2-burn baby

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«Prima di andarcene voglio portarti a vedere la scritta Hollywood in cima alla collina.» aveva detto Blake... e così facemmo. Il giorno dopo saremmo dovuti tornare a New York e non sapevo cosa avrebbe fatto Alex. In serata avevamo visto la Walk of fame ed ora stavamo a fare un delizioso picnic notturno. Blake mi distolse dai miei pensieri «Sei preoccupata?» mi chiese. «Un po'... non so cosa aspettarmi da Alex...» E in quel preciso momento mi arrivò l'email di cui mi aveva accennato Alex. «Parli del diavolo...» gli feci vedere il telefono. «Forza, leggi...» mi incitò.
Feci un sospiro e iniziai a leggere "cara signorina Burn, le scrivo questa lettera in prima persona perché mi ha colpito molto la sua presentazione. Come le avevo accennato, è iniziato il suo periodo di prova. La prima cosa da fare è presentarla a tutti i miei colleghi e clienti, per questo domani sarà la mia accompagnatrice ad una premier e successivamente a una cena. Il mio autista verrà a prenderla alle 20. Non faccia tardi e non porti il suo ragazzo."
Appena finii di leggere scattai «Mi ha colpito molto?! Signorina Burn?! Ma dai, come se non mi conoscesse! E poi cos'è questa storia dell'autista, dell'accompagnatrice?! Non sono la sua bambolina!» Blake si alzò infuriato. «Sta cercando di riconquistarti, ci sta provando con te...» Si mise le mani nei capelli. «Dio, Lexie, mi sembra di essere tornato a tre anni fa!» «Non succederà nulla, te lo prometto! Sta giocando e dobbiamo stare al suo gioco... vinceremo noi!» Lo baciai. «Ti amo.» Mi disse... e sorrisi «Ti amo anch'io.»
Il giorno dopo salutai Blake e sperai di tornare presto a New York da lui. Non gli andava a genio sapermi sola con Alex, ma era costretto a lasciarmi andare.
Quella sera mi erano arrivati dei fiori e un vestito da indossare, ovviamente da parte di Alex, ma io volevo fargli capire che non ero di sua proprietà, per cui misi un altro vestito, un vestito che lo avrebbe fatto impazzire.

Quella sera mi erano arrivati dei fiori e un vestito da indossare, ovviamente da parte di Alex, ma io volevo fargli capire che non ero di sua proprietà, per cui misi un altro vestito, un vestito che lo avrebbe fatto impazzire

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Quando salii in macchina, quasi risi. «Sei tu il suo autista?» Marco sorrise. «Solo per stasera. Non hai messo il vestito che ti ha dato, lo sai che lo farai incazzare? Per non dire impazzire...» «È quello che spero!» Marco sorrise. «Oh, Lexie... non siete cambiati per niente!» e partì.
Dopo qualche ora arrivammo a Boston. Marco mi portò in una sala ad aspettare e se ne andò. «Ehi, aspetta, dove vai?» «Tranquilla, torno presto.» Chiuse la porta e sospirando mi rigirai verso la parete a guardare una carta geografica, immaginando tutti i posti che avrei voluto visitare.
Sentii la porta aprirsi e pensando fosse Marco dissi «Oh, bene, sei tornato!» ... ma quando mi girai, trovai Alex a bocca aperta «Sei bellissima!» «Dov'è Marco?» «Non vuoi proprio stare da sola con me, eh?» guardando la mia faccia per niente felice, si arrese «È andato ad accogliere gli ospiti.» «Ora è diventato il tuo tirapiedi?» «Perché non indossi il vestito che ti ho mandato?» «Perché non rispondi a nessuna delle mie domande?!» chiesi spazientita. Lo vidi sorridere, con quel suo canino perfetto che scorgeva. «Ti odio!» «Lo so, mi dispiace...» Per la prima volta era sincero; mi guardava negli occhi e sembrava davvero dispiaciuto. «Non lo indosso perché non sono la tua bambolina... cos'è questa storia dell'accompagnatrice?» «Beh, di solito mi accompagna sempre una donna...» «Cooosa?» Spalancai gli occhi. «Io non sono la tua ragazza, chiarisci subito la situazione!» Alex scoppiò a ridere e io arrossii imbarazzata sentendomi stupida. «Nessuna è la mia ragazza, è solo per immagine.» Mi infuriai ancora di più. « Non sono venuta qui per questo... non voglio essere la tua sgualdrina!» «Va bene, tranquilla, chiariremo la situazione, ma se vuoi farti vedere di buon occhio devi avere la mia protezione... e per far vedere che hai la mia protezione, beh...» «Ti concedo la mano sulla vita, nient'altro.» Lo vidi ghignare vittorioso e uscimmo dalla stanza.
I clienti e i rappresentanti delle altre aziende erano tutti dei superficiali. Possibile che Alex frequentasse queste persone?
Pochi erano simpatici, ma c'era una questa ragazza più giovane di me, Meredith... si vedeva che aveva molti soldi, era molto simpatica e parlammo per tutta la durata del film. Quando il film finì, uscimmo «Allora, tu e Alex state insieme? Sai, vi conoscono tutti... tu sei il suo amore perduto dal liceo, poi anche all'università... insomma, tutti sognano di rivedervi insieme.» Non credevo la pensassero così... «Come sai tutte queste cose? Alex ti ha detto...» «Non si permetterebbe mai, ma quando è diventato famoso i paparazzi hanno indagato su di te e sei uscita su tutte le copertine possibili, anche se Alex ha sempre cercato di proteggerti.» Feci segno a Meredith di smetterla di parlare, perché vidi Alex avvicinarsi con tutti i capi delle aziende e lui mi cinse il fianco. «Signori, non vi ho ancora presentato Lexie... lei è bravissima nel suo lavoro, non ho mai conosciuto una persona più brillante!» Un signore con i capelli grigi mi guardò male... «Ma se non ha fatto che parlare per tutto il film! È una maleducata, sono sicuro che sia stata lei a distrarre mia figlia...» Meredith cercò di intervenire a mio favore. «Ma non è vero, papà... sono stata...» Con loro avrei dovuto mantenere una certa educazione, ma non ce la facevo proprio; non mi sarei fatta mettere i piedi in testa da nessuno... lo guardai malissimo. «Veramente, signore, anche sua figlia stava parlando con me... di certo non stavo parlando da sola. Inoltre era dall'altra parte della stanza e non credo proprio che abbia sentito cosa stavamo dicendo, vista la sua età.» Tutti mi guardarono stupiti per aver osato parlare così ad un pezzo grosso, ma non mi fermai, nonostante la presa decisiva di Alex sul mio fianco come segno che avrei dovuto fermarmi... «Saprei dirle esattamente cosa è successo durante il film, mi metta alla prova...» «Chi era la sorella di Margherita?» «Anna.» Risposi... e lui si accigliò. «Come si chiamava il cane di Anna?» «Louis.» Stavo andando bene. «E il padre di Anna, invece?» «Gianpierre.» «Ah!» Urlò come un vecchio pazzo. «Lo sapevo!» «Il padre di Anna si chiamava Alfonso.» «Mi spiace contraddirla, ma il padre di Anna si chiamava Gianpierre... se lei fosse stato attento, invece di guardare le gambe della sua collega, saprebbe che alla fine del film si scopre che Anna era stata adottata e che il vero padre era Gianpierre.» Il volto dell'uomo sì colorò di rosso e la sua segretaria mi diede ragione. «La signorina ha ragione, signor Conti!» L'uomo fece qualche colpo di tosse per mascherare l'imbarazzo e a quel punto Alex parlò ancora stringendomi a sé «Come le avevo detto, è molto brava.» «Non lo metto in dubbio. Mi scusi signorina, non volevo offenderla...» disse subito dopo il signor Conti. Sorrisi con aria di superiorità. «Se vuole scusarmi, ora vado ad incipriarmi il naso.» Cercai di non correre e mi infilai nel primo bagno tornando a respirare... un pezzo grosso si era appena scusato con me.

Alex entrò subito dopo di me. «Tutto bene?» Avevo appena riacquistato colorito e annuii. «Sei stata grande là fuori, non ho mai visto nessuno tenergli testa in quel modo. Hai fatto colpo, ti vogliono conoscere tutti... hai almeno 10 contratti di lavoro pronti.» «Davvero?!» Di getto lo abbracciai buttandogli le braccia intorno al collo, ma poco dopo mi resi conto di quello che avevo fatto e mi staccai, però lui mi bloccò tenendomi ancora vicino a sé. Sentivo il suo respiro sulle labbra. «Scusa...» Cercai di dire. «Scusa per cosa?» Non sorrideva ora, era serio. «Mi hai solo abbracciato.» Disse avvicinandosi di più a me. «Smettila! So cosa stai cercando di fare, ma non succederà!» Mi staccai e lui sorrise. «Oh, andiamo...» Rise. «Smettila!» Uscimmo dal bagno e ci venne recapitata la notizia che la cena  era saltata... perfetto, ma non potevo restare lì, non con Alex. Andai nell'appartamento che mi aveva pagato Alex per quella sera. Per fortuna il giorno dopo sarei ritornata da Blake. Prima di andare a dormire bussarono alla porta. Aprii e il cameriere mi consegnò un mazzo di fiori con un biglietto. Lessi il biglietto e sorrisi; era di Alex: "Mi ha fatto piacere passare del tempo con te stasera. Conto che ci saranno altre occasioni, continua a stupirli come hai fatto oggi... è per questo che mi sono innamorato di te." Innamorato di me... non diceva nulla sul passato o sul presente, quindi era ancora innamorato di me o parlava di anni fa?! Non era possibile che lo fosse ancora... e io lo ero?! Non ci pensai, andai a dormire.

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