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- Ehy Nuñez, mi sa che qualcuno ti sta fissando, hai fatto colpo.- sorride una delle detenute, seduta a uno dei tavoli nella sala comune.
- Chi? - domanda mentre si guarda intorno. Appena capisce di chi si tratta, si alza e la raggiunge. - Novellina! Che c'è? Non riesci a togliermi gli occhi da dosso? Preferisco le more ma posso fare un'eccezione per te.-
- No, grazie. Ruiz ti vuole. Ha detto di raggiungerla nei bagni. -
- Okay! - Si gira per incamminarsi verso i bagni, ma poi si ferma e voltandosi aggiunge  - Non lasciarti sfuggire quest'occasione, biondina. Quando vuoi, sono sempre disponibile - facendole l'occhiolino per poi allontanarsi.

Mentre è fuori a fumare, Alex sollevata, ripensa alle parole di Ruiz. Allo scambio di 'favori'. A quanto fosse stata fortunata nel dover soltanto chiedere a Nuñez di raggiungerla. Perché lei sapeva benissimo che in questo ambiente un favore poteva consistere nel rubare qualcosa, fare a botte o, ancora peggio, nascondere droga o vari oggetti. Un rischio che Alex non poteva proprio permettersi dopo quello che le era successo in mensa, rischiando l'isolamento.
Spenta poi la sigaretta, decide di stendersi su un muretto un po'più isolato rispetto a dove erano tutte le altre, per riscaldarsi un po'al sole.
Chiude gli occhi e si rilassa, fantasticando su cosa farà appena uscirà da questo posto come ad esempio riprendere quella routine che, per quanto possa essere noiosa e monotona, le manca. O come uscire per una semplice birra con i suoi amici o portare fuori il suo cane.

Dopo aver smesso di fantasticare e deciso di ritornare alla vita reale, Alex entra quindi nel bagno per lavarsi e sotto gli occhi di tutte, dopo aver lasciato la sua divisa e l'asciugamano su una panca, si reca nel box doccia libero.
All'uscita però non trova più nulla. Chiede ad una detenuta lì vicino se sa dove siano le sue cose ma non le risponde. Inizia quindi a guardarsi intorno per vedere se qualcuno le ha spostate ma nulla.

Solo dopo un po'si rende conto dello sguardo divertito e delle risatine di un gruppo di loro, tra cui riconosce Nuñez.
- Ma che bel bocconcino - le urla infatti, passandosi la lingua tra labbra e tra i fischi di apprezzamento delle altre.
- Dove sono le mie cose? - chiede nervosa Alex.
- Stai calma, biondina! - le risponde iniziando ad avvicinarsi a lei senza staccarle mai gli occhi di dosso.
- Cosa vuoi da me? -
- Hai un corpo perfetto, lo sai? Questi tatuaggi ti rendono ancora più sexy - inizia quindi a sfiorare con l'estremità delle sue dita il suo viso per poi scendere sul suo collo e quindi le spalle.
Nel mentre Alex inizia sempre di più a perdere la pazienza odiando questa situazione che si è creata, attirando tutti gli occhi su di se.
- Peccato per questa cicatrice - continua allora Nuñez, sfiorandole l' addome e puntando questa volta i suoi occhi azzurri in quelli verdi della bionda. - Cosa ti sarà mai successo per rovinare questo addome così scolpito? -

Queste parole rievocano subito alla mente della bionda proprio quel momento in cui si è procurata quel segno indelebile, che sarà costretta a tenere per sempre. Ossia a quando, durante una rissa, per difendere la sua ragazza di allora, che era stata presa di mira da un gruppo di omofobi solo perché le avevano viste baciarsi in un locale, fu colpita gravemente da uno di loro. In Alex si fa sempre più vivido quel ricordo e perdendo completamente la lucidità, colpisce in pieno viso Nuñez, che cade a terra.
Pronta a sferrarne un altro, viene però subito bloccata da due del suo gruppo che la tengono ferma dalle braccia.
- Cosa vuoi da me, stronza?! - le urla Alex.
Aiutata dalle altre, Nuñez si alza e ripulendosi con la manica della sua felpa gialla il labbro sanguinante, aggiunge
- Hai completamente sbagliato con me. Volevo solo 'divertirmi' un po'con te. - abbassa lo sguardo e inizia a colpirla ripetutamente all'addome.

- Cosa succede qui?! - dice a voce alta e autoritaria Ruiz.
Ma Nuñez non si ferma.
- Sei idiota? Smettila subito Nu! - si  avvicina a quest'ultima e tirandola per la felpa la sbatte al muro. - Ti ho detto che lei ci serve! Vuoi mandare tutto all' aria?!- la rimprovera con il viso a pochi centimetri dal suo.
- Okay, okay! La smetto.- risponde alzando le mani in segno di resa.

- In che senso ti servo? - riesce a dire Alex, a terra con le mani sull'addome dolorante.
- Datele subito le sue cose e uscite tutte fuori, subito!- urla Ruiz.
Una delle detenute allora prende la divisa e l'asciugamano che aveva nascosto in un armadietto e, insieme alle altre, va via.

- Vieni ti aiuto a ripulirti! Alzati e appoggiati a me. - le allunga la mano che Alex afferra e con non poca difficoltà riesce ad alzarsi. Ma il dolore è forte e sta per ricadere quando Ruiz con un movimento veloce riesce a spingerla verso di se, quasi abbracciandola.
In quel momento Alex sente per la prima volta il suo odore. Non è come quello di quei bagnoschiuma scadenti che passano in prigione. No, è un profumo dolce ma deciso.
Ben presto però Alex ritorna in se e facendo affidamento su tutte le sue forze riesce a tenersi in piedi e si separa dalla riccia, fissandola per qualche secondo negli occhi.

- Quindi, perché ti servo? - le chiede
- Ricordi cosa ti ho detto prima? I favori vanno ricambiati e adesso ho proprio bisogno del tuo aiuto. -
- Non era tutto risolto andando a chiamare Nuñez? - le chiede sbalordita Alex
- No, novellina - le risponde scoppiando a ridere. - Non puoi cavartela con così poco! -
- E quindi?-
- Dovrai farti inserire nella cucina come lavapiatti, aiuto cuoco o quello che vuoi. E quando te lo dico io dovrai ritirare e portarmi un pacchetto che verrà nascosto tra i vari alimenti che vengono consegnati ogni giorno, ad esempio stasera.-

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