora calmati è solo un ragazzo che vuole essere gentile con te, devi smetterla di screditarti. Sei bella e ingamba, questo piace ai ragazzi. Poi quella ragazza nella foto potrebbe anche essere sua sorella!' le sue parole mi rimbombano in testa mentre recupero le ultime cose che mi servono prima di uscire.
È solo un ragazzo, calmati. Mi sono messa un paio di shorts e una camicetta senza maniche, viaggiando con il minimo indispensabile è il meglio che sono riuscita a mettere insieme, ai piedi le mie amate Vans con la suola alta, metto solo scarpe rialzate perché sono bassa, davvero bassa. Occhiali da sole in testa e sono pronta per uscire.
Fa veramente caldo e io devo arrivare agli Uffizi a piedi, spero vivamente di non sciogliermi durante il tragitto. Sono uscita un po' prima per, indovinate? Una tappa caffè.
Alle 14.00 sono fuori al museo e di Dimitri nessuna traccia, prendo il telefono per controllare l'ora e se mi siano arrivati messaggi quando sento qualcuno gridare il mio nome, appena alzo la testa lo vedo, con due caffè in mano venire verso di me. Io ho ancora il mio però, così lui abbozza un sorriso imbarazzato "Avrei dovuto scriverti se volevi un caffè prima di prendertelo" "Tranquillo il mio è finito, ne bevo volentieri un altro." Butto il bicchiere vuoto nel cestino dietro di me "Dovresti andarci piano con tutto questo caffè." "Tranquillo in Inghilterra ne bevo almeno 7 al giorno, in questo sono molto italiana." "Okay, ma mi devi promettere che se ti iniziano a tremare le mani me lo dici" ride "Tranquillo sarai il primo a saperlo" "Vogliamo andare?" così entriamo.
Quando arriviamo alla cassa per pagare il nostro biglietto l'uomo saluta Dimitri per nome "Ciao Carlo, due per favore." mi riprendo dal momento di confusione creatosi dal fatto che i due sembrano amici di vecchia data e dico "Nonono, mi pago il biglietto da sola grazie." faccio un piccolo sorriso per non sembrare troppo stronza e pago il mio biglietto.
Una volta entrati Dimitri si ferma e mi dice "Scusami, non volevo offenderti." "Non ti preoccupare, è solo che sono estremamente femminista. Non sta scritto da nessuna parte che l'uomo debba pagare tutto, posso pagare le mie cose da sola." scoppia a ridere "Che c'è?" dico "Nulla, sei una forte." "Grazie"
Vorrei dirgli che mia nonna lo era ed è lei ad avermi cresciuta così, mi ha sempre detto di difendere i miei diritti e non farmi mettere i piedi in testa da alcun uomo, non che lui offrendosi di pagarmi il biglietto l'abbia fatto. Ma le donne sono capaci di mantenersi benissimo da sole, anche nelle piccole cose. Così lo seguo in silenzio.
Appena entriamo nella prima sala qualcosa in lui cambia, è come se ora respirasse più profondamente come se volesse aspirare tutta l'arte presente nella stanza. È davvero un bel ragazzo, muscoloso, abbronzato, ora che lo guardo di spalle mi accorgo che dal colletto della maglietta esce un altro tatuaggio e mi viene voglia di vederlo, di sapere se ne ha altri, quanti e il loro significato. Però lui si gira e interrompe il momento "Tutto bene?" "Si, eccomi."
Mi spiega il significato e la tecnica utilizzata per dipingere tutti i quadri più importati e quasi mi dimentico della sua presenza, sento solo la sua voce calda alle spalle e mi sembra di vivere in quel quadro per tutto il tempo in cui lui parla, quando si ferma torno al museo.
"Come mai l'uomo allentrata ti ha salutato per nome?" mentre camminiamo tra una stanza e l'altra mi ricordo di quanto successo poco prima. "Perché vengo qui quasi ogni giorno da un mesetto." "Un mese, sei qui già da cosi tanto?" "Si, ho deciso di passare l'estate qui per staccare un po' da tutto e vedere dal vivo quello che studio sui libri." "Ecco perché eri in quel bar con tutti quei ragazzi, hai avuto tempo di fare amicizia." "Che cosa?" Oh cazzo l'ho detto ad alta voce e non solo pensato, ora penserà che sono una pazza stalker, non sapendo cosa rispondere improvviso un "Cosa?" "Di che bar parli?" "Ora mi crederai pazza, fantastico. Il girono in cui sono arrivata ti ho visto seduto ai gradini di un bar mentre eri con degli amici, credo." Fa una faccia stupita, ed ecco che realizza che sono una completamente fuori di testa. "Non pensavo mi avessi notato, avevi lo sguardo così perso." "Cosa!?" Mi sta dicendo che pensava che io potessi non aver notato lui!? "Me lo ricordo perché anche io ti ho vista." "Oh, okay." "Ora pensi che il pazzo sia io." "Oh cavolo deve essere così per forza altrimenti non si spiega il motivo di questa uscita, ma perché gli stalker proprio a me!" fingo disperazione nella voce e lui scoppia a ridere, un flash mi occupa la mente, è proprio come nel sogno che ho fatto quella sera dopo averlo visto, solo che il suono della sua ristata è ancora più bello di quello che avevo immaginato.
Visitiamo gli Uffizi in lungo e largo, penso che la mia testa possa scoppiare da un momento all'altro, ma ecco che vedo la luce! Un bar! Ho proprio bisogno di un caffè. "Che dici ce lo beviamo un caffè?" "Non scherzavi quando dicevi che te ne bevi 7 al giorno eh?" Lo guardo serissima "Io non scherzo mai sul caffè." Scoppiamo a ridere come due pazzi.
Il bar ha un bellissimo terrazzo, così ci sediamo fuori mentre il sole sta tramontando e il cielo è tutto rosa, non posso non notare che anche sotto questa luce i suoi occhi sono verdi e non più marroni, mio dio sono bellissimi. "Che c'è?" Devo smetterla di starlo a fissare come una stoccafissa o lo inizierà a notare. "Nulla è solo che il cielo è davvero stupendo." "Si lo è davvero."
Finito il caffè usciamo e c'è un saluto imbarazzato, io sto impalata mentre lui cerca di abbracciarmi così ricambio. Dopo che è uscito dalla mia visuale la prima cosa che faccio è prendere il cellulare per scrivere un messaggio ad Alissa e in un attimo mi ricordo dello sfondo di Dimitri e mi sento male.
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A reason to stay
Romance"...Sei una tela bianca ancora da dipingere. Sono onorato di essere il primo ad aver avuto il coraggio di prendere in mano il pennello."