Capitolo 7

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Will si svegliò di buon umore quel giorno. Si avvicinò alle finestre e con uno strattone aprì le tende, lasciando entrare la luce del sole mattutino. Aprì la finestra e inspirò a pieni polmoni, socchiudendo le palpebre e lasciando che la brezza fresca di Venezia gli accarezzasse il viso.

Sospirò e riaprì gli occhi, per poi voltarsi verso l'interno della stanza e dirigersi all'armadio di mogano scuro, dove aveva sistemato con ordine i suoi vestiti. Aprì le ante del mobile e contemplò gli indumenti per un po', prima di decidere di indossare dei semplici jeans chiari, una maglietta a maniche corte azzurra e una felpa senza cerniera, con il cappuccio, di un giallo così intenso che avrebbero potuto individuarlo fin dalla luna. Allacciò i lacci delle sue Adidas ai piedi e poi si sedette sul letto, afferrando il cellulare dal comodino.

7:47. Batteria al 100%. Nessuna notifica.

Rimise a posto il telefono e si lasciò cadere all'indietro sul letto, lo sguardo fisso sul soffitto. Aveva solo un pensiero che girovagava fisso nella sua mente. E quel pensiero aveva un nome.

Nicholas Di Angelo.

La notte precedente, avevano parlato e gli era sembrato che si conoscessero da tantissimo tempo, per come il corvino si era aperto con lui. E inevitabilmente si ritrovò a pensare ai linearmente affilati del suo viso illuminato dai raggi argentei della luna. Poi le immagini passarono al pomeriggio, quando il sopracitato ragazzo ballava nel salone davanti al televisore, vincendo contro chiunque lo sfidasse. E Will non potè fare a meno di sentire le guance scaldarsi, al ricordo dei movimenti del giovane principe.

Il biondo si alzò dal letto e andò in bagno a sciacquarsi il viso, cercando di smorzare il calore che sentiva sulle guance.

È solo una stupida cotta, Will. Passerà.

Abbandonò il bagno, afferrò il suo cellulare e uscì dalla stanza, scontrandosì però con qualcuno.

- Oh, Will. Stavo giusto venendo a cercarti - esclamò Layla - Andiamo a fare colazione.

I due fratelli cominciarono a camminare insieme lungo il corridoio.

Dopo un po' il ragazzo interruppe il silenzio - Adesso ti farò una domanda, forse un po' strana - cominciò - Credi... credi esista il colpo di fulmine?

~

Dopo la colazione, siccome i Principi di Venezia avevo i loro impegni da rispettare, Re Ade aveva congedato i figli di Apollo, permettendo loro di fare ciò che volevano (entro alcuni limiti), cose che andavano dal ispezionare la biblioteca del palazzo alla ricerca di un libro, al accomodarsi su uno dei divani presenti nei diversi saloni a guardare un film, dal girovagare per il parco del castello, allo stare semplicemente nella propria camera.

Austin aveva optato per il rintanarsi nella biblioteca, mentre Layla e Kayla avevano preferito uscire nei giardini, sotto il sole non ancora cocente della mattina. Will, invece, aveva inizialmente deciso di abbandonarsi su un divano con un buon film, ma, sentendosi irrimediabilmente solo, si alzò appena diciassette minuti dopo l'inizio di Take the Lead (non ammetterà mai che aveva scelto quel film solo per Antonio Banderas che balla).

Quindi, un Will abbastanza annoiato stava passeggiando senza meta nell'ala ovest del palazzo, lasciando correre lo sguardo su quadri di antenati, mobili di mogano e armature appena lucidate.

Si fermò ad osservare il quadro di un giovane dai capelli neri tenuti lunghi fino alle spalle e gli occhi scuri. Indossava un frac nero, aperto sul davanti, una camicia bianca dal colletto elaborato, infilata dentro dei pantaloni alla parvenza leggeri anch'essi neri. Teneva le mani, posate su bastone sottile, davanti a se. Aveva uno sguardo freddo e l'intera sua postura era rigida. Gli occhi puntavano dritto davanti a sé, come se stesse cercando di capire cosa pensasse l'osservatore, ed erano così accurati nei dettagli da far rabbrividire Will.

What if we rewrite the stars? ~ SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora