4-è come giocare a m'ama non m'ama ma senza margherite

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I giorni successivi passarono abbastanza velocemente. Avevo fatto tutti i colloqui stabiliti e Alex aveva ragione, ci avevano provato tutti con me, stavo seriamente pensando di accettare la sua proposta, ma allo stesso tempo odiavo l'idea, anzi, avevo paura di quello che sarebbe potuto succedere se avessi accettato.
Oggi era venerdì ed era l'ultimo giorno che avevo a disposizione prima di vedere Blake davanti a me a Boston e non sarebbe stato proprio una meraviglia. Questa settimana ci eravamo sentiti veramente poco, ero sicura che fosse arrabbiato. Ma che cosa dovevo fare? Mi aveva incoraggiata lui e se non si fidava era un problema suo, ormai ero arrivata fin qui e non mi sarei certo tirata indietro. Inoltre avrei dovuto fare il mio primo shooting, quindi dovevo restare concentrata.
Mi stavo allenando con le pose che avrei dovuto fare; al solo pensiero diventavo tutta rossa... Dio, com'era imbarazzante!
Il mio telefono squillò. Ero talmente assorta nei miei pensieri che neanche lessi il nome sullo schermo. «Pronto?» "Scendi." «Mh? Cosa? Alex? Dove sei?» Lo sentii ridere. "Guarda dalla finestra." Alex mi aveva comprato una casetta per stare lì, visto che non voleva che stessi in albergo, anche se io avevo insistito sul fatto che andava bene così... insomma, dovevo restare lì solo un'altra settimana, ma lui non ne voleva sapere e me l'aveva comprata.
Sorrisi. «Ma che stai facendo, idiota?» "Scendi e lo saprai." Sorrisi e chiusi la telefonata. Il rapporto tra me e Alex era migliorato. Non ero più così tanto arrabbiata, tranne quando uscivano fuori argomenti spinosi; eravamo quasi amici fuori dal lavoro.
Quando scesi, ricevetti un enorme mazzo di fiori. «Devi smetterla, o penseranno che tu sia il mio ammiratore segreto...» «Non m'importa quello che pensano, siamo fuori dal lavoro, non sono il tuo capo adesso... posso fare quello che voglio!» Sorrisi e mi morsi il labbro in segno di nostalgia. «Mi sembra di essere tornata al liceo.» «Perché non lo facciamo?» «Cosa? Tornare al liceo? Ma sei pazzo, Alex?» «Perché no? Oggi ti avrei portata comunque a Chicago per farti vedere la seconda base operativa. Possiamo fare tappa lì e poi andare nel nostro liceo a New York, manca anche a me...» «Mh... non lo so... c'è Blake... e lo shooting...» «Blake non ci vedrà e arriveremo in tempo per lo shooting, te lo prometto... andiamo, è il tuo ultimo giorno.» Sospirai... un'avventura con Alex mi mancava, sperai solo che davvero Blake non mi vedesse... «Va bene!» Risi... e Alex sorrise.
Mezz'ora dopo eravamo già in viaggio su una macchina sportiva per dare meno nell'occhio. Durante il viaggio Alex mi toccò un paio di volte la mano... chissà se l'aveva fatto di proposito...

Eravamo arrivati a Chicago e mi portò all'interno della seconda sede della sua impresa; era tutto chiuso, per cui eravamo gli unici.
«Sei sicuro che si può?» Sorrisi preoccupata. «Ma sì, l'importante è che non ci scoprano, o finiremo su tutti i giornali!» All'improvviso scattò l'allarme e arrivarono le guardie. «Cazzo, mi sono dimenticato dell'allarme, corri!» Rise prendendomi la mano e iniziammo a correre per tutta l'azienda. Ci nascondemmo in una sorta di sgabuzzino e mi mise il dito sulle labbra...
«Se ne sono andati?» Chiesi col fiatone, stretta a lui. «Penso di si.» Ci guardammo per alcuni istanti e mi disse. «È  come giocare a m'ama non m'ama con te, ma senza margherite... mi ami o no?» A quella domanda non ce la feci più e uscì dallo stanzino... quasi mi mancava l'aria. «Ricordami di non fare mai più una pazzia con te!» «Se non le fai con me, con chi le fai? Con Blake?» «Non prenderlo in giro!» Risi dandogli un pugnetto scherzoso.

Ci rimettemmo in macchina e arrivammo a New York. Ero a casa, dove avrei dovuto essere, ma non ero qui per Blake e sapevo che era sbagliato. Ci dirigemmo immediatamente verso il nostro vecchio liceo; era chiuso, per cui entrammo di nascosto. Iniziammo a percorrere i corridoi con nostalgia, ci guardammo e Alex mi prese la mano ed io la strinsi. Ci fermammo davanti a un'aula, la nostra aula e... scoppiai subito a piangere.
«È  stato stupido, non dovevamo venire!» Mi allontanai, ma Alex mi prese fra le sue braccia baciandomi la testa. «Neanche io ce la faccio a rivivere tutto, Lexie, ma voglio farlo perché ci sei tu...» Mi guardò negli occhi e mi accarezzò la guancia... mi feci forza ed entrai nell'aula, mi sedetti al primo banco, dove ero seduta la prima volta che incontrai Alex... lui si sedette vicino a me, dove era seduto un tempo, e incominciò a parlare. Si ricordava le parole esatte che mi disse.
"Prendi appunti per me?" Chiese sorridendo. "No, la prossima volta portati una segretaria se non vuoi scrivere!" Dico con una smorfia ridendo per poi lanciargli una penna addosso. Lui rispose "Ma io voglio che tu sia la mia segretaria, la mia segretaria sexy... e poi mi devi ancora un favore da ieri, visto che mi sono fatto tipo trenta docce a causa del drink che mi hai versato sui capelli e sono ancora appiccicosi..." Si passa una mano tra i capelli, aspettando una mia risposta. "Io non ti devo proprio niente, te lo scordi... non perdo tempo a parlare con quelli come te, quindi smettila!" Risi e mi asciugai gli occhi dalle lacrime, quando sentii le sue mani che mi asciugarono il viso. «Sai, avevo fatto veramente tre docce quel giorno, ma me lo meritavo.» Sorrise e continuò. «Non potevo credere che fossi così bella e che volessi me... e io ti ho fatto andare via così; non me lo perdonerò mai, Lexie, credimi. Lasciarti con quella lettera, poi, dopo tutti i sacrifici che avevamo fatto, è stato il mio più grande errore e mi dispiace perché ora è troppo tardi.» «Non è troppo tardi...» Ma come mi era uscita una frase del genere? Ero fidanzata... poi dissi. «Perché l'hai fatto?» «Perché ti amavo... io dovevo andarmene e credevo che ti avrei fatto soffrire ancora di più con un relazione a distanza.»
«Alex, ma io ti amavo più della mia stessa vita! Non me ne fregava niente della distanza! Sarei potuta venire con te, se solo tu me l'avessi chiesto! Io ero pronta, ero lì per te...»
Alex mi guardò sorpreso e sorrise amaramente distogliendo lo sguardo. «Beh, allora si che sono stato un coglione... ho perso la cosa migliore della mia vita per niente e vederti tra le braccia di un altro adesso...» «Non voglio pensare a lui ora.» Alex mi guardò. «Vieni, ti faccio vedere una cosa.» Mi prese la mano e mi condusse fuori dalla scuola, nel giardino, davanti a un muro... strano, non ero mai andata in quella parte del giardino. Sul muro c'era scritto "Alex ama Lexie A+L per sempre" e la nostra data. «L'hai scritto tu?» «Ehi, non prendere in giro il mio amore.» Risi. «Non lo farei mai.» Ritornai a guardare il muro e Alex disse. «L'ho scritto il primo giorno in cui ti ho vista, e non stavamo neanche insieme... da quel giorno sono sempre tornato qui, anche da quando sono a Boston ci sono tornato spesso.» «Cosa?!» Spalancai gli occhi sorpresa e lo guardai... perché avrebbe dovuto tornarci? «Beh... per sempre, no? Ho detto per sempre e per sempre sarà. Io ti amo ancora, Lexie, non ho mai smesso.»
Lo guardai, presi una margherita da terra e per rispondere alla domanda che mi aveva fatto nello sgabuzzino iniziai a fare m'ama non m'ama. Strappai i petali uno ad uno e uscì m'ama... ci guardammo a vicenda e sorridemmo.

Bitter LOVE(completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora