XIV

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Dan🥑:
Posso passare da casa? Voglio solo sapere come stai!

L'ennesimo messaggio di Daniel al quale non rispondo.
Mi hanno dato qualche giorno di pausa dal lavoro, da tutto. Ho saltato già un Gran Premio e spero anche sia l'ultima volta. Stare a casa, soprattutto dopo quello che è successo, mi fa stare davvero male.
Daniel ha più volte provato a venire da me, ha  addirittura passato una notte poggiato alla porta della mia stanza, ma senza ottenere nulla.

Io un figlio non lo volevo, non alla mia età, però quello era il frutto di un amore vero.
Sarebbe stato un mini noi con gli occhi di Dan e un sorriso che avrebbe fatto impazzire chiunque.
Sarebbe stato, ma non è.
Come posso perdonare Daniel? Come posso dimenticare tutto questo?

Dopo ore passate al divano, da sola a casa, sento la porta aprirsi.

"Anto finalmente! Non dirmi che sei tornato a casa a mani vuote! Dimmi che hai con te quella deliziosa fetta di red velvet! "

Non ricevo risposta, ma sento dei passi farsi sempre più vicini.

"Perché non mi rispondi? "

"Chi ti ha dato le chiavi di casa mia? "

"Sai che è stato Antonio. Possiamo parlare? "

Riesco ad alzarmi dal divano, cerco di correre per la stanza così da potermi chiudere nella camera da letto di Antonio, ma non riesco. I riflessi pronti di Daniel lo portano ad afferrarmi il polso. Mi tira e mi avvicina a lui. Quel contatto mi fa venire i brividi. Un turbinio di emozioni mi pervade e l'unica cosa che posso fare è piangere.
Piango così forte che mi sento quasi svenire, ma sento piangere anche Daniel.

"Dimmi cosa è successo, dimmelo! Dimmi come stai! "
Mi sussurra singhiozzando nel mio orecchio.
Scuoto la testa.
"Non mi va di parlarne. "

"Devi farlo! "

"Daniel sono stanca, ho bisogno di riposare"

"Vorrà dire che rimarrò qui con te a dormire un po', ma ti prego, non mandarmi via! "
Mi porta verso il divano, si sdraia e mi fa sedere accanto a lui, poi allarga le braccia e mi fa appoggiare sul suo petto.
Non mi dice nulla, rispetta la mia voglia di non parlare, mi accarezza dolcemente i capelli.
Mi era mancato il suo profumo, mi era mancato il suo calore, mi era mancato lui.
Passano delle ore e l'unico rumore che riesco a sentire è quello del suo respiro.

"Daniel... Quello che è successo... "

"Se non ti va, non importa! Mi basta sapere che stai bene! "

"Io non sto bene... Devo dirti la verità! "

"Quale verità? "

"Daniel non è solo l' incidente... C'è di più... "
Si sistema sul divano e mi prende le mani.

"Daniel quando mi sono svegliata il dottore mi ha dato una notizia terribile... Ho... Perso il bambino che aspettavo... Che aspettavamo"

La stretta si fa più forte, i suoi occhi diventano lucidi, si lascia andare sul divano, poi con uno scatto mi tira mettendomi sulle sue gambe.
Stiamo di nuovo piangendo, insieme.
È straziante, sento la  sua disperazione in quelle lacrime, vorrebbe urlare, vorrebbe spaccare qualsiasi cosa, ma l'unica cosa che fa è stringermi, stringermi forte.

Si allontana e lentamente poggia una mano sul mio ventre
"Sarebbe stato bello avere un bambino sai? "

Asciugo una delle lacrime che ancora scorrono sul suo viso.

"Sarebbe stato bello come te" Continua senza mai smettere di accarezzarmi la pancia.

"Dan lo avremo, un giorno! Sarà difficile eliminare questo momento dalla nostra vita, ma quel bambino sarà il risultato di un amore vero, del nostro amore! "

Continuiamo a piangere, così tanto che i nostri occhi sono rossi.

Passiamo il resto della serata sul divano, abbracciati, come accadeva fino a poco tempo fa, ma questi abbracci hanno un sapore diverso, siamo consunti dal dolore, siamo amareggiati e non ci resta che farci forza l'un l'altro.
Così ci lasciamo lentamente andare, fino ad addormentarci.

Il mattino seguente siamo ancora lì, Antonio ha poggiato una coperta su di me.
Lui mi ha aiutato molto in questi giorni.
Antonio per me è un fratello, un padre, un amico. Antonio per me è tutto.
È rimasto con me, in silenzio, discreto come solo lui sa essere. Mi ha accudito come un padre si prende cura della sua figlia. Mi è stato accanto nel momento più triste e disperato e ha fatto si che il mio dolore interiore non si trasformasse in qualcosa di terribile.

Lentamente mi alzo e vado nella sua stanza, sta dormendo ancora.
Mi siedo accanto a lui e lo sveglio dolcemente.

"Grazie!"

"Grazie di cosa? " Dice con la voce impastata dal sonno

"Grazie di tutto! Mi sono accorta che non ti ho mai detto grazie e volevo farlo adesso! "

"Non c'è bisogno che tu me lo dica. Me lo fai capire giorno dopo giorno che tieni a me! Ti voglio bene davvero! Sei la mia sorellina e sai che ti proteggerò, costi quel che costi! Ma posso chiederti una cosa? Basta con questo momento sdolcinato! "

"Dimmi tutto, anche se so già cosa stai per chiedermi! "

"Allora raccontami e basta! "

"Gli ho detto la verità, non potevo tenere questa storia nascosta ancora per molto, stavo scoppiando e il suo presentarsi qui mi ha fatto capire che dovevo parlarne con lui! Insomma è il padre di questo bambino e nonostante tutto io... Lo amo!"

Antonio mi sorride, è felice.

"Ora non so come andranno le cose, cosa accadrà tra noi due, però non voglio mettermi fretta. Questo trauma mi ha stravolto. "

"Dovreste parlarne! Adesso andiamo a fare colazione! "

Ci incamminiamo entrambi verso la cucina, ma Daniel ha già iniziato a preparare la pastella per i pancakes.
Ci guarda e sorride.
Mi avvicino così da poterlo aiutare e come risposta ricevo un bacio sulla guancia ed un abbraccio.

Dopo la colazione Antonio scappa ad allenarsi ed eccoci di nuovo soli in casa.

"Dan... Volevo dirti una cosa, prima che tu vada via. Non so come spiegatelo, ma io ho bisogno di tempo per metabolizzare il tutto... Allo stesso tempo però vorrei starti vicino. Questa storia ha fatto male ad entrambi e meritiamo di curare queste ferite insieme! "

"A me basta stare con te, mi basta poter dormire accanto a te ogni notte, mi basta un abbraccio. Niente di più. Per ora voglio solo questo! "

"Allora stiamoci vicini e facciamoci forza, tutto il resto verrà da se! "

Prima di andare via davvero mi lascia con un abbraccio che sembra durare un'eternità.
Così lentamente torno alla mia giornata, al mio lavoro, impaziente che si faccia sera per poter riabbracciare Daniel più forte di prima.

wildest dream || Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora